Alcuni genitori ed esperti stanno lanciando degli appelli affinchè il Governo non si dimentichi dei bambini che in questo momento sono in quarantena.
A seguito dei decreti emanati dal Governo per cercare di contenere l’emergenza da Coronavirus è stato disposto che bisogna uscire da casa solo per comprovati motivi come andare a lavoro o a fare la spesa. In alcune Regioni italiane le scuole sono chiuse dal 24 febbraio ed i bambini sono chiusi in casa da quel giorno. Molte associazioni, genitori ed insegnanti stanno chiedendo al Governo di pensare anche alle necessità dei bambini.
Tra chi sta cercando di far valere i diritti dei bambini c’è UPPA, la casa editrice dedicata ai genitori a cura degli specialisti per l’infanzia. Hanno fatto partire una raccolta di firme per far si che il Governo non “si dimentichi dei bisogni dei più piccoli”. Bisogni che non sono solo legati alla didattica a distanza che non deve essere considerata come l’unica priorità cui dare attenzione e non sono sufficienti per la salvaguardia del benessere dei bambini.
Bisogna pensare che queste disposizioni, necessarie, vadano a provocare alcune problematiche di salute, che possono essere:
Da quando è scoppiata l’emergenza le scuole sono stata chiuse subito, d’allora i bambini sono a casa, niente amici, niente sport e privati anche dall’affetto dei nonni. Inoltre sono ogni giorno sono “circondati da emozioni come ansia e paura, trasmesse insieme alle immagini e ai toni inquietanti dei media, i bambini, esposti a situazioni di stress prolungato, rischiano di pagare un prezzo altissimo sul piano della salute mentale”.
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C’è anche una bambina di 8 anni di Genova che ha deciso di mandare una mail al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nella mail la piccola chiede a Conte di poter uscire un poco: “A nome di tutti i bambini, ti chiedo di poter uscire un’oretta, per prendere un po’ d’aria fresca, non chiusa come a casa. Ma senza esagerare“.
La piccola si è fatta portavoce di tutti i bambini d’Italia: “Sono a casa dal 24 febbraio scorso con la chiusura delle scuole e non possono più andare al parco o vedere gli amici e i propri compagni di classe. Questo è un periodo molto difficile per tutti, ma i bambini sono quelli che soffrono di più”. Si chiama Elena la bambina che come tutti gli studenti fa lezione via Skype e sente i suoi amici attraverso le videochiamate. Sa perché non può uscire, ma si chiede perché i grandi possano andare a fare la spesa o a portare il cane a passeggio e lei non possa uscire: “I grandi possono uscire per andare a lavorare, per chi il lavoro ancora ce l’ha, o per fare la spesa. Chi ha un cane deve uscire per portarlo fuori, ma io non ce l’ho. Comunque i bambini non possono uscire da soli che abbiano un cane o no. Non lavorano e non vanno a fare la spesa. A nome di tutti i bambini vorrei che il governo ci desse la possibilità di uscire un’ora“. Il desiderio di Elena è quello di poter uscire con i suoi genitori per andare a pattinare.
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Alla richiesta di Elena si aggiunge anche quella di un’insegnate, ma che è anche una mamma di un bambino di 4 anni che vive a Torino. La donna ha indirizzato la sua lettera al Sindaco di Torino, Chiara Appendino, che ai bambini venga concesso di fare una passeggiata, vicino casa e rispettando tutte le regole.
Palma Di Nunno ha scritto con l’amica Martina: “I nostri figli senza primavera”. Nella lettera si chiede “la possibilità di soddisfare un bisogno fisiologico e primario dei bambini concedendo loro del tempo all’aria aperta. Le misure di restrizione e la chiusura delle scuole ci spinge a sottolineare che i decreti emanati finora non prendono in considerazione i bisogni dei più piccoli. I bambini sono, al pari di ciascuno, cittadini e, per di più, necessitano di maggiore tutela”. Una passeggiata all’aria aperta rafforza il sistema immunitario e può essere d’aiuto anche per scaricare un poco di ansia e di tensione che in questi giorni viene accumulata. Le due mamme poi fanno una specifica richiesta: “Chiediamo che a tutti i nostri figli sia garantito il diritto di uscire di casa per una passeggiata, nel rispetto delle direttive che tutelano la propria e l’altrui salute, e chiediamo che sia fatto attraverso un atto ufficiale”.
La docente aggiunge la propria esperienza personale: “Io ho la gran fortuna di avere un terrazzo, un piccolo sfogo, ma il pensiero va ai bambini che non hanno nemmeno il balcone. Quando esco vado in via Napione a fare la spesa vedo il fiume e provo una stretta al cuore perché mio figlio non vedrà la primavera”.
Anche da Comune info è partita una petizione nella quale si chiede “un’ora d’aria per tutti i bambini/e e ragazzi/e, senza alcun assembramento nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative”.
Voi unimamme siete d’accordo con questa richiesta? Avete la possibilità di far uscire i vostri figli da casa in sicurezza?
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