“Mi oppongo alle dimissioni”: una figlia arrabbiata si è opposta alla pratica degli ospedali di trasferire il papà anziano ancora malato e positivo alle case di cura.
L’altissimo numero di contagiati e morti che ci sono state in questi ultimi mesi nelle case di riposo hanno fatto sorgere tante domande. In tutta Italia ci sono state polemiche per la pratica degli ospedali di dimettere e rimandare gli anziani alle rispettive case di riposo. Una probabile concausa di questa tragica situazione. Martedì sera però Antonia, figlia di uno degli ospiti della Rsa Sereni Orizzonti di San Mauro, ha detto all’ospedale dove era ricoverato il padre “mi oppongo alle dimissioni“, ed ha avuto ragione.
Come racconta Antonia “quando mi hanno detto che mio padre non essendo più in rianimazione poteva essere dimesso e trasferito nella casa di riposo da cui proveniva, nonostante avesse ancora il virus, io ho detto che mi opponevo alle dimissioni. Così hanno dovuto tenerlo lì, in pronto soccorso. Mi ero informata. So che è un mio diritto“. Antonia infatti ha ideato questo piano insieme ad un gruppo di familiari degli ospiti della casa di riposo. Antonia è stata soltanto la prima ad opporsi di questo gruppo che lotta contro il ritorno forzato degli anziani alle case di riposo una volta dimessi. Come spiega Agostino Valenti del sindacato all’ Alsapp, che tutela gli operatori sociosanitari, “altri due parenti di anziani hanno seguito la stessa pratica di Antonia”.
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Alla Sereni Orizzonti è incorso l’indagine dei NAS visto che ci sono stati 30 morti. Come spiega Valenti: “la nostra normativa prevede che ci si possa opporre alle dimissioni forzate. È un diritto del cittadino. Che un paziente malato di coronavirus torni nella Rsa è sbagliato. Non solo per lui, ma per tutti gli ospiti della casa di cura e per i lavoratori, che così facendo vengono messi a repentaglio“.
Come racconta Antonia anche suo padre che a 93 anni si è ammalato nella casa di riposo. “Mi sono opposta alle dimissioni forzate perché non è giusto che tornino luogo dove ci sono persone che stanno morendo e dove non c’è la stessa attrezzatura ospedaliera“ racconta Antonia. Dopo il no di Antonia i sanitari hanno dovuto cambiare i loro piani così le hanno proposto di portare il padre in un altro ospedale dove c’è un reparto COVID-19 e Antonia ha acconsentito. Questa figlia si sfoga “non si può trasferire una persona ancora malata, questo brutto virus non guarda in faccia nessuno. Mio padre è ancora positivo e ha problemi respiratori.” E aggiunge: “Io mi auguro che questo sistema si aggiusti: non dobbiamo più seppellire morti per mancanza di posti” .
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Secondo Valenti bisogna opporsi alle dimissioni forzate dei più deboli come gli anziani, i non autosufficienti e i più indifesi perché ” è la risposta più giusta e forte per riprendersi il diritto di vivere senza paura” e “Pensare che il COVID-19 non potesse entrare nelle Rsa a e stato un grave errore”.
E voi unimamme cosa ne pensate di questa storia pubblicata su laStampa? Eravate a conoscenza di questa drammatica situazione nelle case di riposo?
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