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Mascherine obbligatorie: la scienza spiega perché sarebbe utile

Published by
Gaia Fabbrini

I nuovi studi sulla trasmissione del virus stanno spingendolo l’OMS a rivedere le sue posizioni e rendere le mascherine obbligatorie.

Mascherine obbligatorie: la scienza spiega perché | Universomamma.it

È ormai evidente infatti che anche gli asintomatici possono trasmettere il virus.

Inoltre dei recenti studi di laboratorio dimostrano che il virus può passare anche attraverso l’aereosol (prodotto quando espiriamo l’aria e quando parliamo) e non solo attraverso goccioline di saliva. Queste informazioni non vanno prese alla leggera visto che secondo un altro studio pubblicato sul New England Journal of Medicine nell’aerosol la permanenza del Sars2- COv-19 può essere anche di tre ore, anche se in quantità ridotte. Tale sperimentazione però, hanno spiegato gli studiosi, è avvenuta in un contesto che non riflette la normalità, quanto più ciò che accade in ambienti ospedalieri.

Inoltre gli scienziati del MIT di Boston coordinati da Lidia Bourouiba, hanno segnalato su Jama la capacità di questo virus ad arrivare anche a diversi metri di distanza sulla spinta di una potente espirazione che accompagna ad esempio uno starnuto.

L’OMS aveva fino ad adesso ribadito che le misure più importanti per ridurre il rischio del contagio sono:

  • tenere la distanza di almeno un metro
  • e curare l’igiene personale con ripetuti lavaggi delle mani.

Sulla scia però di queste nuove informazioni scientifiche l’organizzazione mondiale della sanità si appresta ad invertire la rotta sull’impiego delle mascherine protettive nei luoghi pubblici. Questo è quanto infatti ha ribadito il responsabile dell’OMS David Lehman alla BBC: “Stiamo studiando le ultime evidenze scientifiche”.

In realtà già da tempo diversi esperti, anche italiano, stanno ribadendo l’importanza delle mascherine per proteggere gli altri e quindi per proteggerci tutti.

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Mascherina obbligatoria in diversi paesi e molti la adotteranno

Abbiamo detto che l’OMS potrebbe rendere obbligatorio l’impiego dei dispositivi sui posti di lavoro e negli ambienti pubblici. In questa direzione si stanno muovendo anche altri paesi,  in primis gli USA, dove è stato raggiunto un triste record per quanto riguarda i casi di morte in un solo giorno. Fino ad ora i Centri per il Controllo delle Malattie di Atlanta, hanno concentrato i dispositivi per operatori sanitari o per chi fa lavori di pubblica utilità, adesso, alla luce delle nuove informazioni, si attende una riconsiderazione scientifica.

Stando al Washington Post pare che il Presidente Trump voglia consigliare a tutti gli americani di indossare la mascherina chirurgica o comunque una protezione per naso e bocca in pubblico.

Anche il sindaco di New York, De Blasio, ha consigliato a tutti gli abitanti, senza parlare specificatamente delle mascherine, di proteggersi bocca e naso almeno con indumenti, sciarpe o altro.

Guardando altrove, in Austria non si può entrare nei supermercati senza la mascherina, mentre nella Repubblica Ceca e Slovacchia non si può andare in giro senza. Per non parlare di quanto avviene in Asia dove tutte le persone circolano con il viso protetto da mascherina. Tuttavia in questi paesi oltre ad essere uno strumento protettivo è un simbolo di coscienza civica del singolo e di appartenenza ad una comunità.

Anche se il mondo politico e sociale ormai si sta convertendo alle mascherine rimane ancora il dubbio scientifico sulla loro effettiva utilità, l’unica conferma al momento è che può essere una protezione da chi è malato senza sintomi se la indossa. Visto la difficoltà ad individuare gli asintomatici “sarebbe opportuno che tutti portassero una mascherina” come dice l’immunologo Roberto Burioni, che aggiunge “ognuno di noi a questo punto potrebbe essere infettivo pur senza sintomi”

Non dobbiamo dimenticare tuttavia come spiega Paolo Bonanni, direttore dell’istituto di igiene dell’università di Firenze che non servono per proteggere noi stessi : “Le classiche mascherine chirurgiche nascono per evitare che una persona potenzialmente infettante possa trasmettere il virus e non per proteggere. In questo senso, grazie alla mascherina si può evitare che il virus possa finire su oggetti che poi vengano toccati con le mani da altre persone che quindi potrebbero contrarre il virus, come ad esempio il carrello del supermercato… Il loro impiego diffuso va vista come dinamica di carattere sociale perché consente di ridurre se tutti la indossiamo, il possibile contagio da oggetti che non sanno di poter trasmettere il virus”.

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Certo è che se tutti iniziassimo ad usare le mascherine ci vorrebbe una disponibilità infinita di queste ultime  perché occorre cambiarle frequentemente. Oltretutto bisogna imparare ad usarle visto che:

  • è fondamentale che le mani non entrino mai in contatto con la parte esterna della mascherina quando la mettiamo e quando la togliamo
  • il naso e la bocca devono essere ben protetti anche lateralmente, anche se non perfettamente sigillati.

Riguardo alla mascherina che usiamo, occorre inoltre fare attenzione alla porosità del suo tessuto e alle condizioni in cui viene usata perché può in alcuni casi favorire il passaggio del virus, ad esempio quando il tessuto si inumidisce. Come dice Bonanni:una barriera fisica secca preserva meglio di una umida quindi pensare di metterle per più di tre o quattro ore senza sostituirle le fa diventare inutile”

Per non essere noi vettori dell’infezione è importante comunque proteggersi in qualsiasi modo. Secondo una ricerca pubblicata nel 2013 sul Disaster medicine and public Health preparedness, e richiamata da Il Sole 24 ore, che ha esaminato la capacità protettiva delle protezioni “fai da te” con tessuti di uso comune nei confronti del virus dell’influenza pandemica, é emerso che:

  • una mascherina chirurgica filtra l’89% delle particelle virali,
  • uno strofinaccio il 72%,
  • un tessuto da T-shirt circa il 50%.

Possiamo credo dire, generalizzando, che più un tessuto è spesso e maggiore è la sua capacità di filtrare il virus.

In attesa di conferme scientifiche, e di un adeguamento delle direttive dell’OMS, voi unimamme indossate già le mascherine quando andate a fare la spesa o al lavoro se ancora ci andate? Le avete acquistate o le avete fatte voi?

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Gaia Fabbrini

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