Lo stress materno incide sullo sviluppo cerebrale del feto. Nuove scoperte da un recente studio scientifico.
Che lo stress della mamma durante la gravidanza faccia male al bambino è un fatto accertato da numerosi studi che negli ultimi anni hanno segnalato diverse conseguenze dello stress sullo sviluppo del feto. Ora un nuovo studio scientifico evidenzia come lo sviluppo cerebrale del feto possa essere compromesso dalle condizioni di ansia e stress che una donna può subire durante la gravidanza. Questo vale soprattutto per quelle donne al cui bambino è stata diagnosticata una cardiopatia congenita già prima della nascita e che possono vivere questa situazione con grande ansia e preoccupazione. Ecco cosa bisogna sapere.
Un recente studio scientifico americano ha dimostrato che le donne che durante la gravidanza soffrono di forte stress psicologico rischiano di avere bambini con uno sviluppo anormale di alcune aree de cervello già prima della nascita. Questa situazione riguarda in particolare quei nascituri a cui viene diagnosticata una cardiopatia congenita in utero. Si tratta di una delle anomalie fetali più frequenti e riguarda uno dei tanti possibili difetti strutturali del cuore.
Gli scienziati già sapevano che i bambini con cardiopatie congenite mostrano anche anomalie nello sviluppo del cervello e nelle reazioni biochimiche cerebrali. Ora secondo il nuovo studio queste alterazioni potrebbero dipendere dallo stress che le madri soffrono durante la gravidanza a causa dei problemi cardiaci dei figli.
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Lo studio scientifico è stato condotto dai ricercatori del Children’s National Hospital di Washington e pubblicato sulla prestigiosa rivista JAMA Pediatrics (Journal of American Medical Association), con il titolo “Association of Maternal Psychological Distress With In Utero Brain Development in Fetuses With Congenital Heart Disease” (associazione dello stress psicologico materno con lo sviluppo cerebrale in utero dei feti con cardiopatia congenita).
Sono state prese in esame 48 donne a cui era stato detto che i bambini che portavano in grembo avevano una cardiopatia congenita e 92 donne che invece avevano gravidanze regolari. I ricercatori hanno sottoposto entrambi i gruppi a test e screening standardizzati per misurare i loro livelli di stress e ansia. Gli strumenti utilizzati per misurare stress, ansia e depressione sono stati: il Perceived Stress Scale, lo Spielberger State-Trait Anxiety Inventory e l’Edinburgh Postnatal Depression Scale. Tutti hanno mostrato che un numero importante di donne aveva avuto un grave stress.
In generale, i ricercatori hanno scoperto che le donne durante la gravidanza subiscono un grande stress psicologico. I problemi mentali sono le complicazioni più comuni durante la gravidanza, presenti in oltre un quinto delle donne prima della nascita del bambino o nel primo anno dopo la nascita. Quando però le donne sanno che avranno un bambino con un difetto cardiaco, il numero di quelle che hanno complicazioni mentali, tra cui grave stress, raddoppia.
I 140 feti delle donne esaminate sono stati sottoposti a risonanza magnetica tra la 21a e la 40a settimana, per un totale di 223 sessioni, allo scopo di misurare il loro sviluppo cerebrale. Il volume totale del cervello è stato misurato in centimetri cubi. Inoltre, è stato misurato il volume di altre parti del cervello come il telencefalo, il cervelletto, il tronco encefalico e l’ippocampo su entrambi i lati.
Da questi esami i ricercatori hanno scoperto che lo stato mentale di stress delle donne in gravidanza aveva effetti sull’ambiente intrauterino del feto. La conseguenza è che il cervello del bambino mostrava uno sviluppo alterato in quelle parti coinvolte nel normale apprendimento, nel coordinamento, nello sviluppo sociale e nell’apprendimento comportamentale.
Dallo studio è risultato che la presenza di cardiopatia congenita nel feto era correlata a stress, depressione e ansia rispettivamente nel 65%, 29% e 44% delle donne in gravidanza, rispetto solo al 27%, 9% e 26% delle madri con bambini senza cardiopatia. La presenza di stress e ansia nel secondo trimestre di gravidanza è stata associata a una riduzione del volume dell’ippocampo e del cervelletto in quelle madri i cui bambini avevano ricevuto una diagnosi di cardiopatia congenita. Questa riduzione riguardava aree specifiche: il lato interno della testa dell’ippocampo sinistro e la parte inferiore della testa e del corpo dell’ippocampo destro e alcune aree del lobo sinistro del cervelletto.
La crescita ridotta di queste aree del cervello è importante, perché la memoria e l’apprendimento sono mediati in parte dall’ippocampo, mentre la funzione cerebellare è cruciale per il coordinamento motorio ed è essenziale per il corretto sviluppo sociale e comportamentale. È già noto che l’ippocampo può essere facilmente influenzato dallo stress. È pertanto possibile che la diagnosi di cardiopatia congenita sia stata effettuata durante un momento della gravidanza in cui le strutture cerebrali in via di sviluppo erano particolarmente suscettibili al danno. Inoltre, durante il terzo trimestre, quando il cervelletto fetale è la struttura cerebrale che cresce più velocemente, lo stress eccessivo potrebbe aver avuto un impatto sulla sua crescita.
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Va aggiunto, che le tutte donne coinvolte nello studio non avevano avuto precedenti di ansia o depressione e nessuna aveva assunto farmaci per queste patologie. Nessuna, inoltre, si era stata da terapisti della salute mentale. La maggior parte delle donne aveva un’istruzione universitaria o era professionista. Pertanto aveva accesso a risorse adeguate per la cura di ansia e depressione
In conclusione, sebbene siano necessari ulteriori studi e approfondimenti per confermare quanto accertato, i ricercatori affermano che le donne in gravidanza dovrebbero essere sottoposte a screening sulla salute mentale, che misurino ansia e stress e siano inclusi nei controlli di routine prenatali. Inoltre, devono ricevere tutto il sostegno di cui hanno bisogno in caso di stress eccessivo, in modo da prevenire i danni allo sviluppo del cervello del feto.
Lo stress durante la gravidanza è un elemento tossico che influisce sulla salute della madre e del feto, spiegano i ricercatori. Per questo vanno adottate tutte le misure adeguate a contrastarlo. Misure che dovrebbero entrare nella pratica medica standard, così come i metodi per individuare le gestanti maggiormente soggette a stress e ansia in modo da intervenire efficacemente per cambiare questa condizione.
Lo studio è stato riportato da News Medical.
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