Nell’era del 2.0 arriva ‘App to Young’, l’applicazione per smartphone e tablet, ideata e realizzata dalla Fondazione Fiorenzo Fratini Onlus insieme all’ ospedale Bambino Gesù di Roma, con la collaborazione del Meyer e del Comune di Firenze, nata per ascoltare e dare supporto psicologico agli adolescenti che si trovano in difficoltà e si sentono soli.
Si chiamano Marco, Claudia, Edoardo, Camila e Soumia, sono loro i cinque ragazzi di Firenze, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, che collaborano con la Fondazione Fiorenzo Fratini Onlus e che dall’altro capo del telefono rappresentano i cosiddetti ’’peer educator’: educatori che dialogano e ascoltano le confidenze dei loro coetanei e che insieme ad un team di psicologi, presente 24 ore su 24, intervengono in chat nel caso in cui ci fosse una situazione delicata o rischiosa per l’adolescente che invia il messaggio, si legge su La Nazione.
Cosa occorre per poter interloquire con i “peer”? Il ragazzo in cerca di sfogo e aiuto, dopo essersi registrato, risponde a un questionario sviluppato dal team del reparto di Neuropsichiatria Infantile del Bambin Gesù, per delineare il suo profilo. Una volta risposto al questionario può scegliere se telefonare al numero verde del centro di ascolto del Bambino Gesù, sempre attivo, oppure accedere alla chat, per confrontarsi con un coetaneo. In questo caso, al fine di garantire l’anonimato, basta solo un Nickname, in modo tale che il ragazzo che si sente in difficoltà, che vive una situazione interiore difficile, che non riesce ad affrontare i problemi della sua vita, possa sentirsi libero di gridare tutto il dolore che ha dentro.
Per alcuni di loro si tratta di un male di vivere vero e proprio, che spesso potrebbe sfociare in gesti autolesionistici o abusi vari. Per questo è importante che questi giovani possano parlare con dei coetanei ed esprimere i loro sentimenti rancorosi e dolorosi, per poter trovare dall’altro lato un appoggio costruttivo di chi effettivamente ha la sua stessa età e si può quindi rispecchiare e dando consigli utili.
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“Siamo davanti a una tecnologia dal volto umano , spiega Giovanna Cammi Fratini, presidente della Fondazione Fiorenzo Fratini Onlus, che dà voce a chi voce non ne ha per la paura del giudizio o semplicemente per la vergogna di ammettere un malessere“. Parliamo lo stesso linguaggio che diventa la molla che piano fa aprire dei varchi nell’animo di questi adolescenti. Una volta presa confidenza trovano il coraggio di raccontarci le loro storie, i loro disagi e la soddisfazione più grossa per noi è quando ci arriva un messaggio con su scritto “Grazie ora sto bene, sono riuscito a liberarmi dall’inferno in cui vivevo“’. Una gioia che non ha prezzo”.
App To Young, si può scaricare gratuitamente da Google Play e Apple Store ed è uno strumento utile anche per genitori e insegnanti: la funzione ’Voglio parlare di qualcuno’ permette di chiedere consiglio per un amico o per un figlio che non sa come fare a risolvere un problema! Scegliendo questa funzione si ha la possibilità di parlare con il Team, chattando o parlando al telefono per essere ascoltati nel trovare una soluzione al problema che affligge la persona per cui si sta chiamando.
In quest’epoca definita 2.0, dove i ragazzi si sentono sempre più inadeguati e fuori luoghi, ma più di tutto soli, è importante l’aiuto di un team di coetanei che aiutino a capire le problematiche che possono affliggere i nostri ragazzi.Potremmo essere noi l’aiuto, vi chiederete, eppure anche se noi cerchiamo di parlare con i nostri figli molto spesso ci sono delle zone d’ombra che nemmeno noi conosciamo.Ecco allora che è importante l’aiuto esterno, l’aiuto di una persona che è estranea alla loro vita ma che allo stesso può dare loro quel supporto che cercano per non cadere nell’oblio della depressione.
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E voi unimamme quanto parlate con i vostri figli? Che tipo di rapporto cercate di instaurare con loro? Parlerete loro di questa nuova app? Per approfondire vi invitiamo a visitare il sito che fornisce ulteriori dettagli: App To Young.
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