Sono in arrivo le pagelle o sono già arrivate e con esse l’ansia, per i bambini, di prendere brutti voti. Ecco qualche consiglio.
Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, dà qualche consiglio circa l’arrivo delle pagelle.
Ecco quali sono i consigli dell’esperto in caso di brutti voti. “Brutti voti alla fine del primo trimestre o quadrimestre possono servire per misurare la forza e la flessibilità dei ragazzi, la capacità di andare avanti con energia o magari di uscire da una situazione scomoda, cambiando qualcosa. Gli psicologi la chiamano «resilienza»: capacità di reagire, adattarsi, mutare strategie, migliorare. Qualità che possono essere testate proprio all’arrivo delle schede di valutazione. Nell’attesa, come prepararsi? «La strategia migliore è parlare, parlare, parlare». Lo psicoterapeuta mette in guardia i genitori. “La cosa più spiazzante sarebbe che i giudizi che riceveranno siano diversi da quello che si aspettano. Noi genitori, però, dovremmo avere tutti gli strumenti per conoscere la situazione, grazie anche al registro elettronico e ai colloqui con gli insegnanti”.
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La resilienza è un costrutto psicologico piuttosto complesso. Le persone resilienti si distinguono per coraggio ed entusiasmo, se falliscono qualcosa “non si spezzano, ma si adattano, flessibili; e si rimettono in gioco per tornare alla situazione auspicabile”.
La pagella di metà anno è, per Pellai “un giro di boa che dà modo a ragazzi e genitori di capire se c’è qualcosa da ripensare: soprattutto all’inizio di ciclo nuovo, prima media o superiori, quando è più agevole un ri-orientamento. Le risposte vanno, ovviamente, costruite con i docenti”. Quando la pagella non è propriamente eccellente bisogna fare attenzione “agli eccessi di rabbia. O alla deriva depressiva: qualcuno potrebbe essere travolto da una tristezza inconsolabile, demotivante, vedersi come soggetto senza speranza. Oppure all’ansia eccessiva, attacchi di panico, che ostacolano le forze, bloccano la capacità di reagire. La resilienza agisce all’opposto, spinge a cercare una soluzione».
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Secondo Pellai la generazione dei ragazzi di oggi è molto ansiosa, addirittura ci sono attacchi di panico per cose banali come un compito in classe. “Stiamo crescendo ragazzi con il diktat della performance, senza educarli al fallimento. Sbagliare e riconoscere il proprio errore è invece il modo migliore di crescere ed evolversi”. Invece secondo l’esperto bisogna far sentire il figlio accolto e compreso. Inoltre “può rivelarsi utile anche raccontare i propri errori o insuccessi: aiuta a mettere tutto in prospettiva». Invece non serve a niente, soprattutto al ragazzo, colpevolizzare il docente. L’esperto sottolinea che anche in caso di brutti voti i genitori dovrebbero concentrarsi su 5 life skills, 5 abilità importanti nella vita:
I voti infatti, anche se molto belli, non sono tutto. “Ci capita di vedere ragazzi con pagelle eccellenti, elevate performance accademiche, ma se vai a fare il sociogramma all’interno del gruppo, per capire che tipo di relazioni interpersonali ci sono, scopri che non sono inseriti, stanno ai margini della rete. Hanno un QI altissimo, ma sono candidati a essere infelici o a non avere successo nella vita” Il genitore deve far emergere anche il quoziente emotivo del figlio, le competenze trasversali. Il consiglio quindi è questo: “Aiutateli a capire che cosa deve cambiare. Spesso non si tratta di aumentare la quantità di studio, ma di diminuire la distraibilità: studiano in multitasking, si distraggono con le loro vite virtuali perché non sono abituati a reggere la fatica”. Ricordate inoltre che un buon sonno favorisce l’apprendimento. La cannabis poi danneggia le strutture adibite all’apprendimento. Lo sport, invece, non va eliminato. “Piuttosto elaborate un piano, aiutateli a programmare: mantenere un impegno è fondamentale, per il benessere fisico e per la motivazione“.
Unimamme, cosa ne pensate di questi consigli di Pellai riportati sul Corriere?
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