Sono tante le persone che non gradiscono la presenza del rapper Junior Cally a Sanremo. Contestato per le frasi sessiste nei suoi testi.
Ad inizio Febbraio prenderà il via il settantesimo Festival di Sanremo che quest’anno vede come direttore artistico Amadeus. Si sfideranno 24 big ed alla fine della quinta serata verrà eletto il vincitore. Tra i big o Campioni, in gara al prossimo festival di Sanremo ci dovrebbe essere anche il rapper Junior Cally, con la canzone “NO Grazie”.
La presenza del rapper Junior Cally tra i big non è gradita da molte persone che stanno cercando di non farlo esibire al festival. La sua presenza non è voluta per il testo di alcune canzoni che il rapper ha pubblicato. Soprattutto il testo del brano “Strega”, pubblicato oltre 2 anni fa e semisconosciuto sino alla settimana scorsa.
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Ad andare contro il rapper anche una preside di Napoli, dell’istituto comprensivo Donizetti di Pollena Trocchia, Angela Rosauro, che è l’autrice di una petizione e di una lettera alla Rai contro il cantante Junior Cally. La preside ha deciso di lanciare un petizione indirizzata anche ad altri presidi, professori e genitori per dire “no” alla presenza del rapper a Sanremo: “A nome di tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze a cui ci rivolgiamo ogni giorno affinché costruiscano un armonico progetto di vita personale e sociale. Ritengono che sia vergognoso nonché pericolosissimo, in termini educativi e formativi, che sia concessa la partecipazione al festival della canzone italiana di Sanremo, al rapper Junior Cally che non disdegna nelle sue canzoni definire le donne e il rapporto con esse”. Ecco il passaggio incriminato:
“Lei si chiama Gioia , beve e poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da. Sì chiama Gioia, perché fa la tro*ia, sí, per la gioia di mamma e papà. Questa non sa cosa dice, porca tro*ia, quanto chiacchiera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa, c’ ho rivestito la maschera”
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La Preside, come riportato anche da tutto scuola, ha affermato: “La Rai in quanto servizio pubblico non deve consentire che questo tipo di messaggi possano raggiungere e nemmeno sfiorare il Festival della canzone italiana, pena un’accusa infamante di complicità e favoreggiamento della violenza sulle donne”. L’intenzione della Preside non è quella di limitare la libertà di parola, come qualcuno l’ha accusata: “La mia lunga storia di dirigente scolastico racconta di quanto la mia persona sia lontana da tutto ciò che possa intaccare le libertà fondamentali, l’esercizio democratico di cittadinanza o addirittura invocare il ritorno della censura di Stato! Ma basta spulciare tra i video di Cally per comprendere quanto il messaggio a cui rimandano quei versi inneggi allo stupro e all’omicidio, cioè a reati precisi previsti dall’art. 414 del nostro codice penale. Io sono convinta che il servizio pubblico radiotelevisivo non possa giustificare la presenza al Festival della canzone italiana, trasmesso in eurovisione, di un personaggio così discusso e rischiare di sdoganare il “femminicidio” e la violenza quale ricerca e pratica del piacere per una manciata di ascolti in più”.
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Per la Rosauro la scuola non può rimanere indifferente: “Credo anche che in questa circostanza alla scuola spetti il compito d’interrogarsi sui significati e significanti che una tale esposizione mediatica in Rai può determinare: che cosa lasciamo intendere ai nostri ragazzi, già così rigurgitanti di “cannibalismo cibernetico”, martellati da erotismo violento e coattivo, quasi incapaci di riconoscere nell’eros la forma più profonda di libera interazione con l’altro? Non può essere sufficiente approvare leggi né partecipare a liturgie con le scarpette rosse; non basta perché se davvero vogliamo lavorare per ridurre la violenza sulle donne, dobbiamo passare necessariamente dalla formazione e quindi anche da una questione come questa di Cally a Sanremo”.
Poi ha continuato, come si legge anche dal suo profilo Facebook: “Chi come me ha la responsabilità ‘istituzionale’ della formazione di ragazzi e ragazze in età adolescenziale non può fare finta di niente ed abbozzare un teorico quanto generico esercizio di libertà. Libertà di che? Di fare il bullo dietro una maschera? Di lasciar passare l’immagine di una donna legata ad una seggiola? Di poterla insultare per il solo piacere di farlo? Di poterla torturare? Ammazzarla? Credo che tutti abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità di difendere il diritto dei nostri ragazzi a crescere liberi dai condizionamenti di un sistema economico perverso che ha da sempre individuato nella loro fragilità solo una macchina per ‘fare soldi’, A maggior ragione, coloro a cui è affidata la formazione dei minori hanno un dovere in più, insito nel proprio ruolo e funzione, che li deve fare ‘saltare dalla sedia’, intervenire, protestare perché i nostri ragazzi vengono prima di ogni cosa”.
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Il suo appello ha smosso i dirigenti di molte scuole. Che non solo hanno diffuso la petizione sulle chat e sui social. Ad oggi la petizione è stata firmata da quasi 12,000 persone che condividono il pensiero della Preside. Ma questa non è l’unica petizione lanciata contro la presenza di Junior Cally: tante le petizioni che sono partite in questi giorni, anche un altro istituto di Termini Imerese ha denunciato il “Linguaggio sessista, oltraggioso e pericoloso“. Anche le donne del PD hanno lanciato una petizione su change.org per chiedere l’esclusione del rapper da Sanremo: “Riteniamo che la Rai debba svolgere un ruolo fondamentale nel contrasto alla violenza contro le donne così come nel valorizzarne la dignità e non subalternità“.
Voi unimamme eravate a conoscenza di queste petizioni? Cosa ne pensate, è giusto eliminare da Sanremo il rapper? Lo conoscevate prima delle polemiche sulla sua partecipazione al Festival?
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