I pediatri italiani sono sempre di meno. Si stima che tra qualche anno ci saranno più di 3.000 medici in meno. Un problema che avrà diverse conseguenze.
Un problema che avremo nel breve periodo è la mancanza di 16.500 medici in Italia. La causa sarà dovuta ad una mancanza di concorsi, numeri chiusi ed anche scuole di specializzazioni alle quali è difficile accedere. A ciò si aggiunge la cosi detta “fuga di cervelli” medici, personale specializzato, che decide di andare a lavorare all’estero.
Negli ultimi 10 anni, secondo i dati Eurostat, 8.800 medici sono andati a lavorare fuori dal nostro paese e ne sono rientrati solo 1.100.
Una delle branchie della medicina che sarà più penalizzata è la Pediatria, ci saranno 3.394 pediatri in meno. Un problema non da poco considerando anche che la pediatria pubblica è un cardine del nostro sistema sanitario nazionale, un’eccellenza in Europa, come riportato da Repubblica. Proprio per questo, la Società Italiana Pediatria, la Sip, ha deciso di raccontare, con le voci dei protagonisti, cosa vuol dire fare il pediatra in Italia e quanta passione c’è dietro la scelta di una specializzazione così impegnativa. Il lavoro del pediatra è duro, ma affascinante affermano i giovani pediatri. Il video, intitolato “Perchè ho scelto di fare il pediatra”, i giovani pediatri spiegano i motivi per i quali hanno deciso di diventare i “medici dei bambini”.
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Passione, competenza e soprattutto amore per i bambini e per il loro sorriso emergono dal racconto dei giovani specialisti, che hanno deciso di dedicarsi alla cura dei più piccoli in molti alcuni casi per il desiderio di sostenere un gruppo di pazienti visto come particolarmente fragile. Come ad esempio Giulia che dice “fare la pediatra è nel mio Dna” o Danilo che afferma di “voler riportare il sorriso sul volto di tutti i ragazzini del mondo”. “Curare i piccoli è un lavoro impegnativo, umanamente coinvolgente, ma essenziale”, affermano i pediatri.
La mancanza di pediatri comporterà l’inevitabile chiusura di tanti punti nascita, la legge impone, per garantire le condizioni di sicurezza, la presenza di un pediatra 24 ore su 24. Come affermato da Flavio Civitelli, coordinatore della Commissione nazionale pediatria dell’Anaao: “Molti punti nascita, circa 200 secondo le nostre stime, saranno a rischio chiusura. O peggio, nel caso di riduzione dell’assistenza pediatrica notturna o di una deroga sulla presenza costante del pediatra, si metterebbe a rischio la sicurezza dei piccoli. Il nostro Paese, negli anni, ha raggiunto un’elevatissima qualità di assistenza pediatrica: per la mortalità infantile siamo secondi solo ai Paesi scandinavi. Non possiamo tornare indietro“.
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Oltre alla possibile chiusura di molti punti nascita, ci potrebbe essere anche il problema della riduzione o chiusura dei reparti di pediatria: “Questo potrebbe significare una sensibile riduzione dell’assistenza pediatrica e, in alcuni casi, anche ricoveri di bambini e ragazzi in reparti per adulti. Contro le indicazioni della Carta internazionale dei diritti del bambino secondo la quale ai piccoli deve essere garantito uno spazio dedicato nelle strutture di cura“.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questo problema? Cosa ne pensate?
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