Letalità del Coronavirus in Italia: il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità. Cosa bisogna sapere.
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha pubblicato un nuovo rapporto sulle caratteristiche dei pazienti deceduti per Covid-19 in Italia. Si tratta di un’analisi dettagliata su età, sesso, condizioni di salute, patologie pregresse, sintomi della malattia, complicanze e decorso clinico. Uno studio per comprendere il contagio da Covid-19, l’evoluzione della malattia e le sue conseguenze.
Nel report, viene confermato che la letalità (il rapporto dei morti sui malati) riguarda soprattutto le persone di età sopra i 70 anni (l’età media dei decessi è 80 anni), di sesso maschile (quasi il 70 per cento del totale), con tre o più patologie (il 63% dei casi over 65). L’analisi delle patologie pregresse riguarda un campione di circa 1500 cartelle cliniche, rappresentative dell’intera popolazione dal punto di vista epidemiologico.
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha elaborato un nuovo report sui pazienti deceduti in Italia e positivi a Covid-19, che ne evidenzia le caratteristiche principali: chi muore, di quale sesso, a quale età, in quali condizioni cliniche e con quali patologie pregresse? Il report si basa su un campione di 16.654 pazienti deceduti e positivi a Covid-19 in Italia. I dati in dettaglio.
Anche questo studio conferma l’età avanzata delle persone decedute positive al Covid-19. L’età media è di 78 anni (mediana 80 anni) e per la maggior parte si tratta di uomini, mentre le donne decedute sono il 32,9% (5.478 pazienti). Inoltre, l’età mediana dei pazienti deceduti di Covid-19 più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, che è di 62 anni. La figura qui sotto mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2 (il nome scientifico del virus) hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediana per le donne è di 83 anni).
Analizzando le cartelle cliniche di 1.453 pazienti deceduti per Covid-19, sono state rilevate le patologie croniche preesistenti più comuni, diagnosticate prima del contagio. Il numero medio di patologie osservate in questi pazienti è di 3,3 (mediana di 3). Le patologie pregresse nei pazienti deceduti sono così distribuite:
Prima di essere ricoverati in ospedale con il Coronavirus, il 25% dei pazienti deceduti seguiva una terapia ACE-inibitori e il 15% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l’angiotensina).
Per quanto riguarda la differenza di sesso, nelle donne (n=448) il numero medio di patologie osservate è di 3,3 (mediana 3), mentre negli uomini (n=1005) il numero medio di patologie osservate è di 3,2 (mediana 3).
Nelle diagnosi di ricovero dei pazienti deceduti sono stati riscontrati nel 93,5% dei casi i sintomi (come febbre, dispnea e tosse) o le condizioni (come polmonite e insufficienza respiratoria) compatibili con il Covid-19. In 91 casi, il 6,5% del totale, la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione. In 8 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 40 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco, ictus), in 13 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 30 casi altre patologie.
I sintomi più comuni osservati prima del ricovero nei pazienti positivi al Covid-19 che sono poi deceduti sono: febbre, tosse e dispnea (fatica nel respirare, affanno). Meno frequenti sono i sintomi come diarrea e emottisi (tosse con sangue). Mentre un 5,7% di pazienti non aveva alcun sintomi al momento dei ricovero.
La complicanza più comune nei pazienti deceduti positivi al Covid-19 è l’insufficienza respiratoria, osservata nel 96,7% dei casi del campione esaminato. Seguono: il danno renale acuto, 23,5%, la sovrainfezione, 11%, e il danno miocardico acuto, nel 9,8% dei casi.
Per quanto riguarda le terapie somministrate ai pazienti ricoverati con Covid-19 e poi deceduti. Quella più comune è la terapia antibiotica, utilizzata durante il ricovero nell’84% dei casi. Segue quella antivirale nel 55% dei casi, meno utilizzata in vece è quella steroidea, nel 33% dei casi. L’impiego della terapia antibiotica è dovuto alle sovrainfezioni oppure al trattamento iniziale dei pazienti con polmonite, prima della conferma di positività al Covid-19. Nel 18,6% nei casi (270 pazienti) sono state usate tutte e tre le terapie. Al 2,7% dei pazienti deceduti era stato stato somministrato Tocilizumab.
Lo studio dell’Iss riporta i tempi mediani, in giorni, che passano dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale e al decesso.
Il tempo che intercorre dal ricovero in ospedale al decesso è più lungo di 3 giorni nei pazienti che sono ricoverati in rianimazione rispetto agli altri: rispettivamente 7 giorni e 4 giorni.
Infine, per quanto riguarda i pazienti sotto i 50 anni deceduti con il Covid-19, alla data del 9 aprile 2020 erano 197 sul campione di 16.645 pazienti, pari all’1,2%. Di questi, 44 pazienti avevano meno di 40 anni, 30 uomini e 14 donne, con un’età compresa tra i 5 e i 39 anni. Di 7 pazienti sotto i 40 anni non si hanno informazioni cliniche, mentre altri 29 avevano gravi patologie preesistenti (cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e a 8 non erano state diagnosticate patologie di rilievo.
Il report intero a questa pagina.
Per ulteriori informazioni: www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Che ne pensate unimamme?
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Informazioni aggiornate sull’epidemia di coronavirus e su come comportarsi sul portale web del Ministero della Salute: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
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