Secondo il rapporto della Polizia postale solo nel 2019 sarebbero 650 persone indagate per reati relativi allo sfruttamento sessuale online di minori, 180 sono state indagate per l’adescamento di minori sul web e 151 per pedopornografia.
Questi alcuni dei dati allarmanti, a cui vanno aggiunti i numeri delle persone indagate per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, adescamento di minori, estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie e minacce sui social network e
revenge porn.
Un’indagine, quella condotta dalla Polizia Postale che, mira a prevenire e contrastare la criminalità informatica, dal momento che come riportato anche dai numeri, il fenomeno è molto insidioso sopratutto tra i giovani ed ancor più se si tratta di minorenni. Infatti, è uso frequente tra i giovani d’oggi la condivisione, all’ interno delle proprie chat, dei cosiddetti stickers: adesivi digitali gratuiti. Questo fenomeno di condivisione di messaggistica instantanea però rappresenterebbe un vero e proprio contenitore di immagini a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico e che ha portato, nel 2019, la Polizia postale a rilevare 7 casi di stickers, che si sono conclusi con altrettanti minori indagati.
Inoltre sono state eseguite 8 operazioni di particolare rilievo, da parte delle polizia giudiziaria, svolte anche in modalità “sotto copertura online” e scaturite da segnalazioni pervenute tramite una cooperazione internazionale svolta dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, grazie alle quali sono state indagate 151 persone.
Altri casi di reato invece sono stati rilevati nell’ambito dei reati contro la persona, sempre tramite la piattaforma del web. 288 persone, sono state indagate per estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie e minacce sui social network. Così come aumentano anche le diffamazioni online. In questo caspoparticolare attenzione è volta nei confronti di persone che ricoprono incarichi di prestigio, istituzionali oppure personaggi pubblici, per un totale di 2.426 i casi trattati e 738 le persone indagate.
Per quanto riguarda , invece i ricatti online dall’inizio dell’anno, sono stati riscontrati 514 casi. Da qui poi particolare rilevanza ha assunto l’attività di contrasto al revenge porn, un fenomeno in continua crescita, per il quale sono state 24 le persone indagate.
Ma sono state svolte indagini anche per contrastare:
-i reati d’incitamento all’odio: sono oltre 2 mila gli spazi virtuali monitorati nel 2019 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra
-le truffe online: nel 2019 sono state ricevute e trattate oltre 196 mila segnalazioni che hanno consentito di indagare 3.620 persone.
-il cyber-crime: 1.181 attacchi informatici, di cui 243 nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale e 938 nei confronti di aziende sensibili e pubbliche.
Per questo si è resa necessaria anche un’attività di prevenzione, perché tramite il “truck”, la Polizia postale ha raggiunto 2 milioni di studenti in 300 città italiane, parlato con 220 mila genitori e 125 mila insegnanti. Dei veri e propri incontri educativi realizzati all’interno delle scuole, nell’ambito anche di una campagna itinerante “Una vita da social Importante”.
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Ed è proprio così, ormai anche i genitori si sono rassegnati all’ idea che la comunicazione con i figli debba passare anche attraverso la messaggistica istantanea: quante volte in queste conversazioni è capitato che si inoltrassero strane immagini raffiguranti personaggi simbolo o reazioni virtuali? E’ come se tutti si fossero ormai “assuefatti” al fenomeno, sottovalutando i pericoli che si possono incorrere nel diffondere immagini si celano dei contenuti violenti e diffamatori.
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Per questo è importante che siamo noi per primi a dover dare il buon esempio, evitando di farci prendere dall’osmosi delle mode delle comunicazioni telematiche e guardare più ai comportamenti dei nostri figli e alla loro vita virtuale, perché il più delle volte loro sono prede inconsapevoli del web. Ed inoltre dobbiamo essere consapevoli del rischio di commettere reati o di essere complici e di informare adeguatamente i nostri figli.
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