La quarantena pesa per tutti ma c’è chi è più in difficoltà. A Palermo dei cittadini affamati hanno assaltato il supermercato.
Cosa accade quando dalla preoccupazione si passa alla rabbia? Sembra di stare nel romanzo dei Promessi Sposi, nel quale Alessandro Manzoni parlando della peste racconta dell’assalto ai forni. Invece questa è la realtà, ed è quanto è accaduto a Palermo, dove il fermento sui social di alcuni cittadini, esasperati dalla quarantena e soprattutto dalla fame, ha portato alla costituzione di un gruppo su facebook. Il gruppo, che si chiama “noi“, ed il cui slogan è “recupereresti los que nos quitas ”, nel giro di 24 ore aveva già più di 500 iscritti, soprattutto palermitani, pronti a tutto.
La quarantena pesa per tutti ma c’è chi è più in difficoltà e il rischio di chiudendoci ognuno a casa propria, è quello di aumentare lo stato di abbandono di chi è in difficoltà. Uno stato di abbandono che può pesare in primo luogo sui bambini di queste famiglie. Sono famiglie disperate che vogliono essere ascoltate. E’ cosi che nasce questo gruppo. Nel gruppo c’è chi inneggia alla rivolta: “basta stare a casa, dobbiamo mangiare”, e ancora “Chi per il giorno 3 aprile è pronto alla guerra lo scriva qui sotto e facciamo gruppo”. Nel profilo ci sono anche post sui “gilet gialli” che aggirano i divieti in Francia, un altro propone “per farci sentire dobbiamo razziare i supermercati, come fanno in Siria e Spagna, la protesta vera e propria è questa, così capiscono a cosa siamo arrivati”. Alcuni pubblicano anche dei loro video in cui sollecitano alla rivolta sociale mostrando anche i volti propri e dei loro figli piccoli: “ allora ragazzi come ho detto ieri sera, il problema c’è da subito: i bambini devono mangiare“.
Il passaggio dai social alla realtà è stato breve e nel pomeriggio hanno assaltato il supermercato Lidl in viale Regione Siciliana tra le più frequentate. Erano una ventina di persone, sono entrate, hanno riempito carrelli e poi hanno cercato di forzare il blocco una volta arrivati alle casse dicendo: “non abbiamo soldi non vogliamo pagare“. È stata chiamata la polizia ed i carabinieri e per diverse ore c’è stato il caos, tra la gente in fila fuori è scoppiato il panico.
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Sul gruppo Facebook come racconta dagospia, continuano i messaggi che auspicano una protesta di piazza o che inneggiano alla rivolta:
”io non aspetto aprile sono senza un euro, la mia famiglia deve mangiare. Perciò senza fare le pecore. Scendiamo in piazza e pretendiamo i nostri diritti non facciamo chiacchiere, che fanno acidità”.
“a casa ci possono stare quelli che hanno lo stipendio fisso, se noi dobbiamo stare chiusi lo Stato ci deve portare il cibo e deve pagare gli affitti, non siamo Cristiano Ronaldo: qui tre quarti di italiani lavora in nero ribellatevi”, urla un altro in un video.
Anche Salvatore fa il suo appello : “e qui non ci deve essere nessuna rivalità di quartiere: Ballarò, Zen, Sperone, Cardillo, villaggio Santa Rosalia. Dobbiamo essere uniti, e buttare le corna terra e questi perché se aspettiamo via libertà e Viale Strasburgo (strade zone benestanti della città)…. a me non mi interessa dei domiciliari, io sono in prima fila. O vinciamo tutti o perdiamo tutti.”.
Il malcontento che serpeggia a Palermo non deve essere sottovalutato. Ci vuole una presa di posizione immediata da parte del governo, che possa raffreddare gli animi di questi cittadini, preoccupati per il loro immediato futuro. L’ufficio studi e ricerche statistiche del Comune di Palermo ha analizzato il mercato del lavoro di Palermo nel 2019, rispetto al 2018 che aveva 185.000 occupati siamo scesi a 184.000. 1000 disoccupati in più. Rispetto al 2009 quando gli occupati erano 214.000 il calo è del 14%. Confrontando le città del sud come Messina, con un tasso occupazione del 34,7%, con delle città del centro-nord come Genova 63% e Bologna 74,8%, balza agli occhi la difficoltà del sud-Italia.
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Possibile causa di questa alta disoccupazione al sud potrebbero essere gli 840 miliardi che secondo l’Eurispes sono stati rubati al sud. Dopo Messina, Napoli e Catania, il tasso di disoccupazione di Palermo è il più alto in Italia. A Palermo c’è poco lavoro ed è tutto in nero. Molte famiglie hanno già chiesto di accedere al sistema di assistenza alimentare che il Comune sta approntando in collaborazione con la Caritas, Associazione Banco Alimentare e Banco delle Opere di carità. Un servizio ad hoc si sta organizzando anche per chi non è autosufficiente.
E voi Unimamme cosa ne pensate di questo scontento che serpeggia a Palermo? Riuscirà il governo e la solidarietà del comune, a sedare questa animosità, oppure ci aspettano tempi ancora più duri?
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