Un nuovo progetto è in fase di sperimentazione in diverse scuole italiane. Niente compiti a casa, orario scolastico diverso e tappeti al posto dei banchi.
Quando ci sono le vacanze, sopratutto quelle di Natale, i ragazzi che frequentano la scuola primaria o secondaria hanno, dai loro insegnanti, i classici “compiti delle vacanze”. Spesso, i compiti sono tanti ed i bambini ed i ragazzi, per non trovarsi impreparati, devono iniziare a farli già appena finisce la scuola. Il pedagogista funzionario del ministero dell’istruzione, Raffaele Ciambrone, con la supervisione del Cedisma (il Centro studi ricerche e disabilità dell’università Cattolica) ha proposto un metodo innovativo e rivoluzionario: pochi compiti per le vacanze e durante tutto l’anno scolastico.
All’istituto Ciresola, in viale Brianza, nel milanese, 47 alunni, di due classi delle primarie, a casa non si ritrovano un “bastimento” carico di compiti ed a detta dello loro insegnanti sono “sia felici e sia preparati”. Il progetto sperimentale coinvolge 14 istituti, sia elementari che medie, di cui otto a Milano ed altre sparse per tutta l’Italia. l’esperienza coinvolge altre scuole sparse in tutto lo Stivale.
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Come riportato da Il Giorno, il fatto che non assegni esercizi da svolgere tra le mura domestiche è la conseguenza di una scansione completamente diversa della settimana scolastica. Infatti, nella maggior parte delle scuole, l’orario scolastico è a “zig zag” che prevede l’alternarsi nella stessa giornata di materie che cambiano di ora in ora. Il nuovo modello è diverso, come ha spiegato Caterina Cassese, insegnante d’italiano, storia, immagine e inglese nella III C che ha 25 alunni, di cui un disabile: “Il nostro modello è invece a cicli ritmici. Funziona così: alle primarie per una settimana ci si dedica alle materie umanistiche che comprendono italiano, storia, geografia e in quella successiva al blocco scientifico che include matematica e scienze. Significa che se l’insegnante di italiano svolge la sua normale attività di mattino, nel pomeriggio quando arriva la collega dell’area logico-matematica non affronterà la sua materia ma approfondirà l’argomento umanistico, attraverso laboratori“.
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Un concetto diverso dal solito che l’insegnante chiarisce facendo un esempio: “Se la lezione del mattino verte sulle vocali e le consonanti, dopo pranzo si spiegherà il concetto con attività più pratiche: illustrando le lettere in palestra, con il linguaggio cinestesico, ossia rappresentando le lettere con il corpo, oppure inventando una storia per ognuna, con uno spettacolo teatrale, o, ancora, “fabbricando” i segni nel laboratorio di ceramica. Nella settimana successiva al mattino toccherà alle lezioni di matematica e scienze, i cui concetti verranno affrontati nel pomeriggio sempre in ottica trasversale ed “esperienziale”“. La sperimentazione nella scuola di viale Brianza è partita tre anni fa.
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I bambini ed i ragazzi a casa hanno il compito di rivedere il lavoro fatto a scuola: “Durante queste settimane di pausa ho suggerito ai miei alunni di deliziarsi con una lettura di un libro. Ma non ho imposto nulla, né tantomeno il titolo. Anzi, vogliamo che siano assecondati i propri gusti“. Il progetto, ”Modi”, “Migliorare l’organizzazione didattica“, ha il pregio di aver ridotto al minimo la frammentazione dell’apprendimento, consentendo agli alunni di acquisire le competenze e di consolidarle, con tempi sempre più adeguati ai loro ritmi.
Un’altra insegnante, Roberta Neglia, 52enne di italiano, storia, arte e scienze motorie per 22 studenti della I A, afferma che non ci sono ritardi rispetto ad un programma “normale” e non solo, i bambini sono più felici: “Questo programma garantisce il benessere dei bambini. La dimensione del lavoro , spesso in gruppo oltre che individuale , consente ad ognuno di trovare il suo spazio e di esprimere il potenziale. Il clima di interdipendenza positiva favorisce una forte motivazione“.
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I ragazzi non seguono la lezione solo dai banchi, ma anche seduti su dei tappeti: “Anche gli insegnanti non si siedono dietro la cattedra per non creare un divario fra maestro e alunno. I bambini, non essendo sottoposti a stress e ad ansia di prestazione, sono tranquilli e certe dinamiche non si verificano“. Con questo nuovo metodo i bambini vanno a scuola sereni e per adesso è assente anche il bullismo: “Il metodo valorizza le diversità. Il nostro moto è arricchiamoci con le differenze”.
ll direttore del Cedisma, Luigi D’Alonzo, ha parlato dell’innovazione del progetto a livello pedagogico: “Si lavorerà principalmente sulla differenziazione didattica, non vedendo più la classe con una testa sola. Fino ad oggi, infatti, si insegnava per tutti indistintamente, basandosi sulle capacità medie di apprendimento degli alunni. Oggi questo non è più pensabile, è necessario invece dosare il lavoro in base al tipo di ragazzo e progettando attività diverse contemporaneamente in classe. Per ottimizzare il lavoro è richiesto un lavoro d’équipe del consiglio di classe“.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questo metodo sperimentale? Cosa ne pensate? Vi piacerebbe che fosse applicato anche nella scuola frequentata dai vostri figli?
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