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Emergenza Covid-19: appello della Lega del Filo d’Oro per le persone sordocieche

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valeria bellagamba

Emergenza Covid-19: l’appello della Lega del Filo d’Oro per le persone sordocieche. Il dramma dell’isolamento assoluto.

Emergenza Covid-19: appello della Lega del Filo d’Oro per le persone sordocieche – Universomamma.it

In questi giorni di isolamento sociale e chiusura in casa per contenere il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus, ci sono alcune categorie di persone che soffrono molto più di altre le misure di distanziamento e contenimento dei  contagi e sono le persone disabili che non riescono a ricevere l’assistenza di cui hanno veramente bisogno e non possono uscire di casa per svolgere alcune attività all’aperto e sociali che fanno parte del loro percorso terapeutico. Con la chiusura dei centri diurni e socioeducativi, tutto ricade sulle spalle delle famiglie che devono fronteggiare per lo più da sole o con un’assistenza ridotta tutte le necessità dei loro cari con disabilità.

La persone disabili con più difficoltà e limitazioni in questo momento sono quelle sordocieche, costrette ad una condizione di isolamento assoluto perché le regole di contenimento del virus impediscono i contatti tra le persone. Poiché le persone sordocieche usano il tatto per comunicare e conoscere l’ambiente circostante, è comprensibile la situazione di grave impedimento in cui si trovano. Per questo motivo la Lega del Filo d’Oro, che si occupa di assistenza ai sordociechi, ha lanciato un appello rivolto alle istituzioni affinché si possa uscire da questa difficile situazione e trovare un modo per aiutare queste persone e le loro famiglie.

L’appello della Lega del Filo d’Oro per le persone sordocieche nell’emergenza Covid-19

Un appello e un grido di aiuto rivolto alle istituzioni per consentire un’assistenza adeguata e soprattutto il diritto a comunicare per le persone sordocieche, tra le più afflitte dalle rigide misure di distanziamento sociale imposte dall’emergenza Coronavirus. Il tatto è il modo principale attraverso il quale le persone con disabilità alla vista e all’udito comunicano con gli altri e “osservano” il mondo esterno. Per loro quindi il divieto del contatto richiesto dalle misure di contenimento dei casi di Covid-19 significa l’isolamento assoluto.

Nel nostro Paese si stima che siano quasi 190.000 le persone con disabilità legate alla vista e all’udito (studio Istat per la Lega del Filo d’Oro, 2016) e più della metà di loro ha bisogno di assistenza continua. La Lega del Filo d’Oro, associazione che si occupa dell’assistenza a persone sordocieche, nata a Osimo, in provincia di Ancona, e con sedi in tutta Italia, nel 2019 ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni, spesso con un quadro clinico molto complesso.

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Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutte le persone che presentano patologie cronico-degenerative e pluridisabilità, sono una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il Coronavirus, ma sono anche più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla grave epidemia in corso.

Per noi il tatto è vista, e per alcuni di noi anche molto di più. Eppure siamo chiamati a scegliere: chiedere aiuto e correre e far correre rischi – oppure rinunciare? Siamo costretti a vivere con un senso di colpa che toglie il sonno – per quelle persone che, inevitabilmente, devono entrare in contatto con noi, le assistenti, che pure cerco di coinvolgere al minimo per la loro e la mia sicurezza”, spiega Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro.

Mercurio, nato nel 1980, è nato cieco e poi è diventato sordo all’età di dieci anni. In questi giorni sta vivendo una condizione di grande difficoltà e preoccupazione dovuta alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento del Coronavirus. “Questa situazione, difficile per tutti, mette a dura prova chi già viveva una vita difficile prima – afferma Mercurio -. La caratteristica di questo virus, infatti, è che si può trasmettere anche con il contatto delle mani. E questo è atroce per chi, come noi persone sordocieche, attraverso il tatto si orienta e comunica con il mondo. Per noi avere accesso ai presidi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa dell’isolamento a cui siamo stati confinati”. “Non chiediamo deroghe alla normativa – aggiunge -, siamo consapevoli che il virus non ne ammette. Tuttavia, il contatto rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione delle cose essenziali e allo svolgimento delle attività della vita quotidiana, avvenisse in sicurezza per noi e per le persone che ci aiutano“. “Non dimenticateci!“, è l’appello rivolto alle istituzioni.

