Per effetto della quarantena dovuta al coronavirus tanti nipoti sono ormai lontani dai nonni da settimane, una bimba ha voluto scrivere una lettera ai nonni ricoverati in ospedale a Prato e condivisa da una dottoressa in prima linea.
Per alcuni bambini la quarantena e la lontananza dai nonni è iniziata già da un mese abbondante, quello coi nonni, per tanti bimbi è un legame molto forte, fatto di frequentazione assidua, affetto, premure.
Fin dall’inizio si è sottolineato come i piccoli potessero passare il coronavirus agli anziani più fragili e di come la lontananza fosse necessaria per limitare il contagio. Di recente una bambina di nome Francesca ha scritto una commovente lettera ai nonni ricoverati per il Covid-19. Non è assolutamente facile comunicare con i nostri cari ricoverati, se si è fortunati e c’è la tecnologia disponibile o, al limite, un telefono, si può videochiamare, ma non sempre è possibile, così come dipende dalla gravità della situazione del paziente. A ogni modo la bambina di cui vi parliamo oggi ha preso carta e penna, come si faceva una volta e ha messo nero su bianco i suoi sentimenti verso i cari nonni in ospedale.
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“Cari nonni non so nemmeno se siete insieme, comunque ciao a tutti e due. Noi stiamo bene, quindi non preoccupatevi, siete in ottime mani e sono certa che starete bene anche voi. Avete cresciuto due figlie forti e quattro nipoti altrettanto forti. E tutta la nostra forza ce l’avete data voi da sempre. Anche se non possiamo vedervi e parlarvi, sappiate, anzi ricordatevi sempre che vi aspettiamo qui e vi vogliamo tutti un mare di bene. Un bacio grande a tutti e due. Francesca”.
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Ilaria, una dottoressa dell’ospedale Santo Stefano di Prato, come riporta il sito Notizie di Prato, ha notato la letterina della bambina lasciata in una busta con le cose da far avere ai pazienti dai famigliari a casa e ha deciso di leggerla ai due nonni, moglie e marito, che sono ricoverati nella stessa stanza. Ecco come ha raccontato l’accaduto la dottoressa: “Ogni giorno parlo con i miei genitori per telefono e cerco di rassicurarli. Non possiamo vederci ma siamo sempre vicini. Ieri ho iniziato il mio turno di lavoro in ospedale, tutte le mattine nel nostro reparto ritiriamo la biancheria e gli oggetti personali dei pazienti ricoverati. Ci sono consegnati, in contenitori chiusi e con le dovute precauzioni, dai loro familiari che non possono entrare nel nostro settore. Tra gli oggetti ho trovato la letterina di Francesca per i suoi nonni ricoverati. Cari nonni, inizia la lettera, non so se siete insieme….Francesca non ha ancora saputo che sono stati proprio i nonni a scegliere di stare nella stessa camera e con i miei colleghi ci siamo adoperati per realizzare il loro desiderio. Ho letto la lettera della nipotina. Sono stati momenti emozionanti per loro e per tutti noi. Abbiamo visto nei loro occhi tanta commozione ma anche un pò di serenità. In questo momento c’è tanto bisogno”.
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In questa situazione, medici e infermieri sono le uniche persone a stretto contatto con i pazienti, per la loro salvaguardia e quella di tutti. Oltre a curarli li aiutano a tenere almeno un minimo contatto con i famigliari quando possono, come in questo caso, li rassicurano se sono in ansia per le proprie condizioni e quelle dei loro cari e mostrano agli anziani calore umano. Forse per tante persone colpite dai lutti o preoccupate per i ricoverati può essere di conforto sapere che i parenti vengono accuditi con amore, che c’era qualcuno accanto a loro nei momenti più drammatici che non li vedeva solo come numeri, malati, ma come esseri umani.
Unimamme, siete rimaste colpite o sollevate da questa tenera lettera?
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