Sanremo 2020: Rula Rebreal commuove e dona parte del suo cachet a Nadia Murad, vittima di stupro e Premio Nobel per la Pace.
La prima serata del Festival di Sanremo 2020 ha visto salire sul palco del teatro Ariston la giornalista e attivista Rula Jebreal, di origine palestinesi e con cittadinanza israeliana e italiana. Nei giorni precedenti, la sua partecipazione al festival della canzona italiana era stata accolta con qualche polemica di natura politica, ma è stata comunque confermata. Una volta salita sul palco, Rula Jebreal ha tenuto un toccante monologo contro la violenza sulle donne, leggendo i testi di alcune famose canzoni italiane che parlando di donne. È stato un momento molto toccante, che vi riproponiamo nel video più tutto.
L’intervento di Rula a Sanremo è salito al centro delle cronache non solo per il suo monologo e per le polemiche che l0 hanno preceduto, ma anche per il gesto della giornalista di devolvere metà del suo cachet a Nadia Murad, Premio Nobel per la Pace 2018 e attivista contro la violenza sessuale come arma di guerra.
Ha commosso tutti il toccante monologo di Rula Jebreal sul palco del teatro Ariston di Sanremo nella prima serata del Festival della Canzone italiana. Fortemente voluta da Amadeus, nonostante le polemiche, Rula ha incantato il pubblico per la sua bellezza ed eleganza. La giornalista israeliano-italiana ha tenuto un monologo contro il femminicidio e la violenza sulle donne.
Il video dell’intervento di Rula Jebreal a Sanremo 2020.
Con due leggii sul palco, uno nero e uno bianco, ha letto dal primo le brutali parole della cronaca di stupri, abusi e violenze sulle donne e sull’altro le romantiche parole tratte dalle più belle canzoni della tradizione italiana e dedicate alle donne: La cura di Battiato, La donna cannone di Francesco De Gregori, Sally di Vasco Rossi e C’è tempo di Ivano Fossati.
Rula ha raccontato la sua storia di bambina in un orfanotrofio di Gerusalemme. Era stata portata lì dal padre quando aveva 5 anni, dopo che sua madre Zakia, detta Nadia, si era suicidata dandosi fuoco, non avendo mai superato il trauma delle brutali violenze sessuali subite da bambina. Rula Jebreal ha ringraziato sua madre e sua figlia Miral, presente in sala, per quello che è riuscita a diventare. Poi si è rivolta agli uomini: “Lasciateci essere quello che siamo e quello che vogliamo essere…“.
Prima di questo intervento sul palco dell’Ariston, durante la conferenza stampa di presentazione del Festival, Rula Jebreal aveva annunciato che avrebbe donato parte del suo cachet di Sanremo all’attivista Nadia Murad, Premio Nobel per la Pace 2018 insieme al medico congolese Denis Mukwege per il loro impegno contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra. Non si conosce a quanto ammonti il cachet di Rula Jebreal per la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe di circa 25 mila euro. Devolverlo in parte all’attivista Murad è sicuramente un gesto generoso e forte, che conferma l’impegno di Jebreal contro la violenza sulle donne.
Vi abbiamo già raccontato di Nadia Murad in altre occasioni. Quando vinse il Premio Nobel per la Pace e anche quando ricevette dal Parlamento europeo il Premio Sakharov, nel 2016, insieme a Lamiya Aji Bashar. Le due giovani donne, entrambe di etnia yazida, furono rapite dai terroristi dell’Isis nel 2014, quando erano ancora soltanto delle ragazzine, e ridotte a schiave sessuali. Nadia Murad è nata nel Sinjar, nel nord dell’Iraq, nel 1993. Con l’espansione dell’Isis nel Paese, la minoranza yazida fu perseguitata, con veri e propri massacri e la riduzione in schiave sessuali di moltissime donne. Nadia, Lamiya e altre furono vittime di stupri e torture inenarrabili. L’Isis assalì il villaggio di Kocho, dove Nadia viveva con la famiglia, nell’agosto del 2014, uccidendo 600 persone, tra cui 6 fratelli di Nadia. La giovane fu portata via e tenuta in ostaggio. Durante la prigionia Nadia Murad venne picchiata, torturata con mozziconi di sigaretta e stuprata. Qualche mese dopo il suo sequestro, miracolosamente riuscì a fuggire da quell’inferno quando uno dei suoi carcerieri si dimenticò di chiudere a chiave la porta della casa dove era stata rinchiusa. Con il ritorno alla libertà, Nadia Murad ha raccontato le atrocità subite e quelle di tante donne come lei, facendosi portavoce della battaglia contro gli stupri e le violenze sessuali di guerra. Si calcola che oltre 3mila ragazze yazide sono state vittime di stupri e abusi da parte del’Isis. Nel 2016, Nadia Murad è stata nominata prima Ambasciatrice Onu per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani,. Poi ha ricevuto il Premio Sakharov per i diritti umani e due anni più tardi il Nobel per la Pace.
Nadia Murad insieme a Rula Jebreal è anche consigliera del presidente francese Emmanuel Macron per la parità femminile e la lotta al gender gap.
Che ne pensate unimamme del monologo di Rula Jebreal e della donazione di parte del suo cachet a Nadia Murad? Lo farete vedere ai vostri figli?
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