San Piero: il 21 febbraio si ricorda la vita di San Pier Damiani.
Il nome molto diffuso il tutta Italia, è una variante medievale del nome Pietro, del quale sembra rifletterne un francesismo (dal francese Pierre), basti pensare che in tempi antichi era in uso anche il nome Pierro, significa “Colui che è di cuore”. Chi porta questo nome è una persona generosa, tenace e ricca di idee. È abile nelle attività manuali. Ama vivere nella natura facendo lunghe passeggiate ed escursioni. Negli affetti ha bisogno di certezze e ama essere ricoperti di attenzioni.
Varianti del nome:
I simboli associati al nome sono:
Per quanto riguarda il santo, il 21 febbraio, si festeggia San Pier Damiani (Ravenna, 1007 –Faenza, 1072), teologo, vescovo e cardinale della Chiesa Cattolica. Pier nasce in una famiglia di nobili origini non più in condizioni agiate. È ultimo di 6 fratelli, rimane orfano di entrambi i genitori in tenera età, viene accolto dapprima in casa della sorella maggiore e poi da un fratello da cui ha subito umiliazioni e maltrattamenti. Abbandonata la casa di costui si rifugia dal fratello Damiano, arciprete, e per riconoscenza verso di lui aggiunge al suo nome anche quello del fratello. Il fratello arciprete lo fa studiare a Faenza, in una delle migliori scuole di allora dove è rimasto per 4 anni, poi continua i suoi studi a Parma, dove rimane fino al 1032, fino al termine degli studi. Ritorna a Ravenna dove intraprende la carriera di insegnante. Durante l’insegnamento matura la sua vocazione monacale e comincia a condurre una vita di sacrifici, piena di digiuno, preghiere e autoflagellazione.
Dopo il suo incontro con due eremiti, si dedica in modo esclusivo alla vita monastica e, nel 1035, diventa monaco. E, a Fonte Avellana, istruisce i confratelli novizi e diventa il successore del priore Guido nel 1043, mantenendo questa carica per ben 14 anni durante i quali promuove la vita eremitica. Redige una Regola rigida secondo la quale il monaco deve trascorrere una vita di preghiera, diurna e notturna, con prolungati ed austeri digiuni; deve vivere nella carità fraterna e nell’obbedienza al priore. Nel 1058 Papa Stefano IX lo nomina, contro la sua volontà, cardinale e vescovo della città di Ostia, uno dei sette cardinali più a stretto contatto con il Papa. Nel novembre del 1059, Papa Niccolo II lo invia a Milano per cercare di mettere a tacere alcuni scandali riguardanti i sacerdoti che fino ad allora potevano sposarsi. Pier Damiani riesce a far rientrare lo scandalo strappando un accordo di accettazione del celibato del clero. Dopo dieci anni dalla sua nomina a vescovo riesce a tornare alla sua vita da eremita e ritorna a Fonte avellana, rinunciando alle sue cariche. Durante i suoi pellegrinaggi, di ritorno all’eremo di Gamogna, da lui fondato, si ammala ed è costretto a fermarsi a Faenza, ospite del monastero benedettino di Santa Maria Fuori le mura, oggi meglio nota come Santa Maria Vecchia dove muore nella notte tra il 21 e il 22 febbraio del 1072. Le sue ossa sono state trasportare nella Cattedrale di Faenza dove sono ancora oggi.
Pier Damiani definisce la cella dell’eremo come “parlatorio dove Dio conversa con gli uomini”. Ricco di umiltà si definisce Petrus ultimus monachorum servus, ovvero Pietro, ultimo servo dei monaci.
Unimamme, se vi abbiamo convinte a chiamare vostro figlio come questo grande uomo non possiamo augurare loro altro che il suo acume e le sue conoscenze. Buon onomastico.
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