Una mamma chiede che il figlio torni a vivere con lei e viene sostenuta anche dall’Onu, ma sembra tutto inutile.
Giada Giunti è una mamma che continua a combattere per riavere con sé il figlio Alessio, che le è stato strappato e affidato al padre.
Ormai sono anni che la mamma Giada Giunti combatte un’infinita battaglia legale per la custodia del figlio Alessio (nome inventato). Tutto è iniziato quando la donna ha deciso di allontanarsi dal marito violento. Dal 2010 la donna ha dovuto difendersi in tribunale da accuse infondate, mentre il figlio è stato affidato dai servizi sociali a una comunità. Successivamente il piccolo è stato dato in affidamento al padre. Durante gli incontri previsti con la madre il bambino ha testimoniato di aver visto il padre picchiare la madre e di detestare l’uomo, nonostante Giada abbia registrato queste dichiarazioni dal 31 luglio scorso Alessio è stato affidato all’uomo.
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“Lo sento una volta a settimana e non lo vedo più da agosto, nonostante gli incontri fossero stati fissati ogni quindici giorni. Sono disperata. Le uniche forze che mi restano in tutta questa sofferenza sono quelle per lottare. Devo farlo per lui. Per noi“. Nel frattempo Giada ha deciso di rivolgersi anche all’Onu. La donna ha raccontato il suo dramma alla Dottoressa Alicia Erazo, Alto Commissario Internazionale dei Diritti Umani per l’Europa, Asia ed Oceania. L’Alto Commissario ha quindi scritto una lettera, sottoscritta anche da altri membri dell’Onu: Amalia Insuasti, presidente mondiale del Comitato Commissionato Internazionale dei Diritti dell’uomo; dal Prof. Avv. Martin Eduardo Botero, Presidente European Center for Transitional Justice, e ancora, dalla Dr.ssa Norma Nolasco Vicepresidente Nazionale Agg. Organizzazione Mondiale degli Avvocati.
La lettera è stata inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Vicepresidente del CSM. Dr. Ermini e al Presidente della Corte d’Appello, Panzani, in essa c’è una semplice richiesta: “Aiutiamo Alessio a tornare dalla sua mamma?”. Ora il bambino non frequenta più gli sport e ha persino problemi di salute perché il padre non segue attentamente il figlio celiaco. Purtroppo fino a questo momento, niente ha fatto smuovere la decisione del giudice. Questi, dopo aver acquisito solo alcune delle documentazioni, aveva dichiarato che ” rimane superfluo acquisire tutti verbali e le videoregistrazioni degli incontri avvenuti presso il servizio sociale tra madre e figlio”. Il piccolo Alessio ha scritto anche una lettera al giudice per chiedere di tornare alla sua vita felice con la mamma, ma anche questa richiesta è rimasta inascoltata. Mamma Giada conclude così: “io chiedo soltanto che ci sia qualcuno pronto ad accogliere la mia richiesta di aiuto. Sarò pronta a fornire tutte le prove del caso. Ma se la giutizia esiste davvero, tutto questo deve finire prima o poi”. Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda raccontata su Il Giornale?
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