La bambina indiana che lotta per il clima: “Non sono Greta dell’India” dice Licypriya Kangujam.
Piccole “Greta” crescono ma è meglio non chiamarla così o si arrabbia, lei è Licypriya Kangujam è indiana e a soli 8 anni, la metà degli anni di Greta Thunberg, si batte per il clima nel suo Paese, l’India, uno dei più inquinati al mondo. Già a 6 anni questa piccola attivista indiana manifestava contro l’emergenza climatica, nel tentativo di sensibilizzare le autorità e i suoi concittadini su un problema molto grave per l’India. Licypriya è la più giovane attivista del suo Paese e del mondo.
Sempre più bambini e bambine manifestano nei loro Paesi contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici per sensibilizzare su un’emergenza che ci riguarda tutti e che ha a che fare con la nostra stessa sopravvivenza su questo pianeta.
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È il caso di Licypriya Kangujam, una bambina indiana di soli 8 anni che manifesta contro i cambiamenti climatici dall’età di 6. Una piccola “Greta” in erba come l’ha soprannominata qualcuno ma lei non ci tiene affatto a farsi chiamare “Greta dell’India”, lei è Licypriya e basta ed è fiera di esserlo.
La giovane attivista ha iniziato a battersi contro l’inquinamento atmosferico in India. Un problema enorme nel suo Paese, dove le polveri sottili raggiungono giornalmente livelli altissimi, tanto da formare una nebbia fitta di smog e rendere l’aria irrespirabile. A Nuova Delhi le concentrazioni di polveri sottili sono arrivate fino a 810 microgrammi per metro cubo, contro i 25 microgrammi al massimo raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Livelli spaventosi che stanno compromettendo la salute di milioni di indiani e che sono arrivati perfino ad oscurare la vista sul Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo e Patrimonio Unesco.
I tentativi di contromisure, come le limitazioni del traffico, si sono rivelate inefficaci. Anche perché le città indiane sono affollatissime e oltre allo smog del traffico e ai fimi inquinanti degli impianti industriali ci si mettono anche le stoppie bruciate nelle fattorie appena fuori le città. Tutte emissioni estremamente nocive contro le quali serve un piano di azione su vasta scala.
Per questo motivo la piccola Licypriya ha iniziato la sua protesta per il clima, con la richiesta al governo indiano e direttamente al premier Narendra Modi di prendere misure drastiche per contenere le emissioni e rendere l’aria delle città indiane più respirabile. La giovanissima attivista, poi, chiede da tempo che le lezioni sul cambiamento climatico diventino materia obbligatoria nelle scuole.
Licypriya è cresciuta in un villaggio del Manipur, nel Nord-est dell’India e ad ispirarla è stato suo padre che nel 2015 avviò una raccolta fondi per le vittime del terremoto che devastò il Nepal. L’impegno del padre la spinse ad attivarsi a sua volta per un problema molto serio come quello dell’inquinamento atmosferico. La bambina ha iniziato lei stessa, come Greta, le sue proteste contro il riscaldamento globale e l’inquinamento. Ha iniziato le sue manifestazioni con l’associazione Chlid Movement, per sensibilizzare il governo e l’opinione pubblica sull’emergenza climatica, e lei stessa ha tenuto dei sit-in davanti al Parlamento indiano, con tanto di cartelli rivolti alle istituzioni e all’establishment del Paese, con lo slogan “Act Now“. Licypriya Kangujam chiede che il parlamento indiano approvi nuove leggi per limitare i gas serra, ormai fuori controllo.
Attenzione, però, a non chiamarla la “Greta indiana“, è un appellativo che lei non gradisce affatto, pur stimando Greta Thunberg, perché rivendica una sua propria identità e il diritto di essere riconosciuta per la sua battaglia. “Non chiamatemi Greta“, ha detto Licypriya . “Se mi chiamate ‘la Greta indiana’ non state raccontando la mia storia, la state cancellando“, ha spiegato l’attivista bambina. “Ho dato il via al mio movimento a luglio del 2018, ben prima che Greta iniziasse” (con i suoi scioperi del venerdì davanti al Parlamento svedese, i cui inizi risalgono alla fine di agosto 2018). Licypriya stima Greta e la riconosce come fonte di ispirazione, ma ci tiene all’unicità e originalità della sua storia. Come darle torto?
Licypriya ha anche sottolineato che la sua battaglia per il clima non è una crociata personale, ma un impegno per migliorare la vita di milioni di persone. In India e non solo.
Come Greta, comunque, anche Licypriya Kangujam ha partecipato alla Cop25 di Madrid dello scorso dicembre e ha protestato insieme all’attivista svedese e ad altri giovani per dare voce a tutte le persone che soffrono a causa dei cambiamenti climatici. “Sono venuta qui per dirvi che è il momento di agire, perché ci troviamo nel bel mezzo di una vera emergenza climatica“, ha detto l’attivista bambina.
In un tweet pubblicato lo scorso 7 febbraio, Licypriya ha scritto di aver completato il suo primo anno di proteste davanti al Parlamento indiano per chiedere l’approvazione di una legge sul cambiamento climatico. La polizia di Delhi e le altre forze dell’ordine però hanno minacciato di arrestarla se non avesse abbandonato il suo sit-in. Licypriya, però, ha risposto con sicurezza: “Arrestatemi se potete!”.
Così piccola e così coraggiosa. Licypriya ha partecipato anche alla conferenza delle Nazioni Unite sulle catastrofi, in Mongolia, che “le ha cambiato la vita”, come ha detto lei stessa. Non solo, l’attivista bambina ha ideato anche un geniale kit di sopravvivenza, Sukifu (survival kit for the future): una scatola fatta di materiali riciclati collegata tramite un tubo ad una mascherina per portare in spalla una pianta come fonte di ossigeno, nell’aria inquinata delle città indiane. Licypriya indossa il suo kit per richiamare l’attenzione sul problema dell’inquinamento atmosferico nel suo Paese.
La storia di Licypriya Kangujam è raccontata da Repubblica.
Che ne pensate unimamme dell’impegno di questa bambina contro l’inquinamento e per il clima?
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