Per i minori in fuga da guerre e persecuzioni che arrivano nel nostro Paese è stato pensato un progetto che li possa aiutare ad integrarsi.
In una società sempre più multietnica è necessario favorire una corretta interazione dei bambini. Si tratta di un’attività che deve essere svolta per aiutare i minorenni ad integrarsi nel Paese dove dovranno vivere. L’associazione SOS Villaggi dei Bambini, in collaborazione con Centro PENC, Save the Children Svezia, War Child Olanda, Refugees Welcome Italia e SOS Villaggi dei Bambini Grecia, ha messo in atto un progetto europeo volto proprio a favorire l’integrazione.
Minori in fuga: il progetto di formazione per aiutarli nel percorso dell’integrazione
Enhancing Psychosocial Wellbeing of Unaccompanied Minors (EPSUM) è il progetto che è iniziziato a gennaio e che vuole andare a ridurre il livello di disagio psicosociale dei minorenni, rafforzando le capacità di presa in carico e risposta ai loro bisogni di tutte le figure con le quali entrano in contatto quotidianamente, in particolare assistenti sociali, educatori e insegnanti.
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I Paesi che ne prendono parte sono: l’Italia, la Svezia e la Grecia. Questi sono i Paesi Europei che sono coinvolti nel fenomeno della migrazione. La durata sarà di 24 mesi e verranno coinvolti oltre 500 minorenni e circa 120 volontari. L’Head of Emergency Response Unit per SOS Villaggi dei Bambini, Orso Muneghina, ha spiegato: “I minorenni stranieri che arrivano in Europa hanno molto spesso bisogno non solo di cure e attenzioni, ma anche di ritrovare opportunità di espressione e di gioco. Il progetto Epsum, in tal senso, rappresenta uno spazio adeguato e protetto di espressione e di scambio attraverso l’impegno delle risorse già presenti sul territorio che si trovano a contatto con loro”.
Come si legge da un comunicato stampa diffuso dall’associazione, negli sbarchi dei migranti ci sono sempre una percentuale di bambini. Nel 2019, le persone che sono arrivate in Europa sono state 125.603 delle quali il 27% è rappresentato da minorenni che si trovano ad affrontare un’esperienza difficile. A volte, alcuni di loro possono avere anche delle ripercussioni sul loro benessere psicologico. È dimostrato, infatti, che l’esperienza di migrazione forzata può determinare, soprattutto tra coloro che sono rimasti soli, gravi ripercussioni sul loro benessere.
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Alla base della formazione prevista dal progetto EPSUM c’è una metodologia già sperimentata con successo in Olanda che aiuta a ridurre il livello di disagio psicosociale tra i Minori stranieri non accompagnati mediante strumenti concreti per interagire con loro. Non solo, mira a sviluppare la consapevolezza delle proprie risorse individuali, facilitare la capacità di ascolto attivo come competenza distintiva e migliorare la coesione all’interno del gruppo. In Italia, a Palermo, oltre alle famiglie affidatarie e insegnanti, hanno aderito al progetto Epsum anche ragazzi maggiorenni, ex MSNA, minori stranieri non accompagnati, che vivono quotidianamente a stretto contatto con i minorenni.
Voi unimamme cosa ne pensate di questo progetto? Per voi è importante l’integrazione?
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