Sempre più ragazzi ricorrono alla chirurgia estetica. La legge dovrebbe stabilire maggiori limitazioni secondo un esperto.
La società italiana di medicina estetica ha confermato la tendenza di ricorrere sempre più e sempre prima alla chirurgia estetica, tanto da interessare anche gli adolescenti. Purtroppo si tratta di una questione culturale, di valori: se una volta i giovani chiedevano un motorino o dei vestiti alla moda, di marca, oggi è frequente che vengano chiesti ai genitori interventi di chirurgia plastica come rinoplastico, mastoplastica additiva o filler.
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Il problema è culturale e famigliare: spesso infatti l’esempio viene anche dai genitori. Alla base c’è l’utilizzo “compulsivo” della propria immagine e la perdita del “senso del limite”. Ecco quindi che il corpo divieno precocemente erotizzato, colpa anche dei modelli proposti dai media. Il problema però non sembra essere solo culturale, ma anche legislativo. E’ quanto ritiene il professore Maurizio Valeriani, un noto chirurgo plastico di Roma, intervistata da La Stampa: “I giovani sono oggi più propensi alla chirurgia estetica e questo ha reso indispensabili delle leggi che limitassero l’afflusso dei minorenni..” per questo il professore ha lavorato nel 2012 ad una proposta con l’onorevole Martini che vieta l’applicazione delle protesi mammarie alle minorenni con sanzioni penali per i medici. Secondo il professore però occorrono limitazioni per legge anche per altri interventi come ad esempio la rinoplastica e la lipo sculture e ciò perché che i ragazzi hanno una struttura muscolare ancora in crescita e possono puntare modellare il corpo con esercizi fisici e dieta riuscendo ad ottenere ottimi risultati. Inoltre è importante per il professore considerare anche il risvolto psicologico: accettare i difetti è parte della crescita, gli adulti ci arrivano man mano, ma se il difetto viene fatto sparire dal chirurgo plastico non si attua un processo sano di “accettazione” della propria identità. “La nostra immagine corporea viene elaborata mentalmente del nostro cervello per cui l’accettazione di qualche piccolo difetto fisico è naturale e l’abbiamo maturato tutti. Nel giovane la capacità di auto accettazione è sicuramente minore rispetto all’adulto e talvolta vi sono casi in cui si rende necessario l’appoggio dello psicologo. Ricorrere troppo presto alla chirurgia estetica può bruciare queste tappe e fornire ai giovani l’idea, sbagliata, che il bisturi possa realizzare tutti i loro sogni di perfezionismo fisico.”
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A ciò il professore aggiunge anche il fatto che i modelli offerti dai media sono cambiati rispetto al passato, sono diventati “innaturali”: “..si sta passando da modelli estetici improntati alla magrezza estrema, a nuovi canoni di estetica innaturale dove è evidente l’intervento del chirurgo: seni non proporzionati ai corpi magri, glutei eccessivi e le famose labbra a canotto.”
Per questo è necessario e fondamentale il ruolo della famiglia nella quale il ragazzo o la ragazza, che si sente accettata, possa davvero imparare a trovare un equilibrio tra la sana voglia di migliorarsi e il rispetto della propria identità. E voi unimamme, cosa ne pensate di questa tendenza? Ne parlate mai con i vostri figli? Cosa rispondereste voi ad una figlio alla richiesta di andare dal chirurgo plastico?
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