Una mamma partorisce in ambulanza il suo bambino. La chiamata al 118 di notte, i soccorsi subito arrivano, ma il piccolo aveva fretta di nascere.
Nel giro di pochi giorno, un’altra donna di Rovigo ha partorito il suo bambino in ambulanza mentre si stava recando in ospedale. L’ultima volta, a seguito del parto il bambino ha avuto diversi traumi. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine per capire cosa è successo nel tragitto dall’Ospedale di Rovigo a quello di Padova.
La scorsa notte, una donna ha chiamato la centrale operativa del 118 chiedendo aiuto perché era incinta ed aveva rotto le acque. Una volta arrivati i soccorsi, la donna è stata portata d’urgenza in ospedale, ma durante il tragitto ha partorito. Lo ha riferito, in una nota, l’Ulss Polesana: “Il parto riguardava una gravidanza a termine. La signora, che è già mamma di altri tre bimbi, aveva iniziato ad avere frequenti contrazioni in atto e ha allertato il 118 riferendo la rottura delle acque e del sacco. La Centrale 118, ha tempestivamente attivato un codice rosso con invio di un’ambulanza: l’automezzo aveva a bordo l’infermiere ed era seguito dell’auto con medico a bordo. Dopo 15 minuti dalla chiamata, i mezzi sono giunti sul posto: il personale ha valutato la paziente, inquadrata e preparata per il trasporto in sicurezza. Il medico e l’infermiera sono rimasti a bordo lungo il tragitto con destinazione l’ospedale di Rovigo. Durante il trasporto la paziente ha partorito; il bambino è stato correttamente gestito e riscaldato. Il mezzo è giunto all’ospedale di Rovigo alle 1.05. In queste ore la madre è in ottime condizioni di salute e presenta una regolare fase post partum, il piccolo è in buone condizioni”.
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Il piccolo è nato di poco più di 3 Kg e lungo 48 centimetri. La nascita in ambulanza, nel tragitto che si deve percorrere per arrivare in ospedale, è un evento molto raro, ma neanche tanto come sottolinea il direttore generale dell’Ulss, Antonio Compostela, “L’evento, nella sua eccezionalità, accade quattro o cinque volte l’anno e riguarda partorienti che attendono le ultime fasi del parto prima di richiedere supporto. È probabilmente collegata ad abitudini e tradizioni personali o familiari. A tal fine, da tempo, il personale operante sui mezzi dell’emergenza è stato istruito sulla gestione del parto a termine; ogni mezzo è dotato di un apposito kit per la gestione della nascita in tutti i suoi aspetti”. Per fortuna questa volta è andato tutto bene, secondo quanto riportato da Il Gazzettino, il piccolo ha già fatto tre pasti ed è stato spostato dalla termoculla di Neonatologia in un lettino nel nido nell’unità operativa di Pediatria dell’ospedale di Rovigo.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questo episodio? Meno male che è andato tutto bene. Voi avete aspettato fino all’ultimo prima di recarvi in ospedale?
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