Contagio in gravidanza: secondo una ricerca molte donne incinte risultavano asintomatiche, e quindi contagiose.
L’ospedale Irving Medical Center di New York ha svolto una ricerca su oltre 200 donne incinte che hanno partorito scoprendo che il 14% di loro era positivo al coronavirus e asintomatico.
Donne incinta contagiate e contagiose: lo studio
Ecco quindi che cosa e come si è scoperto.
- sono state considerate 200 donne
- che hanno partorito presso 2 ospedali di New York tra il 22 marzo e il 4 aprile
- il 14% è risultato positivo al Sars Cov 2 responsabile del Covid 19
- di 200 donne 33 sono risultate positive
- di queste 29 (cioè l’88%) erano asintomatiche
- tra queste 33 donne solo 3 (il 10%) hanno sviluppato febbre prima delle dimissioni in seguito al parto
- 2 sono state trattate con antibiotici a causa dell’endometriosi
- successivamente un’altra paziente ha avuto i sintomi da Covid 19, il suo tampone inizialmente era risultato negativo
Ad occuparsi di questo studio sono stati i ricercatori del nosocomio universitario Irving Medical Center a sua volta legato all’università Columbia. I professori Desmond Sutton e Dena Goffman hanno coinvolto le pazienti di ostetricia del New York Presbyterian Allen HOspital e dell’Irving Medical Center. Così ora a New York vengono sottoposte al tampone oro faringeo tutte le donne incinte, queste infatti hanno frequenti contatti con il personale universitario.
Ricordiamo che le persone asintomatiche possono trasmettere il virus. Secondo il dottor Robert Redfield del Centro per il Controllo e la Prevenzione il 25% delle persone infettate da coronavirus sarebbero astintomatiche. La presenza dell’infezione può essere sottovalutata anche a causa dei test falsi negativi. Alla luce di queste scoperte secondo gli studiosi un test universale per le donne incinte potrebbe contribuire “a determinare le pratiche di isolamento ospedaliero e le assegnazioni dei letti, informare l’assistenza neonatale e guidare l’uso di dispositivi di protezione individuale”. Goffman commenta: “L’accesso a tali dati clinici offre un’importante opportunità per proteggere madri, bambini e equipe sanitarie durante questi tempi difficili”.
Unimamme, cosa ne pensate di questo studio presentato sul New England Journal of Medicine?
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