Un’esperta ha spiegato perchè le sette attirano le persone e come uscirne, sulla scia di quello che è successo qualche giorno fa con “la setta del Vampiro”.
E’ di qualche giorno fa la notizia che no studente di 23 anni è stato arrestato perché ha fondato una presunta setta satanica. Le indagini sono ancora in corso, sembrerebbe che lo studente sia l’unico indagato per riduzione in schiavitù e servitù e violenze sessuali, ai danni di quattro vittime, due delle quali sotto i 18 anni.
A seguito della denuncia che due mamme hanno presentato, gli uomini della Squadra mobile guidati da Antonino De Santis, hanno prima perquisito la casa del “capo della setta” e poi anche quella dei suoi 7-8 amici-solidali per cercare elementi che possano confermare quello che le vittime hanno raccontato alla Polizia.
Dalle prime indagini è emerso che per entrare nella setta si doveva stringere un “patto con il diavolo”, che consisteva nell’avere dei rapporti sessuali con il capo della setta. Ogni membro giurava fedeltà e doveva mantenere il segreto su quello che accadeva negli incontri altrimenti sarebbero accadute disgrazie ai loro familiari. La setta si riuniva al parco di Galceti o al parco Le Fontane di Galciana, un cinema a Prato. I rapporti sessuali sarebbero avvenuti spesso nell’auto dello studente, come riportato anche dalla Nazione.
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La presidente dell’Onap, Osservatorio nazionale abusi psicologici dalle vittime, patrizia Santovecchi, spiega come si può uscire da queste situazioni: “Da certe realtà estreme si vuole uscire per disperazione, quando non si regge più e si cerca rifugio nel parlare con qualcuno di esterno al gruppo. E’ con il confronto o con una dissonanza, come la vergogna, per quanto di nascosto si sta facendo, che può essere rimesso in moto il senso critico. Fino a quando si è dentro si pensa di fare la cosa che deve essere fatta e basta. Un meccanismo tenuto in piedi dalla paura pensiero magico che permette di avere potere sugli altri“.
A cadere in queste vere e proprie trappole sono sia persone con una fragilità emotiva, ma anche persone che stanno attraversando n periodo difficile e sono più fragili: “I giovani hanno bisogni di autostima e di sentirsi più potenti: un’affermazione che può passare anche attraverso l’aggressività e la violenza, sdoganati dal mondo degli adulti da un livello di eccezionalità a un livello di normalità. Anche la familiarità coi videogiochi fa metabolizzare l’atteggiamento violento come normale“.
La presidente dell’Onap spiega che il fenomeno delle sette è in aumento: “Quando sono strutturate, gli adepti sono addestrati a non far trapelare niente. Segreto e doppia vita danno senso di potere”. Per poter fermare questo pericoloso fenomeno, è importante parlarne: “Un’informazione costante. Si deve ripartire dalla famiglia con azioni coerenti, non bastano le parole. Ai giovani vanno fatti conoscere i valori veri, dalle buone maniere al linguaggio, dal rispetto per l’altro alla gentilezza“.
Voi unimamme avete seguito questa vicenda? Cosa ne pensate delle parole dell’esperta?
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