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“E’ un miracolo”: Luca Parmitano e la sua esperienza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale | FOTO

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valeria bellagamba

Luca Parmitano e l’unità dell’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Lo spirito di unione e fratellanza che va oltre le differenze culturali e di religione.

“E’ un miracolo”: Luca Parmitano e la sua esperienza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale | FOTO – Universomamma.it (Luca Parmitano al rientro sulla Terra. Foto di SERGEI ILNITSKY/POOL/AFP via Getty Images)

L’astronauta italiano Luca Parmitano è rientrato il 6 febbraio, sulla Terra dopo oltre sei mesi nello spazio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Durante una conferenza stampa, trasmessa in diretta dal Centro per l’addestramento degli astronauti (Eac) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Colonia, Parmitano ha raccontato la sua ultima esperienza in orbita intorno alla Terra.

Luca Parmitano e l’unità dell’equipaggio sulla Stazione Spaziale Internazionale: “come fratelli e sorelle”

Era il 20 luglio del 2019 quando il capitano dell’Aeronautica italiana e astronauta dell’ESA Luca Parmitano partiva a bordo della Soyuz per lo spazio, destinazione la ISS (Stazione Spaziale Internazionale) dove è rimasto fino al suo ritorno sulla Terra, il 6 febbraio 2020. Oltre 6 mesi in orbita intorno alla Terra a svolgere le attività di controllo e manutenzione ordinaria a bordo della stazione spaziale, condurre esperimenti, effettuare attività extraveicolari, le cosiddette passeggiate spaziali, e anche a ricoprire il ruolo di comandante della ISS, il primo italiano e il terzo europeo. Parmitano è stato 201 giorni nello spazio con la missione dell’ESA Beyond, periodo durante il quale si sono alternate le Expedition 60 e 61, la seconda con Parmitano come comandante della Stazione Spazione Internazionale. Sotto la sua guida si è svolta anche la prima passeggiata spaziale – attività extraveicolare – di sole donne.

Oggi, Luca Parmitano, a due giorni dal suo atterraggio, ha partecipato alla conferenza stampa nel Centro spaziale astronauti dell’Esa, a Colonia, alla presenza del Dg dell’Agenzia Spaziale Europea, Jan Woerner, e del direttore dell’Esplorazione abitata e robotica dell’Esa, David Parker. Nel pubblico era presente anche la collega Samantha Cristoforetti.

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Parmitano e l’equipaggio della Expedition 60 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Foto ESA)

Parmitano era già stato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale una prima volta nel 2013, quando effettuò due attività extraveicolari e diventando il primo astronauta italiano ad effettuare una passeggiata spaziale. Durante la seconda, a seguito di un incidente dovuto al malfunzionamento del suo equipaggio il casco gli si era riempito d’acqua. Fortunatamente Parmitano non ebbe conseguenze, anzi il sangue freddo e la professionalità dimostrati in quella emergenza gli sono valsi il ruolo di comandante della ISS nell’ultima missione.

Nel raccontare l’ultima esperienza nello spazio, a Parmitano ha detto di essere emozionato. Quando gli è stato chiesto di raccontare un momento particolare di questo suo ultimo viaggio in orbita, l’astronauta ha voluto sottolineare l’unità e lo spirito di fratellanza tra i membri dell’equipaggio. “È sempre difficile scegliere un evento su tutti gli altri” da ricordare dopo una missione spaziale, ha detto: “È ingiusto  scegliere un evento rispetto agli altri, c’è il lancio, il rientro, l’altissima scienza. Poi ci sono momenti squisitamente umani“.

Pertanto “visto che ritengo che il retaggio della Iss” è “questa incredibile capacità di riuscire ad unire” le persone a bordo “sotto la grande bandiera della scienza, l’astronauta italiano ha scelto di raccontare, come miglior ricordoforse a livello emblematico, quei giorni trascorsi fra l’Expedition 60 e l’Expedition 61, quando sulla Iss sono arrivati il primo astronauta degli Emirati Arabi Uniti, il musulmano Hazza Ali al-Mansuri, e l’astronauta Jessica Meir di religione ebraica“.

Si dice che nello spazio, sulla Iss, “le persone comuni partono e lavorano come un equipaggio ma poi rientrano a Terra come fratelli e sorelle“. E questo “è un miracolo“, ha sottolineato Luca Parmitano, nelle parole citate dall’Adnkronos.

Nel corso della conferenza stampa, l’astronauta italiano ha voluto parlare anche della fragilità della Terra, vista dallo spazio, e della necessità di tutelarla. “Pensi di conoscere il pianeta, poi lo vedi da lontano e ti rendi conto che è un sistema vivente“: Le nuvole che si muovono con il vento sono il suo respiro, l’acqua dei fiumi e degli oceani è il suo sangue“, ha raccontato  Parmitano, descrivendo la Terra in modo poetico.

Dalla quota di 440 chilometri vediamo la fragilità del nostro pianeta e ci rendiamo conto che l’atmosfera è davvero sottile“, ha continuato, “ho visto uragani di intensità notevole, come quelli che hanno colpito le Bahamas e Puerto Rico; ho visto anche i fuochi delle foreste amazzoniche, quelli dell’Africa e da settembre a gennaio ho fotografato i fuochi che hanno tinto di rosso l’Australia“, sono le immagini descritte da Parmitano, riferite da Ansa.

Che dire unimamme? Forse tutti noi dovremmo imparare qualcosa qui sulla Terra.

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“E’ un miracolo”: Luca Parmitano e la sua esperienza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale | FOTO – Universomamma.it (Luca Parmitano, Christina Koch e Andrew Morgan sulla Stazione Spaziale Internazionale. Foto Nasa)
valeria bellagamba

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