Il commovente momento in cui genitori e figli separati da quasi due anni alla frontiera tra Messico e Stati Uniti si riabbracciano.
Sono purtroppo noti i metodi brutali voluti dal presidente Usa Donald Trump nei confronti dei migranti alla frontiera con il Messico. Negli ultimi anni abbiamo assistito a vere e proprie ondate migratorie provenienti dai Paesi dell’America latina e dirette verso gli Stati Uniti con migliaia di persone in marcia, a piedi, per fuggire da miseria, privazioni dei diritti fondamentali e situazioni sociopolitiche da guerra civile. In molti sono scappati da Paesi come l’Honduras o il Guatemala, per citare i principali, hanno attraversato tutto il Messico e poi hanno provato ad attraversare clandestinamente la frontiera con gli Usa. Un vero e proprio viaggio della speranza, alla ricerca di un futuro migliore, soprattutto per i propri figli, non solo per sfuggire dalla povertà estrema ma anche dalle persecuzioni in Paesi cronicamente instabili e violenti. I migranti che si sono messi in viaggio, pur entrando clandestinamente negli Usa, hanno sperato di poter presentare domanda per l’asilo politico. Alla frontiera, però, non hanno trovato un’accoglienza amichevole, anzi. La polizia ha cercato di respingerli in tutti i modi, mentre Trump tentava di allungare quel muro con il Messico che già i suoi predecessori, Obama incluso, avevano in parte innalzato.
I migranti che sono riusciti ad entrare sono stati arrestati, anche quelli con i bambini piccoli, come ha documentato la terribile foto della mamma arrestata mentre era con la figlia di tre anni in lacrime. Immagine iconica che ha vinto il prestigioso World Press Photo lo scorso anno. Una volta fermati, i genitori sono stati separati dai figli e spediti in centri di detenzione mentre i bambini sono finiti nei cosiddetti “rifugi”, “tender age shelter“, o strutture per l’infanzia del governo Usa che tuttavia si sono rivelate subito inadeguate e carenti, a loro volta dei centri di detenzione piuttosto che strutture per accogliere bambini. Successivamente, molti genitori sono stati rimpatriati nei loro Paesi di origine, mentre i bambini sono rimasti negli Usa. I più fortunati sono stati accolti da alcune famiglie americane, dove hanno trovato il calore, l’affetto e tutto quello che può offrire la famiglia. Gli affidatari americani hanno permesso poi a questi bambini di rimanere in contatto con i loro genitori grazie ai servizi online di videoconferenza, dove è stato possibile.
In questi giorni, finalmente, grazie alle disposizioni di un giudice americano, alcuni bambini migranti hanno potuto riabbracciare i loro genitori che non vedevano da quasi due anni.
Erano stati separati nel 2018 e finalmente, dopo quasi due anni, si sono potuti riabbracciare: stiamo parlando di un padre e del figlio di 9 anni del Guatemala, David e Byron Xol. Appartengono alle migliaia di migranti che negli ultimi anni hanno tentato di attraversare la frontiera con il Messico per entrare negli Stati Uniti. Alle loro spalle ci sono storie di difficoltà, sofferenza, persecuzioni. Migranti che avevano tentato di presentare domanda di asilo ma non ce l’hanno fatta.
A fermarli sono state le misure aspre volute dal Presidente Trump contro i migranti: quella “tolleranza zero” iniziata nella primavera del 2018 con cui il presidente Usa per fermare gli arrivi dei migranti non autorizzati ha ordinato l’arresto dei genitori e la separazione delle famiglie, con i bambini spediti in centri di accoglienza che assomigliano però più a delle prigioni. Molte famiglie sono state costrette a subire non solo la separazione ma anche le privazioni dei centri di detenzione. In molti casi i migranti, non solo adulti ma anche i bambini, non hanno ricevuto cibo a sufficienza, né assistenza medica e nemmeno acqua potabile. Ammassati come bestie nei centri affollati sono stati costretti anche a subire le umiliazioni e le angherie degli agenti di sorveglianza. Una situazione che ha destato scandalo internazionale e ha mosso le associazioni dei diritti civili e i team di avvocati che hanno tentato di liberare i migranti e soprattutto i loro bambini.
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Secondo le stime, sarebbero quasi 4.000 i bambini separati dai loro genitori alla frontiera con il Messico. Per alcuni di loro gli avvocati sono riusciti ad ottenere che fossero temporaneamente affidati a famiglie americane che si prendessero cura di loro, in attesa di riunirsi ai genitori.
Nel frattempo gli avvocati dell’American Civil Liberties Union (ACLU) hanno iniziato la loro battaglia giudiziaria per far cessare le separazioni di genitori e figli, illegali anche per le leggi americane. Il giudice di Distretto Dana Sabraw ha dato loro ragione, ordinando lo stop alla separazione di genitori e figli e che le famiglie separate fossero riunite. Una vittoria, ma non per tutti. Al momento, solo piccoli gruppi di genitori migranti, che erano stati rimpatriati, hanno potuto far ritorno negli Usa per riabbracciare i loro figli. Si tratta, in particolare, di quei migranti che erano stati ingannati sulla presentazione della domanda di asilo o costretti a ritirarla. A costoro è stato permesso di fare ritorno negli Stati Uniti per riunirsi ai loro figli e presentare nuovamente domanda. Molti altri, invece, stanno ancora aspettando. Soprattutto i bambini.
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Chi è riuscito a rientrare negli Usa è come se avesse vinto la lotteria. Il piccolo Byron, 9 anni, ha potuto riabbracciare suo padre David Xol all’aeroporto di Los Angeles, dove l’uomo è arrivato il 22 gennaio dal Guatemala. La scena è stata commovente. Un altro cittadino guatemalteco, Fernando Arredondo, era stato separato dalla moglie e dalle figlie. Incredibilmente la moglie e due delle figlie avevano ottenuto il diritto di ingresso negli Usa per motivi politici. Mentre il marito no e un’altra figlia era finita in un centro di accoglienza. Anche questa famiglia finalmente si è riunita, come mostrano e commoventi immagini qui sotto.
Questa storia è stata raccontata dal New York Post.
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