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“Stupro tua sorella”: il gruppo su Telegram denunciato da Fedez | FOTO

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Maria Sole Bosaia

Su Telegram gira una chat tutta dedicata al revenge porn, atto punibile in Italia, dove gli uomini postano foto di ex, di donne incontrate per caso, ed anche di bambine. Vittime anche i Ferragnez, che hanno denunciato pubblicamente.

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“Stupro tua sorella”: il gruppo su Telegram denunciato dai Fedez | FOTO – Universomamma.it (Credits: Wired)

Unimamme e unipapà, il 3 aprile, grazie a un’inchiesta su Wired, è scoppiato il caso clamoroso di una chat a base di revenge porn, ma non solo, su Telegram.

Telegram: donne, ragazze e bambine vittime di violenza e stupro virtuale

Per chi non lo sapesse Telegram è una app di messaggistica istantanea che garantisce privacy e consente di chattare in segreto. Funziona su smartphone, tablet, desktop, pc e mac. Diversamente da WhatsApp Telegram funziona su un sistema di chat crittografate che rendono impossibile l’intercettazione dei messaggi. Telegram, inoltre, è gratuito.

Come accennavamo, in questi giorni è scoppiato un grandissimo scandalo riguardante appunto questo sistema di messaggistica dove è stato trovato il più grande canale di revenge porn, tramite una chat aperta a chiunque, che in 2 mesi ha avuto oltre 43 mila iscritti, 21 canali tematici collegati e conversazioni sui 30 mila messaggi al giorno. Su questo enorme network girano foto e video di atti sessuali ed erotici pubblicati senza consenso delle persone protagoniste. Le vittime (donne, bambine, ragazze) sono al centro di uno stupro virtuale di gruppo.

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“Stupro tua sorella”: il gruppo su Telegram denunciato dai Fedez | FOTO – Universomamma.it (Credits: Wired)

Già questo basterebbe a far accapponare la pelle, ma l’odio, il disprezzo degli uomini che partecipano a questa chat non si ferma qui, perché nel gruppo vengono pubblicati anche numeri di telefono, privati o del lavoro, i recapiti social, con lo scopo di “rendere loro la vita impossibile“, alle vittime. Nel calderone finisce anche materiale pedopornografico, a volte fornito dai padri stessi delle minorenni, dove gli utenti chiedono “chi ha dodicenni?”. Un utente ribatte: “mentre il 90% mette m***a, io metto una bella tredicenne” e così via. In realtà questa chat è nata molto tempo fa, ma quando raggiunge il suo picco di utenti viene cancellata da Telegram perché “utilizzato per diffondere contenuti pornografici”, poi però un messaggio reindirizza gli utenti orfani a un gruppo di riserva, sempre con immagini e filmini che sarebbero dovuti rimanere privati.

“Stupro tua sorella”: il gruppo su Telegram denunciato dai Fedez | FOTO – Universomamma.it (Credits: Wired)

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Gli utenti sono uomini adulti, ma anche ragazzi. Fa inorridire anche il caso di un tizio che chiede: “Come faccio a stuprare mia figlia senza farla piangere?, sottolineando che l’età dei figli è di 9 e 10 anni.

Una giovane di 21 anni si è accorta che c’era qualcosa che non andava quando ha cominciato a ricevere molte richieste di amicizia su Instragram. Allora si è insospettita e ha scoperto cos’era successo. “Qualcuno ha preso delle foto dal mio profilo Instagram e le ha pubblicate sul gruppo. Non mi vergogno di quelle immagini, è tutta roba pubblica, ma è stato un po’ come gettare un pezzo di carne in un gabbia di cani affamati”.

Le foto, infine, vengono usate anche come merce di scambio, c’è chi vende foto dell’amica a 50 centesimi e chi scambia magari materiale della propria fidanzata con foto e video simili. In questa torbida vicenda sono finite anche le foto di Fedez e Chiara Ferragni.

Le immagini sono finite sul gruppo Telegram Stupro tua sorella 2.0., che istiga al femminicidio e alla pedofilia. Le vittime hanno contattato Fedez in modo che il problema venisse a galla attraverso il social network Twitter. “Stiamo contattando la polizia postale, grazie della segnalazione ragazzi”. Fedez ha quindi deciso di sporgere denuncia.

In Italia è stato approvato il reato di revenge porn che prevede carcere e multe per i trasgressori. I colpevoli possono essere condannati fino a 6 anni di carcere e 15 mila Euro di multa. E noi speriamo che la polizia rintracci più persone possibili.

Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda raccontata su Wired?

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Maria Sole Bosaia

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