Coronavirus: lo studio cinese sui bambini su sintomi e contagio.
I bambini con infezione da coronavirus sono molto pochi e sembra che siano in grado di superare la malattia brillantemente, ma non sono immuni e possono essere pericolosi, come abbiamo gia scritto in un precedente articolo. Il coronavirus infatti quando colpisce i bambini non si mostra così come negli adulti ma si nasconde dietro sintomi diversi rendendo più difficile la diagnosi. E’ così che i bambini rischiano di essere untori di famiglia inconsapevoli.
E’ stato pubblicato da poco uno studio cinese su “Nature Medicine” condotto da un team di scienziati della Guangzhou Medical University, che dimostra come il virus si comporta con i minori di 16 anni. Lo studio ha preso in esame 10 bambini con sintomi aspecifici. Nessuno dei 10 ha avuto bisogno di supporto respiratorio o terapia intensiva e le radiografie al torace non mostravano segni precisi di polmonite, caratteristica distintiva dell’infezione per gli adulti.
Lo studio è partito da un campione di 745 bambini cinesi e 3174 adulti provenienti da famiglie “focolaio” o che avevano avuto contatti con pazienti affetti da coronavirus. Di questi solo 10 bambini sono risultati positivi ai test, pari a una percentuale dell’1,3%, e nello specifico si tratta di 6 maschi e 4 femmine, con età compresa dai 2 mesi ai 15 anni. Circa gli adulti invece 111 sono risultati positivi, pari a una percentuale del 3,5%. Ciò che è risultato dallo studio è che 8 di questi bambini sono risultati positivi ai tamponi rettali anche dopo che il tampone nasofaringeo è risultato negativo.
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In merito ai sintomi, i ricercatori hanno osservato che nei bambini non comparivano i sintomi più gravi comunemente osservati nei pazienti adulti, come dolori muscolari e mal di testa, letargia, dispnea, nausea, vomito e disorientamento, segni di polmonite, ma solo
Per questi motivi, ossia per il fatto che i bambini presentano sintomi lievi, gli autori dello studio ritengono che sia più difficile la diagnosi e il conseguente isolamento in caso di infezione da Sars-Cov-2 dei casi pediatrici.
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Oltre ai sintomi, gli scienziati hanno studiato lo “spargimento virale”, l’escrezione cioè del virus attraverso le vie respiratorie e gastrointestinali. Oltre infatti ai tamponi su naso e gola ai bambini sono stati eseguiti anche tamponi rettali i quali sono risultati positivi in quasi tutti i pazienti per periodi più prolungati rispetto a quelli naso-faringeo. Considerando che la quarantena e suoi tempi sono dettati dai tamponi a naso e gola gli esperti suggeriscono che i test gastro-intestinali possono aiutare ad ottenere valutazioni migliori su terapia e durata della quarantena. Come infatti accade per altri virus respiratori la trasmissione oro-fecale può essere possibile. Serve però fare studi approfonditi su campioni più estesi per averne la conferma.
Questo studio, con tutti i suoi limiti, conferma la necessità di tenere i bambini dentro casa, come ribadito anche da Elena Bozzola, segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria, che ha spiegato come anche portare i bambini al parco può essere pericoloso, perché il contagio “può arrivare toccando le altalene, condividendo i giochi e stando con gli altri bambini”.
E voi unimamme che ne pensate di questo studio?
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