Acqua contaminata da PFAS: la denuncia dei medici dell’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) alla Camera dei Deputati. Presentato un rapporto sulla contaminazione per gli acidi usati nei processi industriali e sversati per decenni nel suolo e nelle falde acquifere. A rischio 500 mila persone.
Le PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche che hanno provocato un danno ambientale incredibile nelle province di Vicenza, Verona e Padova inquinando le falde acquifere dei comuni del Veneto ed entrando nella catena alimentare.
Contaminazione dell’acqua da PFAS: la situazione critica in Veneto
I medici dell’ISDE hanno presentato alla Camere un Position Paper per far luce sulla grave piaga delle province venete di Vicenza, Padova e Verona.
“In Veneto, ormai da anni, è in atto una delle emergenze sanitarie ed ambientali più gravi che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare: la contaminazione da PFAS. Questa contaminazione è venuta alla luce nell’estate del 2013, a seguito del perpetrato sversamento in falda degli scarti di produzione dell’azienda Miteni di Trissino, oggi a processo, non riguarda “solo” la seconda falda acquifera più grande d’Europa e l’insieme delle acque potabili delle tre province coinvolte (Vicenza, Padova e Verona) ma anche e soprattutto la salute di oltre 500mila cittadini, in primis, bambini e future generazioni“, spiega Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto.
La Miteni era una società chimica italiana che produceva PFAS, composti a base di fluoro, per l’industria farmaceutica e agrochimica, fallita nel 2018 in seguito alla contaminazione della falda freatica della zona di Vicenza e dintorni.
Secondo i medici dell’Isde diversi i punti necessari:
- una Legge nazionale che obblighi a dosare le Pfas (prima che i fanghi di depurazione siano sparsi sui terreni agricoli come fertilizzanti)
- studi epidemiologici ad hoc per stabilire la portata del danno alla salute
- una mappatura completa dei pozzi privati (ad oggi non è prevista nessuna sanzione per chi non ne denuncia il possesso)
- velocizzazione dei lavori di costruzione di nuovi acquedotti
- limite pfas nell’acqua deve essere pari a 0
In merito all’ultimo punto, nel position paper dell’Isde viene spiegato cosa sono le PFAS e i danni potenziali alla salute.
Le PFAS, per la loro elevata stabilità termica, chimica e fisica, sono presenti in numerosi prodotti di uso quotidiano. “Le applicazioni commerciali più note, sono probabilmente il rivestimento antiaderente per il pentolame da cucina (Teflon®) e la produzione di indumenti impermeabilizzati (per esempio, Gore-Tex®). Le PFAS – assieme ai surfactanti, agli emulsionanti e ai polimeri per la cui sintesi sono essenziali – sono state ampiamente utilizzate dagli anni 1950 in numerosi prodotti e applicazioni industriali e commerciali: prodotti per la pulizia di tappeti e pavimenti; Cordiano, Cavasin Bertola, 16 detersivi in genere; trattamenti impermeabilizzanti e/o coloranti di pelli e tessuti; come componenti inerti nei pesticidi e insetticidi; nella cromatura dei metalli; come antidetonanti nei carburanti [1,2,15]]. Ulteriori impieghi sono la produzione di: contenitori di alimenti (ad esempio nei fast food), pellicole fotografiche, shampoo, dentifrici, schiume antincendio, scioline, ritardanti di fiamma in vernici e solventi, semiconduttori, isolanti” si legge nel documento. E si legge anche: “Le PFAS costituiscono una classe di inquinanti globali emergenti la cui presenza può essere facilmente dimostrata in tutte le matrici ambientali e nella catena alimentare. Le PFAS sono state scoperte anche nei tessuti degli orsi polari e di tutti gli altri animali selvatici finora esaminati in tutti i continenti. Sono presenti anche nel sangue di oltre il 95% dei soggetti esaminati in tutti i continenti, addirittura nel sangue degli Inuit, una popolazione autoctona della Groenlandia. Essendo idrosolubili, possono facilmente migrare dal suolo nelle falde acquifere ed essere trasportate a lunga distanza, anche per via aerea Le principali vie d’esposizione alle PFAS sono l’ingestione di acqua potabile contaminata, i cibi contaminati e la polvere di casa.”
Per le PFAS, spiegano gli esperti, non è stato identificato un livello minimo di concentrazione nelle acque a uso umano innocuo, per questo motivo, soprattutto per bambini, donne in gravidanza e anziani (fasce di popolazione più vulnerabili), occorre che la concentrazione di PFAS nelle acque, nel rispetto dei principi di precauzione e prevenzione, sia pari a zero.
LEGGI ANCHE—>ANOMALIE CONGENITE NEI BAMBINI: CAUSE, CONSEGUENZE E PREVENZIONE
Voi unimamme cosa ne pensate, cosa bisogna fare per riuscire a prevenire dei danni ambientali che potrebbero mettere a repentaglio la nostra salute e quella dei nostri bambini?
Se volete potete seguire l’intervento alla camera nel video che segue:
LEGGI ANCHE–> LA SALUTE DEI BAMBINI E’ IN PERICOLO: L’ALLARME DEI PEDIATRI
Per restare sempre aggiornato su notizie, ricerche e tanto altro continua a seguirci sui nostri profili FACEBOOK e INSTAGRAM o su GOOGLENEWS.