L’ittero consiste in un aumento della bilirubina nel sangue, ma in alcune parti del mondo può essere letale. Ora un gruppo di scienziati ha pensato a una nuova App per lo screening.
L’ittero è la colorazione giallastra dei neonati nella pelle, nelle sclere (membrane fibrose, formate da collagene e fibre elastiche che compongono la parte posteriore del bulbo oculare) e delle mucose che dipende dall’aumento della bilirubina nel sangue.
Per quanto riguarda i neonati, nella maggior parte dei casi, è una manifestazione fisiologica che scompare nel giro di pochi giorni, inoltre, spesso ha persino una manifestazione fisiologica che scompare in pochi giorni, la bilirubina può fungere da antiossidante.
L’ittero fisiologico colpisce:
L’ittero però ha anche risvolti pericolosi:
L’ittero però è una condizione curabile.
A fronte di tutto questo i ricercatori dell’University College London hanno pubblicato un nuovo studio, sulla rivista Plos One presentando una App per smartphone che permette di verificare questa condizione nei neonati grazie a una foto dell’occhio. Questo è un metodo efficace e a costo quasi zero che però consente di salvare molte vite. Il dottor Terence Leung, autore dello studio di cui sopra, aggiunge “in molte parti del mondo, le ostetriche e le infermiere fanno affidamento solo sulla vista per valutare l’ittero. Tuttavia, si tratta di uno strumento non affidabile, soprattutto per i neonati di colore”.
Questo medico, però suggerisce che questo metodo “fornisce una valutazione più solida, garantendo che casi gravi non passino inosservati“. Come sostengono gli esperti l’ittero, nella maggior parte dei casi è innocuo, nei casi più gravi invece, una formula neurotossica di bilirubina può entrare nel cervello causando morte o disabilità all’udito, condizioni neurologiche come la paralisi cerebrale atetoide che è la più diffusa tre le paralisi cerebrali e ritardi nello sviluppo.
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Ecco come si è svolto lo studio:
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Questo tasso di successo è paragonabile ai bilirubimetri transcutanei, dispositivi molto costosi utilizzati per lo screening. Felix Outlaw, co autore dello studio ha sottolineato. “Questo metodo di screening non richiederebbe attrezzature speciali a parte uno smartphone e rappresenterebbe un decimo del costo dei dispositivi commerciali utilizzati nel Regno Unito. E dato che gli smartphone sono comuni anche nelle parti povere e remote del mondo, essere in grado di usarli per lo screening dell’ittero avrebbe un impatto significativo”. Un’altra sperimentazione è attualmente in corso su 500 bimbi del Ghana. Unimamme, voi cosa ne pensate dei risultati di questo studio presentati su Plos One?
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