Morire a 10 anni nel carrello di un aereo, la tragedia del piccolo migrante in un volo di Air France dalla Costa d’Avorio a Parigi
Ha suscitato profondo dolore e commozione la vicenda del bambino di circa 10 anni trovato cadavere nel carrello di un aereo che aveva viaggiato da Abidjan, in Costa d’Avorio, fino a Parigi. Il volo si era svolto regolarmente ma dopo l’atterraggio quando gli addetti dell’aeroporto si sono avvicinati al carrello per svolgere le operazioni di controllo di routine hanno fatto la terrificante scoperta. All’interno del vano del carrello c’era un bambino di circa 10 anni, morto molto probabilmente per la mancanza d’aria e per il freddo. La storia che ha sconvolto l’opinione pubblica.
Lo scorso mercoledì 8 gennaio un Boeing 777 della Air France è atterrato alle ore 6.00 all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi. Si trattava del volo AF 703 decollato la notte precedente da Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, e arrivato dopo sei ore nella capitale francese. Il volo è uno dei tanti che collegano gli Stati africani alla Francia e dopo le operazioni di sbarco dei passeggeri e di rifornimento il velivolo sarebbe dovuto ripartire per fare il viaggio in direzione opposta. Una macabra scoperta, però, ha fermato tutto.
Quando i tecnici dell’aeroporto, come di consueto, si sono avvicinati al carrello dell’aereo per effettuare i normali controlli, si sono trovati davanti il corpo senza vita di un bambino. Erano circa le 6.40 e tutto si è fermato. Il piccolo, di cui non si conosce l’identità avrà avuto all’incirca 10 anni. Era riverso nel vano del carrello e indossava solo abiti leggeri. Impossibile sopravvivere su un volo di linea in quelle condizioni, fuori dalla cabina pressurizzata.
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Un aereo passeggeri vola a circa 10 mila metri di quota, dove la temperatura raggiunge i meno 50 gradi e manca l’ossigeno. Si muore per mancanza d’aria e soprattutto per il freddo e questo purtroppo non è il primo caso. Già in passato in altri voli, anche uno a Malpensa, delle persone erano morte dopo aver tentato di entrare clandestinamente nel Paese di destinazione, nascondendosi nel carrello degli aerei. Finora però si era trattato sempre di adulti. Mai era accaduto ad un bambino. Per lui, forse, era l’ultimo disperato atto di iniziare una nuova vita, ma ha trovato la morte.
Il piccolo non aveva con sé alcun documento, pertanto risalire alla sua identità sarà molto difficile. L’età gli è stata attribuita approssimativamente, sulla base delle fattezze. Dopo il ritrovamento, il corpo del piccolo è stato consegnato alle autorità per i controlli necessari e l’autopsia.
La compagnia Air France ha espresso compassione per il caso, seppure con le fredde parole della burocrazia e ha aperto un’inchiesta interna. Indagano anche le autorità francesi con i gendarmi dei trasporti aerei (BGTA). Un’indagine è in corso anche in Costa d’Avorio, dove Air France ha attivato delle verifiche all’aeroporto di Abidjan per cercare di scoprire la falla nella sicurezza e evitare per il futuro nuove tragedie. Nello scalo della capitale ivoriana sono previsti controlli proprio per evitare questo tipo di tragedie. Qualcosa, però, non ha funzionato se un bambino di 10 anni è riuscito ad eludere i controlli, raggiungere la pista e salire sull’aereo. Si ipotizza che sia stato aiutato da un adulto a superare i fitti controlli di sicurezza che oggi sono una costante in tutti gli aeroporti, a maggior ragione in uno scalo come quello di Abidjan dove sono già previsti controlli speciali per evitare gli imbarchi clandestini a bordo dei velivoli.
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Le persone che si imbarcano clandestinamente sugli aerei, nascondendosi nel vano del carrello che non è pressurizzato né riscaldato, muoiono sempre – i casi in cui ci sono stati dei sopravvissuti sono eccezionali e da considerare dei miracoli. La mancanza di ossigeno a certe altitudini e il freddo, con temperature di molti gradi sotto lo zero, rendono impossibile la sopravvivenza durante simili voli. In alcuni casi i cadaveri dei migranti clandestini sono precipitati a terra durante la fare di atterraggio, al momento di apertura del carrello.
Una storia terribile, care unimamme, riportata tra gli altri dal Corriere della Sera.
Con un toccante intervento, Roberto Saviano ha spiegato su Repubblica cosa significhi raccontare la vicenda di un bambino che si nasconde nel vano del carrello di un aereo di linea. Saviano ha attaccato anche Air France per il modo spietato in cui ha dato la notizia, definendo il bambino un “clandestino”.
“È un bambino ad essere morto – ha scritto Saviano -. Provate a immaginarvi voi stessi a dieci, dodici anni chi eravate, come eravate. Provate ad avere a tiro di sguardo un bambino di questa età ma fatelo ora in questo istante, fissatelo. Provate a pronunciare nella vostra testa che ha una dozzina d’anni e provate a descriverlo cittadino o clandestino a seconda dei documenti che presumibilmente possiede. Ora provate a misurare il disgusto che sentite per questa metrica di descrizione che avete appena usato“.
“Sapete cosa succede quando si é a 4mila metri? – ha continuato lo scrittore – È come respirare in una busta di patatine, a 5mila inizi a non riuscire bene a muoverti, a 8 mila come dicono gli alpinisti é come correre su un tapis roulant al massimo e “respirare solo tramite una cannuccia”. Poi arriva un ictus e il cuore si spacca. Oltre i 42 gradi sotto zero il corpo non riesce più a termoregolarsi così cerca di scaricare tutto il suo calore, arrivano febbre, sudorazione poi convulsioni, svenimento. Queste descrizioni non sono una fenomenologia dell’orrore ma solo un tentativo di dare prova di quello che un bambino ha provato pagando il suo sogno di volare via in Europa“.
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