Il nuovo cortometraggio della Pixar, Float, è incentrato sull’esperienza personale del regista e autore Bobby Rubio, che ha raccontato la sua vita col figlio autistico.
Float (galleggiare) è il titolo del nuovo cortometraggio della Pixar, creato dal regista e autore Bobby Rubio che, attraverso le animazioni, ha pensato di raccontare la sua famiglia e, in modo particolare, il figlio Alex, autistico.
Il filmato prende le mosse da un papà, Rubio, per l’appunto, che gioca in cortile con il suo bambino. L’uomo prende un dente di leone e soffia sulle spore che volano via. Anche il piccolo spicca il volo mentre i vicini lo osservano intimoriti. Po l’azione si sposta in un parco giochi dove il papà è frustrato dal dover essere genitore di un bambino autistico. Lo stesso Bobby Rubio ha commentato così la sua decisione di creare un lungometraggio incentrato sull’autismo: “mia moglie ha visto che non stavo gestendo bene la diagnosi di autismo di mio figlio e mi ha chiesto: ‘Perché non racconti la tua storia?”
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La sua esperienza è diventata uno stimolo di condivisione, un modo per ritrovare il coraggio di affrontare ostacoli che paiono insormontabili, come quello di allevare un figlio autistico. Float insegna che questi ostacoli possono tramutarsi in grandi gioie. Inoltre il corto mostra cosa voglia dire avere un figlio che viene etichettato come diverso e che cosa significhi, per un genitore, affrontare quella differenza. In un’intervista con Balitang America TFC Rubio ha detto:”questa storia risale sarebbe dovuta uscire 8 anni fa, ma non ci sono riuscito e lo sto facendo ora, spero che molte persone, quando la vedranno, troveranno punti di contatto, spero che apra le menti delle persone e i loro cuori“.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa idea e del modo in cui l’autismo viene rappresentato in Float?
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