Secondo un pediatra esperto in virus respiratori, questi di solito hanno una durata complessiva di due o tre mesi, quindi anche in Italia presto l’epidemia si esaurirà. La sua analisi partendo anche dall’andamento dell’epidemia in Cina.
Purtroppo l’emergenza Coronavirus in Italia continua a crescere e tutti ci chiediamo quanto ancora durerà. I pareri degli studiosi al riguardo sono discordi, Anche un professore romano, Roberto Ronchetti, ha avanzato una sua ipotesi. Ronchetti è stato per 25 anni titolare della cattedra di clinica pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma al Policlinico Umberto I e poi all’ospedale Sant ’Andrea.
Secondo il pediatra, che si è sempre occupato di malattie respiratorie infantili, studiando in particolare la bronchiolite, questa epidemia dovrebbe presto spegnersi: “Nella mia carriera mi sono spesso occupato di virus respiratori, e non c’è nessun valido motivo per pensare che questo coronavirus si comporti in modo diverso degli altri“ spiega. Insieme ai suoi collaboratori ha analizzato i dati sul Sars Covid-19 in Cina, in Corea del sud e adesso in Italia, dall’analisi di questi dati ha dedotto che abbiamo buoni motivi per essere ottimisti:“i virus respiratori rimangono tranquilli per mesi, inattivi ma vitali, all’interno di cellule viventi. Poi improvvisamente si attivano e diventano come si suol dire, virulenti, la capacità infettante cresce fino a un massimo dopo di che diminuisce“. Secondo il pediatra i virus respiratori di solito hanno una durata complessiva di due o tre mesi quindi anche in Italia presto l’epidemia dovrebbe spegnersi. Infatti secondo il pediatra i virus coronavirus studiati al policlinico tendono a comportarsi come gli altri: “Sono 14 i virus respiratori che vengono monitorati al pronto soccorso del policlinico, attraverso un kit che misura la presenza del virus nel liquidò del lavaggio nasale. Il monitoraggio, curato dal Professor Midulla, ci conferma che tutti e 14 i virus hanno lo stesso andamento e tra questi ci sono anche alcuni coronavirus“.
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Secondo Ronchetti esistono degli interrogativi di vecchia data a cui nessuno sa rispondere: “Quando mi occupavo di bronchiolite ho interrogato parecchi virologi di fama mondiale. Ci chiedevamo perché i virus all’inizio della stagione invernale diventassero così aggressivi ma nessuno lo sapeva. Resta comunque un dato di fatto che tutti i virus respiratori si comportano così e anche quello che sta succedendo in Cina conferma questa constatazione:“Guardando l’epidemia cinese che è durata circa due mesi e quella coreana durata circa cinque settimane possiamo ipotizzare che le epidemie iniziate più tardi e tuttora in corso avranno una durata complessiva intermedia tra le due citate”.
A Wuhan l’epidemia è cominciata a dicembre e poi ha avuto un picco dopo il quale l’epidemia è andata a scemare. Secondo Rocchetti questo percorso non è dovuto totalmente alle restrizioni adottate dalle autorità cinese “le misure sono state fondamentali perché sono servite a ridurre il numero dei casi contagiati. Ma l’epidemia si è gradualmente spenta perché il virus dopo un certo numero di settimane diminuisce la sua capacità infettante. Il virus respiratorio può seguire un percorso un po’ più lungo o un po’ più corto, più o meno intenso. Ma guardando a quello che è successo in Asia possiamo dire che anche questo coronavirus compie una curva simile agli altri, quindi mi aspetto la stessa cosa in Italia. Considerando che da noi il virus è arrivato a febbraio possiamo aspettarci che duri ancora qualche settimana”.
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Secondo il pediatra per osservare l’epidemia bisogna considerare l’aspetto territoriale senza guardare i confini nazionali: “ogni zona di Italia potrebbe avere tempi diversi, ogni centro di diffusione avrà il suo sviluppo. In generale possiamo prevedere che l’epidemia si esaurirà tra 4-5 settimane e rimarrà localizzata prevalentemente nella parte Nord del nostro Paese“.
Secondo il pediatra, guardando una cartina geografica, si può osservare una caratterizzazione geografica del virus. Osservando il modo in cui si è diffuso si può constatare che i paesi dove il coronavirus si dimostra più letale sono tutti nella fascia del globo compresa fra il 45º e 30º di latitudine. Mentre le zone che sono a nord di questa fascia hanno anch’esse un numero elevato di casi (anche se non con una significativa mortalità), guardando la parte a sud di questa fascia, al di sotto del 30º parallelo, questa non sembra essere interessata dall’epidemia. Esiste quindi una fascia o meglio un anello intorno al pianeta interessato in questo momento da questa pandemia e non ne conosciamo il motivo come dice il pediatra Ronchetti e sul suo sito?
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