Presidi indagati per aver ammesso alla scuola d’infanzia bambini non vaccinati. Il caso a Belluno.
Alcuni presidi della provincia di Belluno sono finiti nei guai per aver ammesso nelle scuole d’infanzia i bambini non vaccinati, violando la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale. Per questo motivo sono stati indagati dalla magistratura. Cosa è successo.
La legge è legge e va rispettata, a maggior ragione se chi è chiamato a rispettarla e soprattutto applicarla è un pubblico ufficiale, come un dirigente scolastico nell’esercizio delle sue funzioni. Così capita che quei presidi che hanno chiuso un occhio sulla legge che prevede l’obbligo vaccinale, assecondando i genitori più riottosi a far vaccinare i figli, siano finiti sotto la lente della magistratura. Infatti, nel 2017 la legge Lorenzin prevede che i bambini da 0 a 6 anni che non siano stati regolarmente vaccinati non possano essere ammessi alla scuola d’infanzia. Vanno lasciati fuori. Una norma molto severa, è vero, ma dettata dalla necessità di proteggere la loro salute e quella dei loro compagni.
Come sappiamo, infatti, i bambini all’asilo si ammalano con grande frequenza perché l’incidenza delle malattie infettive è più alta sotto i 5 anni (come possiamo constatare anche dai bollettini sul virus dell’influenza), inoltre i bambini sono altamente contagiosi anche per gli altri. Certe malattie infettive contratte da piccoli, poi, possono essere molto pericolose, come il morbillo che nei bambini di pochi anni può causare la terribile PESS, la panencefalite subacuta sclerosante, una gravissima forma di encefalite cronica degenerativa che uccide lentamente e in modo atroce, con un progressivo decadimento mentale e motorio, anche a distanza di anni da quando si è contratto il morbillo. Ecco perché i bambini e i loro amichetti vanno protetti fin da piccoli contro rischi tanto terribili e soprattutto evitabili.
Dall’entrata in vigore della legge Lorenzin del 2017 abbiamo assistito a diversi casi di bambini respinti all’ingresso della scuola d’infanzia perché i loro genitori non li avevano fatti vaccinare e pretendevano che entrassero comunque all’asilo, nonostante la legge. Momenti spiacevoli e drammatici per alcuni bimbi, che tuttavia si sarebbero potuti evitare se i loro genitori li avessero vaccinati.
Se molti dirigenti scolastici hanno applicato rigorosamente la legge, altri invece hanno preferito lasciar correre e di conseguenza sono stati indagati dalla magistratura. Siamo sicuri che nella stragrande maggioranza dei casi la legge sull’obbligo vaccinale non sia stata applicata per evitare momenti di tensione con le famiglie che avrebbero fatto male ai bambini. Forse molti presidi hanno aspettato ad espellere i bambini dagli asili nell’auspicio che con il tempo i genitori avrebbero cambiato idea e si sarebbero convinti a far vaccinare i figli. Così però non è avvenuto. Poi, molto probabilmente c’è anche chi ha agito in modo non propriamente limpido.
Sta di fatto che ora alcuni presidi rischiano di pagare questa omissione del loro ufficio. A Belluno, infatti, circa 30 presidi sono stati indagati per aver ammesso nelle scuole d’infanzia bambini non vaccinati. Il fascicolo d’inchiesta è stato aperto dalla Procura di Belluno che ha indagato sia i dirigenti di scuole pubbliche che quelli di scuole private. I bambini non vaccinati, infatti, non andavano ammessi nemmeno negli asili e nidi privati. L’accusa per questi presidi è quella di omissione in atti d’ufficio. Un reato importante.
L’inchiesta a carico dei presidi è partita con le indagini dei carabinieri del Nas di Treviso riguardanti la veridicità dei documenti presentati dai genitori sullo stato vaccinale dei figli. Come ricorderete, infatti, in diversi casi in Italia, i genitori avevano presentato documenti di autocertificazione in cui si dichiarava il falso sull’avvenuta vaccinazione dei figli o sulla loro esenzione, presentando certificati falsi, anche con l’aiuto di alcuni medici compiacenti.
Nell’ambito di queste indagini, gli inquirenti hanno scoperto che alcuni presidi avrebbero dovuto impedire l’accesso agli asili ai bambini non vaccinati per ragioni di igiene e sanità, ma non l’hanno fatto. Un atto da compiere “senza ritardo”, per consentire la frequenza dei bambini in regola con i vaccini dal settembre 2018 a giugno 2019, come spiega Repubblica nel riportare la notizia.
Sul caso è intervenuto anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che ha dichiarato: “Ormai la legge sui vaccini è a regime e, dove si presentano le condizioni, è giusto non ammettere un bambino che non si è vaccinato a scuola. Ai dirigenti scolastici in questo senso non è consentita discrezione e non allontanando i bambini non vaccinati, di fatto incorrono nel reato di omissione di atti d’ufficio”. Quello dei carabinieri del Nas “è un atto doveroso. Come Associazione ci siamo sempre raccomandati sull’importanza della tutela della salute collettiva”, ha concluso Giannelli.
Che ne pensate unimamme? Siete d’accordo?
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