Le difficoltà riguardano anche i familiari delle persone sordocieche e con disabilità plurime, perché con la chiusura dei servizi di sostegno si sono trovate a gestire da sole situazioni molto complesse. Rosa Francioli, mamma di un ragazzo sordocieco e Presidente del Comitato delle Famiglie della Lega del Filo d’Oro, spiega: “Molte delle difficoltà legate alla sordocecità, sono normalmente sopperite dalle reti: la rete dei servizi, la rete familiare, la rete amicale ed il volontariato. L’attuale emergenza ha di colpo stroncato gran parte di queste possibilità. Sono garantiti solo i servizi residenziali. Ma la stragrande maggioranza delle famiglie che faceva riferimento ad altre risorse, come ad esempio i centri diurni, oggi ne sono rimaste completamente scoperte e si trovano da sole ad affrontare enormi difficoltà. Una di queste è la conciliazione famiglia e lavoro, con l’impegno di cura solo parzialmente colmata dal recente decreto. Ma penso anche alle famiglie monoparentali dove diventa un problema anche andare a fare la spesa“.

L’appello di Francioli è: “Garantire una rete, anche minima, di supporto domiciliare per far fronte ai bisogni primari. Lo Stato fino ad oggi ha contato molto sulla rete del volontariato per sopperire alla carenza di servizi. All’improvviso questa è venuta meno, se non per quella strettamente legata agli ospedali. Ci sono persone che, con le dovute precauzioni, potrebbero e vorrebbero aiutare chi si trova in una situazione di necessità. Ma tra i motivi che consentono lo spostamento dal proprio domicilio, rientrano solo quelli di lavoro e di necessità personale e familiare e non di altre persone. Questo è un grosso limite”.

Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro, esprime “vicinanza e sostegno alle persone sordocieche e alle loro famiglie. Se questo è per tutti noi un momento molto duro, sono le persone che già vivevano una condizione estremamente difficile quelle che non devono essere dimenticate e confido che le Istituzioni, al di là della stretta emergenza, possano dare una risposta anche a loro. Inoltre mi preme rivolgere un forte ringraziamento ai nostri dipendenti incluso medici, infermieri, operatori, educatori, terapisti e psicologi nonché a tutti i collaboratori perché prestano servizio con abnegazione nei 5 Centri Residenziali della Lega del Filo d’Oro e sono anche loro in prima linea per continuare ad assistere e curare le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali che accogliamo nelle nostre strutture”.

A seguito delle misure restrittive per il contenimento dell’epidemia introdotte dal Governo, le sedi della Lega del Filo d’Oro in Italia sono state sottoposte a riorganizzazione e all’adozione di misure preventive. Dal 10 marzo 2020, e fino a nuova comunicazione, i Servizi Residenziali erogati nei 5 Centri di Osimo, Lesmo, Modena, Molfetta e Termini Imerese sono funzionanti, seppur con attività ridotta, mentre l’attività dei Trattamenti a Termine, dei Servizi Diurni e dei Servizi Territoriali è sospesa. Le visite sono ridotte al minimo indispensabile solo per i familiari. Rimangono attivi i servizi di supporto telefonico per continuare a garantire sostegno alle famiglie.

Che ne pensate unimamme?

LEGA DEL FILO D’ORO – Oggi la Lega del Filo d’Oro è presente in dieci regioni e segue ogni anno oltre 900 utenti provenienti da tutta Italia svolgendo le sue attività di assistenza, educazione e riabilitazione delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali nei Centri e Servizi Territoriali di Osimo (AN), Sede principale dell’Ente, Lesmo (MB), Modena, Molfetta (BA) e Termini Imerese (PA) e nelle Sedi territoriali di Novara, Padova, Pisa, Roma e Napoli. Per maggiori informazioni visita: www.legadelfilodoro.it

Informazioni aggiornate sull’epidemia di coronavirus e su come comportarsi sul portale web del Ministero della Salute: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

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