A seguito dell’emergenza Coronavirus, i genitori devono trovare il modo per spiegare ai figli questo momento particolare. Ecco 5 consigli di un esperto.
Ormai tutta l’Italia sta vivendo un momento difficile a causa dell’emergenza Coronavirus. Una situazione difficile da gestire per molti adulti, ma per i nostri figli lo è ancora di più. Molti pedagogisti o psicologi hanno pensato a dei consigli da dare ai genitori per fornire loro degli strumenti per dare ai bambini le giuste spiegazioni senza spaventarli.
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I cinque punti che Celi ha individuato:
1. Dire la verità, ma in modo semplice. E’ inutile aggiungere particolari che possano spaventare ed usare parole adatte all’età del bambino.
2. Riconoscere le proprie emozioni, prima di tutto dentro di se: “Non negare di avere paura. Magari modifica il termine. Puoi dire sono preoccupato anziché sono spaventato, ma non dovresti dire che non c’è niente di cui spaventarsi. Questo non è vero. Questo è un inganno e con le emozioni, come con i bambini, gli inganni durano poco”. Più si reprime la paura e più si fa “forte e lentamente, subdolamente, rischia di diventare panico, angoscia, terrore”.
3. Riflettere e fare riflettere il figlio sul fatto che la paura puo’ essere utile: “Puo’ servire a proteggerci, a cercare soluzioni. La paura del contagio ci porta a lavarci più accuratamente le mani. Possiamo così, imparare a non avere paura della paura. Lavarci le mani, indossare la mascherina o vedere persone che la indossano, tenersi a distanza dagli altri o non andare a scuola per un certo periodo possono trasformarsi da un’occasione di paura incontrollata a un segnale che abbiamo strumenti per affrontare la situazione”.
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4. Ascoltare i figli, lasciandoli parlare e dandogli il modo ed il tempo di esprimersi: “Questo è molto difficile ma, è il cuore di tutto. Se fai un discorso di dieci minuti sul coronavirus (come su qualunque altro argomento) e tuo figlio sta dieci minuti in silenzio ad ascoltarti, questo servirà a ben poco. Non sono le lezioni e le prediche ad aiutare il riconoscimento e la gestione delle nostre emozioni”.
5. Provare, nei limiti del possibile, a fare di necessità virtù: ”Dobbiamo rimanere reclusi in casa? Giochiamo insieme. Guardiamo insieme un film e commentiamolo insieme”. Stare con i figli senza guardare l’ora, attingendo al “proprio mondo interno per un momento di condivisione, per raccontare una favola, per far volare in un grigio pomeriggio di fine inverno la propria fantasia”.
Voi unimamme avete parlato con i vostri figli? Come hanno reagito?
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