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L’autismo nelle femmine è diverso: i motivi e i rischi spiegati da un’esperta| VIDEO

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valeria bellagamba

Autismo nelle femmine: le caratteristiche peculiari e maggiori rischi di subire violenze.

L’autismo nelle femmine è diverso: i motivi e i rischi spiegati da un’esperta| VIDEO – Universomamma.it

L’autismo nelle donne è diverso da quello degli uomini, ha caratteristiche sue proprie, anche nel modo in cui si manifesta. Lo ha spiegato la psicologa Luisa di Biagio, che ha scoperto di essere autistica all’età di 40 anni. Nelle donne, infatti, la diagnosi di DSA (disturbo dello spettro autistico) è più difficile e tardiva e non è raro che arrivi ad età avanzata. Nel frattempo, grazie alla loro capacità di adattamento, le donne riescono a raggiungere i loro obiettivi e a vivere la loro vita, ma sentendosi sempre “diverse”. Come è accaduto a Luisa di Biagio, che una volta ricevuta la diagnosi di autismo si è detta molto sollevata per aver compreso il motivo della sua diversità. Ecco la sua esperienza e le differenze tra autismo femminile e maschile.

Autismo nelle femmine: quali sono le caratteristiche

Scoprire di essere affetti da autismo a 40 anni, ovviamente non la forma più grave. Una che permette di avere una vita abbastanza ordinaria, ma avvertendo costantemente che c’è qualcosa di particolare di sentirsi diversi dagli altri. È quello che è accaduto alla psicologa Luisa di Biagio, come ha raccontato lei stessa. Una diagnosi che invece di preoccuparla le ha dato grande sollievo, perché in questo modo ha potuto “dare un nome alla sua diversità“. Da qui adottare le strategie di comportamento migliori per trattarla.

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La psicologa ha raccontato la sua esperienza nel libro “Donne in blu” – il blu è il colore dell’autismo – in cui si parla appunto di autismo nelle donne. Un autismo che ha delle caratteristiche proprie, molto diverse da quello maschile. L’autismo, è la prima cosa che ha detto Luisa di Biagio, “non deve essere considerato una malattia, non deve generare ansia, non deve spaventare“, ha spiegato. Così ha sottolineato la necessità di fare chiarezza su che cosa sia, come si manifesti e agire di conseguenza per permettere alle persone con disturbo dello spettro autistico di agire di conseguenza.

L’autismo è un tipo di organizzazione del nostro sistema neurologico“, ha spiegato Luisa di Biagio in un’intervista rilasciata al canale Youtube di Freeda.
. “Il cervello delle persone autistiche funziona in maniera diversa“, così come “il corpo“. La diversità è misurata in base al rapporto con gli altri.

L’autismo tende a manifestarsi in maniera molto diversa nei maschi e nelle femmine – ha detto Di Biagio – diversa rispetto alla maggior parte di tutti gli altri. “Si potrebbe dire – ha precisato – che sì, esistono un autismo femminile e un autismo maschile. Le differenze sono tantissime, ma quelle più importanti riguardano la capacità di adattamento“. Infatti. “le femmine tendono ad avere maggiore facilità di adattamento, ad acquisire prima e meglio delle strategie cosiddette ‘di mascheramento’. Per questo motivo le femmine non sempre vengono riconosciute come autistiche. La maggior parte delle donne che riceve la diagnosi oggi è adulta, ha più di 40 anni“, ha spiegato di Biagio.

Già quando sono bambine le donne con autismo tendono ad avere comportamenti che sono maggiormente accettati a livello sociale. Le bambine con autismo quando crescono e diventano delle ragazze hanno già degli obiettivi di tipo sociale: desiderano essere accettate, accolte, riconosciute e ammirate. Come tutte le altre ragazze, del resto. Questi normalissimi desideri, però, rischiano di trasformarsi in comportamenti a rischio, con i quali le ragazze con autismo tendono ad esporsi senza filtro. Comportamenti da cui possono derivare forti delusioni o rifiuti, o peggio ancora abusi e violenze commessi da altre persone che approfittano delle fragilità delle ragazze con autismo.

Inoltre, anche quando le giovani donne affette da autismo riescono ad ottenere quello che desiderano, spesso non hanno rete che le tuteli oppure un’adeguata preparazione.

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Rischi di abusi e violenze sessuali

In questa particolare e delicata situazione aumentano i rischi di violenza sessuale nei confronti delle donne con autismo. Rischi che sono molto elevati. Infatti, segnala Luisa di Biagio, circa il 78% delle persone autistiche ha avuto un’esperienza di abuso sessuale. Questo accade, spiega la psicologa, perché nella nostra cultura i criteri di comunicazione e di gestione della sessualità si basano su schemi riguardanti la comunicazione non verbale, il non detto, un tipo di comunicazione che per gli autistici è inarrivabile. Da qui nascono gli equivoci e i fraintendimenti, tanto che le persone che commettono l’abuso sessuale alle volte non ne hanno l’intenzione e non ne sono neanche consapevoli. Lo commettono perché sbagliano ad interpretare il messaggio o i segnali che ricevono dalla persona autistica e a sua volta la persona autistica non ha la forza per fermare l’abuso o opporvisi. Una circostanza che non significa affatto che sia consenziente.

Può capitare, dunque, che la donna con autismo lanci un messaggio che viene letto da un’altra persona non autistica come apertura o disponibilità, ma così non è. La donna, inoltre, una volta iniziato l’abuso non riesce ad impedirlo e non scappa, pur soffrendo ugualmente. La conclusione, quindi, è quella di dare più importanza alla comunicazione verbale di quella non verbale, perché è l’unico modo con cui le persone con autismo possono opporsi all’atto sessuale non desiderato. Bisogna capire, dunque, che “no” significa no e non altro, a prescindere da quello che possa sembrare. Luisa di Biagio conclude sottolineando che la società non aiuta le persone con autismo anzi spesso fa di tutto affinché cambino per adattarsi alle sue esigenze. Ma questo non è possibile.

Che ne pensate unimamme? Siete d’accordo con questa impostazione?

L’intervista a Luisa di Biagio è riportata dal blog di Erickson.

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