Un neonato di 4 mesi è stato abbandonato dai genitori in un androne del palazzo. A soccorrerlo un gruppo di ragazzi che sentivano il suo pianto disperato.
Un neonato di soli 4 mesi è stato trovato da solo nell’androne di un palazzo ad Arezzo. Il piccolo che piangeva ininterrottamente è stato trovato da un gruppo di ragazzi che hanno dato l’allarme chiamando prima la Polizia e poi l’ambulanza. Portato al pronto soccorso si pensava ad un caso di abbandono, ma poi nella struttura sanitaria si è presentato il padre del neonato che ha raccontato che il bambino non era stato abbandonato ma “dimenticato“. Sono scattate le indagini della Polizia e sono in corso degli aggiornamenti.
E’ successo la notte dell’Epifania, alcuni ragazzi che abitano in un palazzo ad Arezzo sentono il pianto di un bambino. In un primo momento credono che il pianto provenisse da un’abitazione, ma quando alle due di notte scendono per portare il cane a passeggio vedono che nell’androne del palazzo c’era un bambino. Valentina Martinez, Gabriele Parisi e Saul Artini, che con la fidanzata di quest’ultimo Alice Giusti condividono un appartamento di via Po, come riportato dalla Nazione, hanno trovato il piccolo nell’androne del palazzo che piangeva ed era nell’ovetto: “All’inizio abbiamo sentito un piccolino che piangeva, ma abbiamo pensato che fosse dentro casa. Invece, il bimbo era lì nell’androne che si disperava. Non sapevamo chi fosse, perché i genitori hanno affittato l’appartamento solo da pochi giorni, anche noi abbiamo pensato a un neonato abbandonato”.
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Il piccolo di soli quattro mesi è stato calmato da una delle ragazze, mentre gli altri cercavano per strada i genitori. Non trovando nessuno hanno chiamato la Polizia che dopo aver chiesto a tutti i condomini hanno deciso di portare il piccolo al pronto soccorso per accertamenti. Qui è stato accudito dai medici, dagli infermieri e dai volontari del reparto di pediatria diretto da Marco Martini. E’ proprio il dottor Martini che racconta che il “bimbo era ben vestito e ben coperto, in buone ottime condizioni di salute, nonostante la notte fredda non presentava segni di ipotermia e non aveva e non ha segni di maltrattamento”.
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A tutti, medici e poliziotti, sembrava un caso di abbandono, ma all’improvviso al pronto soccorso si è presentato il padre del piccolo, Francesco N., che ha raccontato: “Con la mia compagna eravamo appena rientrati. Poi abbiamo avuto bisogno di uscire ancora e abbiamo lasciato il bimbo nell’ingresso, convinti che dormisse”. Quando sono rientrati il piccolo non c’era: “Quando ho visto che nell’androne non c’era più l’ovetto con mio figlio, mi sono sentito male. Non capivo, finché fra polizia e vicini non mi hanno detto che lo avevano trasportato al pronto soccorso. Allora siamo corsi con la mia compagna. Ho fatto una scemenza”.
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Quando l’uomo si era presentato in ospedale era già partita la procedura di legge, con la chiamata al Pm minorile di Firenze che ha disposto l’affido del bimbo e del fratellino al reparto di pediatria, in attesa di ulteriori decisioni nell’interesse dei due bambini: “La nostra macchina organizzativa ha funzionato bene nonostante il tanto lavoro e il poco personale, per garantire assistenza di giorno e di notte abbiamo rivisto i turni e ci aiuteranno anche i volontari della Tribù dei nasi rossi che qui si occupa della ludoteca. Quello che conta è che il piccolo sta bene, è bello, sorride. Speriamo che questa vicenda finisca per il meglio e nell’interesse del bambino, che comunque è stato separato dalla famiglia”.
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L’assessore alle politiche sociali, Lucia Tanti, ha dato ulteriori informazioni su come si dovrà procedere nei prossimi giorni: “Questa famiglia aretina sta attraversando un momento di criticità o lo ha attraversato. Nel caso in cui il tribunale tolga la patria potestà ai genitori, il Comune potrebbe diventare tutore del piccolo. Una decisione che verrà presa in tempi brevissimi, già oggi come amministrazione ci attiveremo per aiutare questa famiglia. Quello che conta è che c’è un nucleo familiare che ha manifestato un problema e come Comune ci mobiliteremo per aiutarlo come per tutte le altre famiglie. Sarà il tribunale a dirci quali passi fare”. Le ipotesi per ora sono due, o il bimbo torna al nucleo familiare o viene affidato al Comune. In questi casi potrebbe essere anche decisa una sorta di affidamento congiunto per non separare la madre dal piccolo, ospitandoli in una casa famiglia.
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