La storia di un ragazzo disabile che non può studiare perchè lo scuolabus non è più gratuito. Un appello e l’aiuto per Marcos.
Tanta voglia di studiare, ma gli viene negata la possibilità di recarsi a scuola. Questa è la storia di un ragazzo di 18 anni affetto da tetraparesi spastica residente a Milano che ha deciso di lanciare un appello per poter tornare a scuola per avere la possibilità di seguire regolarmente le lezioni.
Marcos Cappato, 18 anni vive a Milano, ma ha origini brasiliane ed è affetto da tetraparesi spastica. Lo scorso marzo è stato premiato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come Alfiere della Repubblica. A seguito di un cortometraggio realizzato da Marcos con protagonista Amanda Sandrelli sul tema della disabilità.
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Vive in una casa popolare in via Gonin con i genitori che lo hanno adottato e due fratelli più piccoli, come riportato anche da il Corriere. Marcos frequenta il liceo di Scienze umane Gian Battista Vico a Corsico, hinterland Sud di Milano. Da casa sua sono solo tre chilometri per andare a scuola, ma purtroppo, non è ritornato in classe dopo le vacanze natalizie perché dal 2020 non può più usufruire del servizio pulmino che lo portava ogni mattina a scuola e lo riportava a casa alla fine delle lezioni. Questo dopo che il Comune di Milano ha sancito, con una delibera, che chi ha disabili in casa e necessita di servizi di sostegno, deve sostenere una parte dei costi: dal 25 al 50%.
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Il padre di Marcos, Alessandro Cappato, non può sostenere le spese, come lui stesso ha dichiarato: “A casa lavoro solo io e con tre figli a carico non riesco a pagare quasi la metà della tariffa per il trasporto”. La decisione del Comune di dimezzare i rimborsi è stata presa da una delibera approvata nel 2018, quando è stato introdotto il principio di compartecipazione: ciò significa che le famiglie partecipano alla copertura finanziaria del servizio. Questo perché l’aiuto potesse essere esteso a quante più famiglie con disabili possibili. Per beneficiare del servizio, ogni famiglia deve presentare a febbraio domanda di richiesta del rimborso presentando l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) che attesti la situazione reddituale. Come spiega il “Corriere della sera”, la famiglia di Marcos ha ottenuto il rimborso nel 2019, ma sino al prossimo maggio dovrà prendersi carico dell’intera spesa per continuare a usufruire dello scuolabus: solo dopo verrà attestata l’eventuale confermata presenza nella graduatoria per avere parte dei rimborsi comunali.
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Per questo Marcos in questi giorni è a casa e non può frequentare il liceo. Il 18enne è anche un blogger, il suo blog è “50seconds.com” e per lui la “scrittura è diventata un modo per esprimere me stesso”.
Intervistato dagli Stati Generali, Marcos, insieme a suo padre a lanciato un appello: “ Chiedo che mi si venga in aiuto, sto chiedendo di poter studiare e di poter seguire un percorso che voglio finire. Chiedo anche di intervenire per tutti quelli che sono nella mia situazione, perché io sono uno, ma so che fuori ce ne sono tanti”.
Bisogna trovare subito dei fondi e non aspettare la graduatoria: “Sono indignato anche perché la delibera sancisce che si faccia una graduatoria dei disabili. Non è una cosa giusta, anche se io dovessi rientrare, non mi interessa”.
La fondazione “Condividere” ha raccontato sul proprio profilo Facebook la storia di Marcos ed ha deciso di dargli un aiuto concreto se le cose non si sbloccano in tempi brevissimi: “Se entro domani il Comune non tornerà sui propri passi, lunedì stesso farò avere alla sua famiglia il necessario per pagare il trasporto a scuola del ragazzo, garantendogli quello che per me è un diritto inalienabile, il diritto allo studio“.
Speriamo che si trovino dei fondi per aiutare i ragazzi come Marcos che hanno tanta voglia di poter studiare, che poi è un loro diritto.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questa storia cosa ne pensate?
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