Secondo i dati della Polizia postale, il cyberbullismo è in aumento. Una buona notizia però è che è in aumento anche il numero di chi denuncia.
Partiamo dalla cattiva notizia: il cyberbullismo purtroppo è in aumento, cosi’ come sono in aumento in generale i reati contro i minori online. E’ ciò nonostante le campagne di sensibilizzazione che sono state fatte: se ne parla di più sia nelle scuole ma anche a casa. E ora la buona notizia: è aumentato il numero delle denunce da parte delle vittime. Grazie alla maggiore sensibilizzazione e alle nuove, e spesso anonime, modalità di denunciare, sempre di più i ragazzi trovano il coraggio.
Nel 2019 si è passati da 389 a 460 casi con protagonisti i minorenni, un aumento indicato nell’ultimo rapporto della Polizia Postale del 18%. Di questi:
Secondo l’associazione Terre DES Hommes e il sito ScuolaZoo:
Secondo Silvestri della Polizia Postale, nonostante si denunci di più grazie anche alle campagne di sensibilizzazione, esistono ancora purtroppo dei casi sommersi che non vengono a galla e ciò a causa del “ sentimento di vergogna della vittima che vive la sua condizione quasi come una colpa da tenere segreta alla famiglia e agli amici. Troppo spesso i ragazzi non denunciano e si isolano non sono in grado di capire che stanno subendo dei veri e propri reati.“. Secondo Silvestri inoltre il cyberbullismo è più pericoloso del semplice bullismo: “ Il bullismo è da sempre esistito ma il cyberbullismo è più pericoloso perché il mezzo amplifica la potenzialità offensiva della condotta. L’essere connessi 24 ore su 24, fa si che non si possa mai sfuggire al proprio aguzzino creando un vero effetto di isolamento che in molti casi ha portato al compimento di gesti estremi”.
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Sempre dal rapporto della Polizia postale, che partirà una campagna in 250 scuole, si scopre che:
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Questi sono tutti comportamenti ad altissimo rischio che non dovrebbero esistere. Perché lo fanno? I genitori non li avvertono dei pericoli? La risposta ci viene da un’indagine realizzata da Doxa per Telefono Azzurro secondo la quale i genitori sono purtroppo i primi a non essere a conoscenza dei rischi legati ai social:
Secondo un altro studio gli interlocutori privilegiati dei ragazzi sono le insegnanti. Il ruolo centrale quindi lo hanno gli adulti, come spiega ancora la Silvestri: “serve una rete di cui deve fare parte anche la scuola, di adulti responsabili capaci di trasmettere un senso di sicurezza, di protezione, di accoglienza”.
Esiste una no profit Movimento Etico Digitale, fondata dal professore Davide dal maso, che ha formato lo scorso anno 17.000 ragazzi e 4.000 genitori sull’uso consapevole del web: “I dati del nostro osservatorio raccontano della difficoltà degli adulti di impartire regole precise ed esplicite per vivere serenamente il web in famiglia, forse per il distacco e la sfiducia cui molti di loro hanno sempre visto il digitale. Ma è sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra la vita online e off line”. Una cosa che colpisce è che i ragazzi siano d’accordo alle regole ma che spesso le famiglie non sanno come impartire dei limiti ai propri figli:
E voi Unimamme cosa ne pensate di questi dati riportati da “ilsole24ore”? Come gestite la vita social dei vostri figli? Mettete delle restrizioni oppure avete delle difficoltà a farlo? Siete d’accordo con noi che preparare le nuove generazioni e i genitori a muoversi nel mondo digitale senza correre rischi sia fondamentale? Controllate lo smartphone dei vostri figli minorenni?
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