Loredana De Cata è una mamma che è arrivata a incatenarsi davanti alla scuola del figlio Francesco perché non riceve l’assistenza necessaria a scuola.
Unimamme, torniamo a parlarvi di Loredana De Cata, affetta da disabilità motoria, e della sua battaglia per suo figlio Francesco, affinché riceva l’assistenza di cui ha bisogno per frequentare la scuola, come è suo diritto.
Mamma combatte per il figlio disabile
Mamma Loredana è arrivata a incatenarsi davanti ai cancelli della scuola del figlio, l’Istituto Santa Chiara Pascoli Altamura, nel rione Candelaro a Foggia, ed è pronta anche allo sciopero della fame. La donna ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un messaggio. Ecco che cosa ha detto:
“Siamo alle solite. Da oggi si rifiutano di dare da mangiare e da bere a Francesco, perché non rientra nelle loro mansioni. Ho chiesto che ci sia un OSS. La scuola aveva una convenzione con un istituto privato che inviava tirocinanti, però dal 20 dicembre questo servizio sembra sospeso. Sono stanca di dover fare avanti e indietro, ora per la merenda, ora per il pannolino. Basta. Ci vogliono le figure adeguate nella scuola. È giunto il momento che si prendano seri provvedimenti”.
Francesco è un bambino affetto da paralisi cerebrale, è sulla sedia a rotelle, non parla e non mastica da solo. Ha quindi bisogno di assistenza. Raffaella Vacca, assessore alle politiche sociali di Foggia, insieme al consigliere Giuseppe Fatigato hanno incontrato già ieri 18 febbraio, mamma Loredana. L’assessore Vacca si è impegnata personalmente a trovare una soluzione. In questo istituto ci sono 74 alunni disabili, tra cui Francesco che è tra i più gravi. La preside Mariolina Goduto spiega: “non è possibile includere tutti e lasciare le scuole allo sbando.” Il suo è un lungo messaggio di protesta.
“Se l’amministrazione centrale non cambia le regole del gioco, non ci sono soluzioni. La pianta organica di tutte le scuole prevede docenti e collaboratori scolastici, tra l’altro ridotti: ne abbiamo nove per tre plessi e tre gradi, tra cui scuole a tempo pieno. È evidente che nel momento in cui possiamo far fronte alle problematiche connesse all’inclusione con disponibilità, accoglienza, affetto, emotività, ce la facciamo. Laddove è possibile, dove i bambini sono piccoli e non ci sono problematiche particolari, anche i nostri collaboratori si mettono a disposizione, ma stiamo parlando di un caso diverso e occorrono competenze specifiche, perché ci sono movimenti che non si devono fare. Non ci esponiamo laddove pensiamo di non poter essere all’altezza, o addirittura creare danni al minore, infortuni, incidenti. Questa circostanza serve ad aprire una riflessione nuova sui temi dell’inclusione e dell’integrazione dei minori disabili gravi, perché è evidente che noi non possiamo risolvere questo problema fornendo a tutti i disabili le stesse risorse professionali. Non basta dichiararsi accoglienti, poi bisogna mettere in atto strategie alternative, percorsi personalizzati, e bisogna stanziare finanziamenti. Gli insegnanti di sostegno non possono bastare. La Asl, quindi la Regione Puglia, dovrebbe fornire assistenti per la cura alla persona e non lo fa”.“
La scuola ha in atto una convenzione con la Scuola di Formazione Pegaso che invia i tirocinanti operatori socio sanitari, ma questi prima devono essere formati. La preside rincara.
“Giriamo intorno alle stesse problematiche da anni. L’anno scorso c’era un problema legato alla mensa: Francesco frequentava la scuola primaria che è a tempo pieno, quest’anno è in prima secondaria, non c’è la mensa ma c’è la merenda, che potrebbe essere anche eliminata”. Dai prossimi giorni non si farà la pausa merenda, ma secondo la Preside questa è solo una scappatoia. Unimamme, cosa ne pensate di quanto raccontato su Foggia Today?
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