Le donne risultano colpite meno gravemente dal Coronavirus: è quanto è emerso dall’ultimo bollettino sulla letalità del virus dell’Istituto Superiore di Sanità e da uno studio cinese. Un epidemiologo italiano, Guido Bertolino, prova a spiegarne i motivi.
Il virus del Coronavirus ha mostrato nel suo manifestarsi diverse anomalie, uno studio recente potrebbe adesso farne emergere una molto particolare. Lo studio è stato condotto all’Istituto Mario Negri di Bergamo, che in prima linea in questa lotta contro il Coronavirus. Secondo Guido Bertolini, 55 anni, responsabile di questo laboratorio di epidemiologia in questo istituto, il coronavirus colpisce più gli uomini che le donne. Di seguito le sue parole in un’intervista a Repubblica.
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“Le terapie intensive ormai scoppiano di uomini: il problema, con l’epidemia in una fase iniziale, è che non riusciamo a capire perché” dice Bertolini, e poi aggiunge:” ormai possiamo dirlo, questo virus contagia più i maschi delle femmine . Più i casi sono gravi e più si sale con l’età, più la differenza cresce.” Purtroppo questa epidemia è iniziata da poco e quindi non ci sono ancora dati sufficienti però, come dice l’immunologo: “le statistiche dopo tre settimane iniziano ad essere chiare, su 10 contagiati sette sono uomini e tre sono donne. Negli anziani arriviamo al rapporto di otto a due. La direzione per studiare questo virus passa anche dall’assetto ormonale dei due sessi.”
La produzione di estrogeni delle donne in qualche modo rallenta il loro contagio questo accade contro molte patologie come ad esempio quelle cardiovascolari, quindi la chiave secondo Bertolini potrebbe essere proprio negli estrogeni. Al momento questa però è solo un’ipotesi la cui prima falla sta nel fatto che le donne con la menopausa producono meno estrogeni, quindi il rapporto del contagio tra uomo e donna non dovrebbe crescere con l’età (come appare dai dati fin qui analizzati) bensì diminuire con il crescere dell’età.
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Come precisa lo stesso immunologo, i suoi dati si basano su degli standard non elevatissimi di qualità, in quanto ancora non possiamo essere certi del preciso numero di contagiati in Italia e nel mondo se vogliamo considerare anche gli asintomatici, che non essendo sottoposti a tamponi non sono rilevabili. E’ lo stesso immunologo a metterci in guardia rispetto a questi dati, non bisogna prenderli ancora per dati certi e le donne devono continuare a fare attenzione: “non significa assolutamente che le donne devono stare meno attente degli uomini: tutti devono rispettare rigorosamente le prescrizioni del governo”
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E voi Unimamme cosa ne pensate di questa ricerca? Potrebbe essere veri questi dati secondo voi?
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