Caso di meningite: l’epidemia si può evitare, le raccomandazioni delle autorità.
Nelle ultime settimane la meningite ha occupato ampi spazi delle cronache nazionali per via dei casi che si sono verificati in provincia di Bergamo, nella zona del Lago d’Iseo, di cui due purtroppo mortali: sono decedute una studentessa di 19 anni, Veronica Cadei di Villongo, e una mamma 48 anni, Marzia Colosio di Predore. Insieme ad altri casi gravi, fortunatamente non letali, la meningite ha scatenato il panico tra la popolazione della zona, con i centri vaccinali che sono stati presi d’assalto nei giorni di festa.
Le autorità sanitarie hanno attivato la profilassi tra le persone che sono state a stretto contatto con i contagiati, come da prassi, e allo stesso tempo è stato attivato un piano straordinario di vaccinazione contro il meningococco, offerta a tutti e gratuita. Dagli accertamenti è risultato un focolaio da meningococco C, un batterio diffuso in Italia e purtroppo letale, soprattutto nella popolazione più giovane.
L’emergenza al momento sembra essere rientrata, grazie agli interventi tempestivi delle autorità sanitarie per contenere la diffusione dell’infezione. La raccomandazione principale, in ogni caso, rimane quella della vaccinazione contro i meningococchi, che per i bambini e ragazzi non è obbligatoria ma solo raccomandata, pur essendo inclusa nel calendario vaccinale. La meningite, infatti, è più pericolosa nell’infanzia e nell’adolescenza, come purtroppo ci hanno confermato diversi casi di cronaca che vi abbiamo già segnalato. Inoltre, se bambini e ragazzi sono vaccinati si blocca la circolazione dei batteri della meningite anche tra gli adulti.
Le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità con riferimento al caso di Bergamo.
I casi di meningite che si sono verificati nell’ultimo mese nella bergamasca, provocando purtroppo due vittime, una ragazza e una donna, e scatenando il panico a Natale, con i centri vaccinali presi d’assalto nei giorni di festa, hanno sollevato importanti riflessioni, su tutte quella dell’importanza delle vaccinazioni e di seguire il relativo calendario. I vaccini contro la meningite non sono obbligatori ma fortemente raccomandati e offerti gratuitamente (con alcune modalità che variano a seconda delle regioni).
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Vaccini contro la meningite non obbligatori, ma offerti attivamente e gratuitamente a bambini e ragazzi:
Negli adulti questi vaccini sono a pagamento, tuttavia, se le coperture sono elevate tra bambini e ragazzi, i meningococchi circoleranno meno anche tra gli adulti.
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I casi di meningite in Lombardia che si sono verificati nella stessa area geografica nel giro di un mese possono essere circoscritti, evitando un’epidemia su larga scala, grazie all’intervento rapido e massiccio delle autorità sanitarie che hanno avviato subito la profilassi tra i contatti più stretti delle persone contagiate e avviato una campagna di vaccinazione di massa contro la meningite anche tra gli adulti e gratuita per tutti. L’attenzione, però, “deve rimanere alta sia nel caso specifico del focolaio di Bergamo sia nel caso di eventuali casi isolati che si potrebbero verificare”, hanno sottolineato gli esperti dell’ISS.
L’Istituto Superiore di Sanità ha fatto il punto sul focolaio da meningococco C, verificatosi tra dicembre 2019 e l’inizio del 2020 in provincia di Bergamo, con la riunione della task force attivata dal Ministero della Salute di cui fanno parte anche anche l’ISS, l’AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e la Conferenza Stato-Regioni e delle autorità sanitarie locali e regionali.
Riguardo alle vaccinazioni di massa della popolazione, l’ISS ha precisato che poiché il vaccino inizia ad avere efficacia dopo 15-20 giorni dalla sua somministrazione, potrebbero verificarsi nuovi casi fino a quando la vaccinazione non comincerà a dare i suoi effetti. Inoltre, sottolinea l’ISS che nel caso del meningococco la vaccinazione è particolarmente indicata come forma di prevenzione, poiché nel caso di infezione i tempi tra l’esordio dei sintomi e lo sviluppo della malattia sono molto rapidi.
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Massimo Galli, past president della Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), intervenendo sui casi di meningite in provincia di Bergamo, ha dichiarato all’Ansa che “non è giustificata alcuna forma di allarmismo“. Molti casi, tuttavia, ha sottolineato, “sarebbero stati evitabili se le persone colpite si fossero preventivamente vaccinate“. La vaccinazione dei bambini, attualmente raccomandata e non inclusa tra le obbligatorie, ha ricordato, “è ancora lontana dall’ottenere una copertura soddisfacente“. Infatti, nel 2018, “i bambini di due anni che in Italia risultavano vaccinati per il meningococco C erano sotto l’85%. Una più ampia copertura vaccinale nei bambini porterebbe anche alla riduzione della circolazione dei meningococchi tra gli adulti“, ha osservato Galli.
Il meningococco è trasmesso per via aerea, resiste poco nell’ambiente esterno e passa da una persona all’altra per contatti stretti, facilitati da ambienti chiusi ed affollati. Per questo si verifica la “maggior frequenza di casi nei mesi invernali: gennaio è costantemente il mese con più segnalazioni“, ha aggiunto Galli.
In caso di focolai epidemici come quello di Bergamo, le raccomandazioni internazionali prevedono l’attivazione di una campagna di vaccinazione diffusa “quando in un’area ristretta l’incidenza è superiore a 10 casi per 100mila abitanti nell’arco di tre mesi“, ha spiegato Marcello Tavio, presidente della Simit. È quello che sta accadendo nelle zone interessate.
Che ne pensate unimamme? Avete fatto vaccinare i vostri bambini contro la meningite?
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