Coronavirus: l’altra epidemia è quella della psicosi e delle fake news. I consigli per difendersi.
La comprensibile apprensione per l’epidemia di coronavirus originatasi in Cina ha purtroppo scatenato una vera e propria psicosi, insieme al proliferare di fake news e teorie complottiste, come purtroppo accade in questi casi. La velocità con la quale si susseguono le notizie, la situazione di allarme e purtroppo le tante falsità, messe in circolazione per errore o di proposito, stanno confondendo le persone e condizionando i loro comportamenti in modo negativo. Pertanto le istituzioni sono corse ai ripari per smentire le false teorie, fare chiarezza e corretta informazione.
Peggio dell’epidemia del nuovo coronavirus, 2019-nCoV, c’è solo la diffusione “virale” delle fake news, che circolano più velocemente della malattia. L’epidemia non è da sottovalutare, ovviamente, ma al momento la situazione in Europa è sotto controllo, essendo pochi i casi:
24 in totale, 26 se vogliamo aggiungere anche i 2 in Russia. Tutti sono stati importati da viaggiatori che non sapevano di esser contagiati finché la malattia non si è manifestata. Quindi il virus è stato contratto in Cina, o perché i viaggiatori erano stati a Wuhan, nella provincia di Hubei, dove il virus ha avuto origine, o perché lo hanno contratto da altre persone già contagiate.
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È in Cina dove si concentra la maggior parte dei casi di coronavirus, arrivati a quasi 20.000, di cui 426 sono i morti, secondo gli ultimi aggiornamenti. Un morto è stato registrato anche nelle Filippine, il primo fuori della Cina, si tratta di un cittadino cinese proveniente da Wuhan.
La psicosi purtroppo ha portato a diversi episodi di razzismo nei confronti dei cinesi, anche di coloro che in Cina non ci vanno più da anni. Bruttissimi episodi che si sommano alla diffidenza nei confronti di negozi e ristoranti cinesi in questi giorni deserti. Il razzismo è da stigmatizzare sempre e comunque e la diffidenza verso i cinesi è assurda e irrazionale. Gli unici casi di Coronavirus presenti in Italia sono quelli dei due turisti cinesi, marito e moglie, provenienti dalla provincia di Hubei e in vacanza a Roma. I due turisti si trovano ricoverati da qualche giorno all’ospedale Spallanzani, specializzato in malattie infettive, mentre le persone che sono entrate in diretto contatto con loro sono in stretta osservazione. Non ci sono altri casi, anche solo sospetti, di coronavirus in Italia, anche perché la scorsa settimana è stato chiuso il traffico aereo passeggeri con la Cina, con tutta la Cina e non con la sola città di Wuhan, dove è partito il focolaio dell’epidemia. L’Italia è l’unico Paese europeo ad averlo fatto. Quindi non c’è motivo di temere l’arrivo di nuovi casi di coronavirus nel nostro Paese.
Lunedì 3 febbraio sono rientrati in Italia i 60 connazionali che risedevano o si trovavano a Wuhan per motivi di lavoro o di studio. Hanno viaggiato con un aereo militare appositamente allestito per loro, con medico a bordo, e sono sbarcati all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Quindi sono stati condotti in tutta sicurezza nella città militare di Cecchignola, dove resteranno in quarantena per circa 14 giorni, il tempo di incubazione del virus. Al momento nessuno di loro risulta ammalato, se sono stati contagiati dal coronavirus lo sapremo tra qualche giorno. Solo questi, al momento, sono i possibili casi di rischio in Italia.
Non c’è alcun motivo di evitare ristoranti e negozi cinesi, così come non sono pericolosi gli oggetti che provengono dalla Cina, perché il materiale inerte non è contaminabile. Poi, come abbiamo già detto, non serve a niente indossare la mascherina, come hanno spiegato i medici. La mascherina, infatti, serve solo alle persone malate, per evitare di contagiare gli altri, oppure per proteggerle. Un buon modo per evitare il contagio, anche dell’influenza, è quello di lavarsi bene le mani molto bene e di frequente e quando si soffia il naso gettare via subito il fazzoletto utilizzato.
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, è intervenuto per spiegare la situazione del coronavirus in Italia, come viene accertato e le precauzioni da prendere.
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Altre indicazioni le ha date l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che già aveva invitato ad evitare inutili allarmismi. Qui l’elenco delle risposte a tutti i dubbi e i miti da sfatare:
Infine, le istituzioni raccomandano di non ascoltare le voci o il sentito dire sull’epidemia di coronavirus ma solo di ascoltare gli esperti. Non date alcun credito ai messaggi vocali su Whatsapp né al post terroristici su Facebook o altri social.
Avete capito tutto unimamme?
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