Parto in ambulanza provoca traumi e una menomazione al bambino. Una mamma sporge denuncia.
Il figlio ha subito gravi traumi e una menomazione a seguito di un parto d’urgenza durante il trasporto in ambulanza. Una donna di Rovigo ha sporto denuncia. Secondo la donna, il figlio sarebbe dovuto nascere con parto cesareo, ma i medici che l’hanno soccorsa avrebbero deciso diversamente, mettendo in pericolo la vita del bambino. La madre li ha denunciati ai carabinieri di Padova, dove ora il neonato è ricoverato.
A 46 anni era alla sua seconda, inaspettata, gravidanza e sapeva che sarebbe stata a rischio e che per il parto avrebbe dovuto sottoporsi a taglio cesareo. Così le aveva detto il ginecologo, dal quale si era fatta subito visitare vista l’età avanzata per avere un figlio. La donna aveva seguito tutte le indicazioni del medico e la nascita del bambino era prevista per la metà di aprile. Il parto sarebbe avvenuto un cesareo programmato in ospedale a Rovigo. Le cose però sono andate diversamente, purtroppo.
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Il mattina del 9 gennaio la donna si è recata al pronto soccorso di Rovigo perché non si sentiva bene. Qui ha avvertito subito il personale sanitario di essere incinta e di avere una gravidanza a rischio. I sanitari, però, l’avrebbero trattata con freddezza e superficialità, come ha denunciato. “Dopo molte insistenze mi trasferiscono in ginecologia – ha raccontato -. Mi fanno attendere mezz’ora. Vedo una dottoressa con due infermiere e disperata dai dolori e dalla preoccupazione grido che sto male e che mi devono visitare. Mi hanno deriso e solo dopo avermi visitata e fatto un’ecografia si sono resi conto che era una cosa grave. Con una calma irritante mi hanno fatto una flebo in attesa che un’ambulanza mi portasse a fare il cesareo a Padova“, è la testimonianza della donna riportata dal Gazzettino.
Poi, dopo le 13.30, la donna è stata trasferita sull’ambulanza ma prima che il mezzo potesse partire gli infermieri avrebbero discusso sull’opportunità di tenerle attaccata la flebo o rimuoverla per il rischio che durante il trasporto si potesse formare una bolla d’aria. Quello che poi sarebbe successo, allungando ancora i tempi del trasferimento. Come ha riferito la donna.
Il momento drammatico, però, è stato durante il trasporto per l’ospedale di Padova. Nel tragitto lungo l’autostrada A13, mentre l’ambulanza correva a sirene spiegate, all’altezza di Monselice il bambino è nato. In ambulanza ad assistere la donna c’era un giovane medico. Il travaglio era già iniziato e le contrazioni si sono intensificate durante la corsa in ambulanza. Alle 13.55 si sono rotte le acque e a quel punto è stato inevitabile far nascere il bambino. La donna nel frattempo diceva al medico che il bambino non poteva nascere con il parto naturale, ma che era necessario fare il cesareo, come le aveva detto il suo ginecologo e come era indicato anche nella sua cartella clinica. Il medico, però, non le avrebbe dato retta, procedendo comunque a far nascere il bimbo con il parto naturale. Il medico ha cominciato a tirare fuori il bambino, spingendo anche sul ventre della donna per far uscire la testa. Mentre avveniva il parto, l’ambulanza andava verso l’ospedale subendo con gli “scossoni di un mezzo in corsa“, come ha riferito la donna. Il bambino è nato poco dopo, alle 14.10, prematuro e podalico. Purtroppo era cianotico. Il medico gli ha fatto il massaggio cardiaco e gli ha messo la mascherina per l’ossigeno.
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Un parto in ambulanza, in condizioni estreme e per una gravidanza che era già a rischio. Quando il bambino è arrivato in ospedale a Padova aveva le braccia fratturate, una menomazione funzionale alla mano destra, diversi ematomi di cui due al collo, quattro al cervello e uno al cervelletto. Subito è stato ricoverato in terapia intensiva neonatale, dove, ha detto la mamma, “si occupano con competenza e amore di lui“.
Riguardo al parto, invece, la donna è convinta di essere stata vittima di negligenza da parte dei sanitari dell’ospedale di Rovigo. Il suo caso non avrebbe avuto l’attenzione e la cura necessarie. Per questo motivo la donna sporto denuncia ai carabinieri di Padova. “Ho partorito su un mezzo in corsa. Il mio bambino ha riportato dei danni e rischia la vita. Se sono stati fatti errori i responsabili devono pagare… Nessuno dovrebbe essere trattato così“, ha detto la donna.
Che ne pensate di questa storia unimamme?
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