Mentre il mondo Occidentale è concentrato sulla pandemia i bambini siriani continuano a soffrire. Il cineoperatore Nino Fezza ha voluto ricordare cosa accade con un messaggio su Facebook.
Ormai sono trascorsi 9 anni dall’inizio della guerra in Siria, dal 15 marzo scorso siamo entrati nel decimo anno, un cineoperatore ci ricorda il dramma ancora in corso e le sue conseguenze sui bambini.
In tutti questi anni milioni di bambini sono cresciuti in questo territorio infestato dalla guerra degli adulti, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Nel 2019 900 piccoli sono stati uccisi e centinaia sono rimasti mutilati. Si tratta però di numeri verificati e sicuramente il conteggio è più alto. Moltissimi bambini, se non feriti fisicamente sono rimasti traumatizzati avendo visto amici e famigliari morti davanti ai loro occhi. Il cinereporter Nino Fezza, ha voluto scrivere un messaggio, corredato da foto che sul suo profilo Facebook ha trovato molto consenso, fino a diventare virale. Ecco ciò che ha scritto:
“Mentre nel resto del mondo si parla di #COVID19, nella guerra siriana, bambine di soli nove anni sono quotidianamente violentate e costrette alla schiavitù sessuale.
I bambini sono continuamente torturati, costretti all’addestramento militare e usati per uccidere in guerra.
Molti bambini sono colpiti da cecchini e usati come “esche” per una guerra che non è la loro.
Questo è quello che è emerso dall’ultimo rapporto degli ispettori Onu sul conflitto siriano…”
Il suo messaggio ha ricevuto 2553 Like e 2200 condivisioni.
Il cineoperatore ha citato un rapporto dell’Onu sulla Siria, del 2 marzo, in cui si sottolinea come la guerra siriana causi ad adulti e bambini livelli di sofferenza senza precedenti. I civili, precedentemente sfollati ora sono costretti negli spazi, sempre più angusti del governatorato di Idlib e di Aleppo ovest, controllati dal gruppo terrorista Hay’at Tahrir al-Sham. Durante la guerra contro i terroristi le forze filo governative hanno compiuto attacchi aerei e di terra su Idlib uccidendo e ferendo decine di persone, decimando le infrastrutture civili come i mercati, i campi per gli sfollati e gli ospedali.
Ci sono stati attacchi indiscriminati e l’uso di munizioni a grappolo. I persistenti bombardamenti a sud di Idlib hanno costretto molti civili a fuggire. 948 mila di questi civili sfollati a nord sono donne e bambini. In centinaia sono rimasti all’aperto durante i duri mesi invernali.
La crisi a Idlib dove ci sono più di 3 milioni di persone sta per diventare catastrofe umanitaria. I terroristi, oltre ad effettuare incursioni tra la popolazione a sud di Aleppo arrestano arbitrariamente attivisti, giornalisti e chi esprime dissenso. Le cose non vanno bene nemmeno nelle zone che non sono più assediate come Ghutah orientale e Homs. Le condizioni per il rimpatrio sono assenti e rivendicare le proprietà è difficile.
Le donne delle minoranze hanno visto i loro movimenti limitati e sono state molestate quando sono uscite all’esterno. Le parti in conflitto continuano poi a ignorare l’aiuto ai civili. Si parla di accesso al cibo, all’acqua, ad assistenza medica.
Infine il rapporto dell’Onu termina con alcune raccomandazioni al governo, cioè di porre subito fine al conflitto e favorire l’accesso ad aiuti umanitari.
Unimamme, cosa ne pensate dell’appello di questo cineoperatore e del report dell’Onu?
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