Un giovane infermiere ha lasciato il suo posto fisso per accettare un contratto a tempo determinato. Una testimonianza durante l’emergenza coronavirus.
Durante l’emergenza coronavirus molti medici, infermieri e personale ospedaliero hanno deciso di dare il proprio contributo. Alcuni si sono licenziati, lasciando contratti indeterminati, per aiutare i reparti ospedalieri che si trovano più in difficoltà. Ed è questa la storia di un giovane infermiere che ha deciso di lasciare il contratto a tempo indeterminato a Bologna per accettare quello da 12 mesi dell’Azienda dei Colli e correre all’ospedale Cotugno di Napoli.
La testimonianza di un giovane infermiere: “mi sono licenziato in tronco e ora sto qua”
La storia è raccontata da FanPage, in un video commovente: Giovanni Broscritto, 28 anni, è un infermiere che ha sacrificato il suo posto fisso per andare a dare il suo contributo dove adesso c’è più bisogno di aiuto. Un posto fisso guadagnato con sudore, dopo anni di lavori precari in giro per l’Italia. Giovanni ha raccontato della sua decisione in una video intervista molto bella, iniziando così il suo racconto: “La mattina del 5 marzo, dopo aver fatto il turno di notte, ricevo una chiamata dall’Azienda dei Colli che mi proponeva un contratto a Napoli, al Cotugno. Sono venuto a vedere l’ospedale, la situazione, e ho deciso: mi sono licenziato in tronco e ora sto qua“. Il giorno dopo la chiamata era il suo turno di riposo e così ha deciso di scendere in macchina per vedere com’era giù la situazione. Con se solo due cambi perché pensava di tornare presto a Bologna: “Pensavo di ritornare, quindi con me ho solo due pantaloni, due mutande e due maglioncini, ma il 5 mattina il dirigente infermieristico mi ha detto che, se avessi voluto accettare quel contratto, avrei dovuto firmare subito, per iniziare il giorno dopo le pratiche per l’assunzione e prendere servizio il prima possibile”.
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Pochi minuti gli sono bastati per prendere la decisione: “Ho camminato nell’ospedale, ho parlato con mio padre e ho deciso: mi sono licenziato e ora sto qua. Ho iniziato domenica, con sei ore del turno e altre sei di straordinario per aiutare i colleghi. Perché arriva gente. E noi stiamo là“. In questi giorni il lavoro di Giovanni si fa intenso e duro. Ha raccontato di un evento: “Lunedì notte è arrivato un bambino sospetto coronavirus. Era con il padre e gli abbiamo dovuto are tutti gli accertamenti, anche invasivi. Il piccolo piangeva ed il padre era preoccupato, era nervoso. Io mi sono girato e gli ho detto che noi siamo qui per aiutarlo e di fidarsi che al figlio ci pensiamo noi”. Poi Giovanni afferma che per il momento è contento di aver rischiato e ricorda una frase che gli diceva sempre la sua professoressa d’italiano: “Lentamente muore chi non rischia l’incerto per il certo“.
Al Cotugno, l’Azienda Ospedaliera dei Colli che sta fronteggiando in prima linea il Covid-19, di Napoli si prevede l’apertura del “Covid Hospital” in caso di emergenza. Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha firmato la disposizione che prevede il passaggio dei pazienti in rianimazione all’Ospedale del Mare per liberare i posti letto in più, di cui 30 posti letto di terapia intensiva, 20 di subintensiva e 40 di degenza ordinari. In base ai casi verrano prese delle decisioni: “Stiamo valutando scenari a seconda dei dati a nostra disposizione, ma ci sono quelli che io chiamo elementi disturbatori di scenari: ovvero chi va per baretti e apericena o a sciare. Ieri ho avuto zero casi nella sessione mattutina a Napoli. Questo vuol dire che dipende molto dalle persone, dal loro comportamento”. Poi un appello molto importante rivolto a tutti i cittadini: “Ascoltate i consigli del governo, della protezione civile, del governatore, dei medici, ascoltateci”. Poi è intervenuto anche il direttore generale dell’azienda dei Colli, Maurizio di Mauro: “Quello che sta funzionando in Campania è la rete territoriale. Quando identifichiamo un positivo subito si rintracciano i contatti e si isolano. Questa velocità l’abbiamo imparata a seguito del diffondersi dei casi in Lombardia”.
Voi unimamme cosa ne pensate della decisione del giovane infermiere?
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