Alcune delle madri che sono in quarantena stanno vivendo dei drammi nelle proprie famiglie ed hanno bisogno di aiuto per poter andare avanti.
In questo momento siamo invitati a rimanere a casa per cercare di contenere i contagi legati all’emergenza sanitaria che sta interessando il mondo intero. Rimanere a casa non dovrebbe essere un gran sacrificio, ma bisogna ricordarsi di tutte quelle persone che hanno situazioni familiari difficili: donne con mariti violenti costrette a vivere 24 ore su 24 ore insieme, figli con genitori violenti, o anche genitori che scoprono le tossicodipendenze dei figli che non sono più liberi di uscire come una volta.
E’ quello che denuncia la presidentessa di Federcasalinghe, Federica Rossi Gasparrini ad Andkrnos. In questi giorni riceve tante email di donne, dal Nord al Sud, che chiedono aiuto o consigli su come gestire i figli che sono in crisi di astinenza da sostanze stupefacenti. Ad esempio c’è la mamma di un 15enne di Torino che le scrive: “E’ cattivo e si fa del male. Non capisco. Mio marito teme che abbia qualche dipendenza da sostanze stupefacenti e non ne vuole parlare con nessuno. Siamo disperati e chiusi in casa, non sappiamo cosa fare. Roberto sta male. Aiutateci. Ci basterebbe un numero di telefono di fiducia di chi sa cosa dobbiamo fare“.
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Oppure la mamma del 21enne di Messina: “Aiutatemi! Il mio ragazzo, 21 anni si droga!! Ma in modo pesante!!! Deve uscire ogni due giorni. Ho scoperto una realtà: Lo spaccio continua. Mario mi chiede i soldi, anzi li pretende; prima li riceveva da una piccola attività, e mi ha detto: mamma non ne posso fare a meno, devi aiutarmi. Ho paura che diventi violento, cosa devo fare? Aiutatemi con urgenza”.
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Storie che si nascondono tra le quattro mura domestiche e per questo la Gasparini annuncia un servizio di supporto psicologico sul sito dell’Associazione donne.it e riferisce: “A scrivere sono madri che in un disperato senso di impotenza arrivano a dire: Avrebbero dovuto consentire che uscissero per andarsi a procurare la droga”. Inoltre le tante donne-madri che scrivono vogliono sapere come poter usufruire del Servizio pubblico per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale, per la somministrazione di metadone. “Sono disorientate, soprattutto quando si tratta di minori…Ma talvolta li lasciano andare…“.
Storie di donne che vivono, molto spesso, in povertà, in case piccole ed hanno paura di subire violenza: “Le donne che scrivono e spesso non possono parlare perché vivono in case piccole, hanno paura di essere ascoltate e subire poi violenza; di situazioni dolorose, destabilizzanti per il nucleo familiare ma in cui intravediamo spesso la forza di volontà e di andare avanti“.
Voi unimamme eravate a conoscenza di queste vicende? Conoscete qualche persona che si trova nella stessa situazione di queste donne? In caso un aiuto potrebbe essere anche dare i riferimenti dell’associazione.
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