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Bambina di un anno e mezzo morta di freddo tra le braccia del padre | FOTO

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valeria bellagamba

Bambina siriana morta di freddo tra le braccia del padre che la stava portando in ospedali. Il dramma dei profughi in una guerra infinita.

Bambina siriana morta di freddo tra le braccia del padre | Il dramma dei profughi – Universomamma.it (Foto: Syrian Network/Twitter)

La tragedia dei profughi siriani non conosce fine in un orrore senza fine. Una delle ultime notizie terribili che arrivano dal Paese martoriato da quasi nove anni di guerra è la morte di freddo di una bambina che il padre stava cercando di portare in ospedale. La piccola si chiamava Iman Laila e viveva con la famiglia in un campo profughi della provincia di Aleppo. La bambina aveva la bronchite e il padre, a piedi, la stava portando in braccio in ospedale ad Afrin. I suoi sforzi, però, sono stati inutili.

Purtroppo è solo una delle tante ingiustizie che stanno colpendo i bambini vittime della guerra in Siria, costretti a vivere in condizioni disumane nei campi profughi, privi delle necessità più elementari, oltre che del diritto ad andare a scuola, imparare e giocare.

Bambina siriana morta di freddo tra le braccia del padre

Quando la guerra in Siria finirà, perché dovrà finire, sarà sempre troppo tardi per le migliaia di bambini costretti a lasciare le loro case per vivere in condizioni assolutamente precarie nei campi profughi, nel loro Paese, in quelli confinanti o sulle isole della Grecia. Alcuni più fortunati sono riusciti a raggiungere i Paesi d’Europa che li hanno accolti (come La Germania), prima del 2016 quando la crisi dei rifugiati portò all’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia per fermare qui i siriani in fuga dalla guerra. Milioni di profughi siriani sono stati così confinati nel campi della Turchia; mentre altri hanno trovato rifugio in Libano o in Giordania. Alcune migliaia, tuttavia, sono riusciti a raggiungere clandestinamente le isole della Grecia, dove vivono in campi di fortuna, con l’assistenza delle Ong ma in condizioni disperate e dove manca tutto.

Il mondo si commosse nel 2015 per la morte del piccolo Alan Kurdi, annegato nel mare davanti a Bodrum e il cui corpicino fu rinvenuto sulla spiaggia della località turca. Nulla però è cambiato da allora. I bambini siriani in fuga da una guerra inutile e immensamente più grande di loro continuano ad essere vittime. Sia che vivano ancora in Siria, in case crivellate dai colpi di arma da fuoco o mutilate dai bombardamenti sia che vivano nei campi profughi in Grecia in condizioni talmente disperate da tentare il suicidio.

LEGGI ANCHE –> LA DISPERAZIONE DEI BAMBINI RIFUGIATI A LESBO IN GRECIA

Ora un’altra, ennesima, terribile storia ci arriva dalla Siria e ha per vittima una bambina, Iman Mahmud Laila, morta di freddo nelle braccia del padre che stava cercando di raggiungere a piedi un ospedale dove far visitare la figlia malata. Il dramma è avvenuto nella zona nord-occidentale della Siria, la più colpita dalla guerra, nella provincia della martoriata Aleppo. La piccola Iman viveva con la famiglia in un centro per profughi vicino al villaggio di Ma’rata. Aveva la bronchite e le sue condizioni si erano aggravate, così il padre ha provato a portarla all’ospedale Shefaa nella città di Afrin, vicino al confine con la Turchia.

Era giovedì 13 febbraio, il cammino del papà siriano dal centro profughi all’ospedale è durato appena due ore, ma è bastato purtroppo a portare via la vita della figlia a causa del gelo. Iman è arrivata senza vita, assiderata all’ospedale di Afrin. Le terribili immagini della bambina provata dalla malattia e dal freddo, ancora viva, sono state pubblicate dai media siriani e internazionali. Ritraggono la piccola Iman avvolta dalle coperte e ancora in braccio al padre. Secondo quanto riportano i media siriani, anche il padre della bambina, Mahmud Laila, sarebbe morto poco dopo la figlia.

L’uomo, secondo quanto riportano le fonti, era originario della regione di Damasco ed era stato sfollato con la famiglia almeno tre volte. L’ultimo luogo dove aveva trovato rifugio era nella periferia periferia sud-occidentale di Aleppo, vicino a Idlib. Da qui la famiglia dell’uomo si era spostata nelle campagne di Afrin, nel villaggio di Ma’rata, a nord-ovest da Aleppo. In questa zona sta nevicando da giorni e mancano le strutture assistenziali di base per accogliere i profughi.

Il dramma di Iman, purtroppo, non è un caso isolato. Tanti bambini siriani nei campi profughi sono morti di freddo nell’ultimo anno. Solo per citare un caso più recente, nei giorni scorsi un neonato, Abdelwahhab, è morto assiderato nella regione di Idlib, altra zona duramente colpita dalla guerra, in particolare nelle ultime settimane.

Negli ultimi otto anni di guerra in Siria, sono morti di freddo 123 bimbi siriani, uccisi dal gelo dell’inverno contro il quale i genitori, privati di tutto, non hanno potuto fare niente per proteggerli. Il dato è stato riferito alla Rete siriana per i diritti umani.

LEGGI ANCHE — > BAMBINI SIRIANI MORTI DI FREDDO NEI CAMPI PROFUGHI, IL PIU PICCOLO ERA APPENA NATO

Quando non muoiono di freddo, i bambini e le loro famiglie rischiano la vita a causa di impianti di riscaldamento rudimentali e improvvisati. E purtroppo la perdono. Come è accaduto a una famiglia di Idlib, padre, madre e due figlie, tutti soffocati dalle emissioni letali di una stufa difettosa che avevano acceso nella tenda di fortuna che usavano come riparo. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha segnalato che la famiglia non aveva i mezzi per procurarsi una stufa nuova, pertanto è stata costretta a usare una vecchia e non funzionante, il cui fumo tossico l’ha sterminata. Sul web circolano le immagini terribili di due bambine e del padre all’interno della tenda, stretti l’uno con le altre sotto le coperte. Tutti morti. Immagini di cui non può essere ancora verificata l’autenticità, ma che sono plausibili con le condizioni in cui sono costretti a vivere tanti profughi siriani.

La Siria nord-occidentale è al centro di un aspro conflitto dallo scorso 1° dicembre, quando è iniziata l’offensiva del governo siriano con gli alleati russi contro i ribelli della zona, in particolare nelle zone di Idlib e Aleppo. I miliziani che combattono contro il regime sono alleati alla Turchia di Erdogan, che negli ultimi giorni ha risposto direttamente al fuoco di Damasco.

Le prime vittime però sono i civili innocenti, soprattutto i bambini. Secondo le Nazioni Unite, in questa parte della Siria ad oggi sono circa 800 mila le persone in fuga e in condizioni disperate, senza un riparo, nella morsa del freddo e anche senza acqua potabile.

La notizia della morte di freddo di Iman è stata pubblicata dal sito web Syrian Network for Human Rights e ripresa dalle agenzie internazionali, tra cui l’Ansa.

Che dire unimamme? Quando in questi conflitti le prime vittime dirette e indirette sono i bambini servono solo momenti di riflessione mentre i governi del mondo dovrebbero agire per fermare questo scempio.

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Bambina siriana morta di freddo tra le braccia del padre | Il dramma dei profughi – Universomamma.it (Bambina in un campo profughi siriano. Immagine di repertorio. Foto di MOHAMAD ABAZEED/AFP/Getty Images)
valeria bellagamba

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