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Salute e benessere bambini

Coronavirus e bambini: i piccoli, come i neonati, sono più a rischio

Published by
Gaia Fabbrini

Coronavirus e bambini:  i piccoli come i neonati sono più a rischio.

Coronavirus e bambini: i piccoli, come i neonati, sono più a rischio – Universomamma.it (Photo by Kevin Frayer/Getty Images)

Esiste già un numero cospicuo di ricerche che dimostrano che i bambini reagiscono molto meno gravemente al contagio di Coronavirus rispetto agli adulti. Ne avevamo anche già parlato in un precedente articolo. Detto questo, secondo uno studio appena pubblicato, i neonati e i bambini piccolissimi sono più a rischio, affrontano la malattia con più complicazioni rispetto ai bambini delle altre fasce d’età.

Nell’ultimo studio a livello pediatrico sul coronavirus ed anche il più grande che sia mai stato fatto fino ad oggi, sono stati analizzati 2.143 casi che si sono verificati tra il 16 gennaio e l’8 di febbraio. Lo studio è stato condotto dalla divisione pediatrica della facoltà di medicina dell’Università di Shanghai Jai Tong e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics.

L’età media dei casi studiati è di 7 anni mentre ce ne sono 379 di età pari o inferiore a un anno. Sul totale il 56,6% dei casi sono maschi, 1.213 casi, mentre il restante 43,4% sono femmine ovvero 930 casi.

Secondo questa ricerca il picco massimo di contagi è stato raggiunto il 1 febbraio, dopo questa data il numero dei contagi è iniziato a scendere. La ricerca ha rilevata anche una tendenza del movimento infettivo ad allargarsi, dalla provincia di Hubei della Cina centrale verso le aree circostanti.

Coronavirus e bambini: solo il 5,9% dei casi è grave

Tra tutti i 2.143 casi studiati:

  • il 4,4% non ha avuto sintomi
  • e 50,9% ha avuto sintomi lievi
  • il 38,8% avuto sintomi moderati

Tutti insieme questi casi fanno il 94,1% di tutti i casi.

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Il restante 5,9% dei casi sono quelli più gravi e critici. Siamo comunque ben lontani dal rapporto che esiste tra i malati adulti più gravi e quelli meno gravi, che è pari al  18,5%. Tra tutti i casi studiati da questa ricerca è risultato solo un morto, un ragazzo di 14 anni della provincia centro meridionale di Hunan, che è deceduto il 7 febbraio.

Sono tanti gli studi che sono arrivati alla conclusione  che il Coronavirus nei bambini sia meno problematico. Le teorie del perché sia cosi sono varie:

  • alcuni pensano dipenda dal fatto che i bambini sono più protetti generalmente ed entrano quindi meno in contatto con i malati e altre fonti virali
  • secondo altri potrebbe dipendere anche dal fatto che le proteine del recettore Ace2 nei loro tessuti sono meno mature e hanno meno capacità di creare legami. E’ infatti attraverso queste proteine che il virus infetta le cellule umane.
  • è stata anche avanzata l’ipotesi che dato che i bambini che tendono a soffrire di più le infezioni respiratorie in inverno hanno sviluppato una migliore capacità a combattere la malattia.

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Anche se il contagio da questo virus è meno grave nei bambini rispetto agli adulti, è stato scoperto da questo studio che può essere tuttavia più problematico da affrontare per i bambini piccoli come i neonati.

I dati mostrano infatti che:

  • i bambini di età inferiore ad un anno che hanno avuto la malattia soffrendo di sintomi gravi o critici sono al 10,6%
  • il rapporto scende al 7,3% per i bambini da uno a cinque anni
  • ma prendendo in esame i bambini di età pari o superiore ai 16 anni la percentuale scende ancora al 3%.

Sono moltissimi gli studi che concordano anche sul fatto che l’incubazione nei bambini è molto più lunga rispetto agli adulti. Secondo i ricercatori infine la principale causa di contagio nei bambini sono le infezioni dei cluster familiari.

E voi unimamme cosa ne pensate di questa ricerca di cui si parla su The Straitstimes? Le conclusioni di questa ricerca vi preoccupano?

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Coronavirus e bambini: i piccoli, come i neonati, sono più a rischio – Universomamma.it | (Photo by Kevin Frayer/Getty Images)
Gaia Fabbrini

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