Un papà è stato multato perché stava portando la figlia di 8 anni a un controllo medico e in macchina c’erano anche la moglie e l’altro figlio. Ora però la multa è stata annullata in deroga.
Una famiglia già in difficoltà perché il papà è in cassintegrazione, ha ricevuto una multa di 533 Euro per aver accompagnato la figlia a un controllo post trapianto. La vicenda ha avuto un seguito.
Unimamme, oggi vi raccontiamo una storia di denuncia legata a una famiglia che sta conducendo una battaglia per la salute della figlia e che si vista assegnare una multa che hanno reputato ingiusta. La multa è stata poi annullata in deroga, ma all’inizio l’amarezza è stata tanta. Una famiglia di Grosseto era in viaggio per una visita di controllo presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa. La bimba di 8 anni: Milena aveva ricevuto un trapianto di midollo osseo a causa di una leucemia mieloide acuta. La famiglia è stata multata da una pattuglia della polizia stradale per aver contravvenuto alle disposizioni sulle misure di contenimento per l’emergenza sanitaria da coronavirus. Il papà Alessandro Grippa era alla guida del veicolo ed è stato fermato all’altezza di Romito, sull’Aurelia, a pochi km da Livorno. A bordo, oltre alla figlia di 8 anni c’erano anche la mamma Francesca e il fratellino di 11 anni Lorenzo.
Gli agenti della stradale hanno sottolineato che la famiglia era lontana da casa ed erano troppi in auto. “La madre non se la sentiva di guidare perché è neopatentata e la bimba vuole la mamma quando entra nel reparto di ospedale. Ecco perché eravamo tutti insieme. Abbiamo fatto vedere ai poliziotti tutta la documentazione che avevamo con noi. Viviamo tutti nella stessa casa ed eravamo insieme sulla nostra auto: chi stavamo mettendo in pericolo? Mia figlia ha fatto anche il tampone ed è negativa, multare una famiglia in una condizione come la nostra è fascismo, è un modo stupido di far rispettare le leggi, è uno schifo. Tra l’altro, precisa siamo tutti negativi al Coronavirus, viviamo insieme e tutti siamo stati sottoposti a tampone proprio per la patologia di mia figlia” ha raccontato il papà. La vicenda di questa piccina è nota fin dal 2019, all’epoca c’era stata una catena di solidarietà per aiutare economicamente questa famiglia a ottenere le cure.
“Io sono sono in cassa integrazione e mia moglie è senza lavoro. Con noi c’era anche nostro figlio Lorenzo, che ha 11 anni. Non potevamo lasciarlo solo a casa, è un bambino. Siamo scesi dall’auto e siamo andati all’ospedale per un fatto grave, non per un capriccio. Avremmo di gran lunga preferito rimanere a casa.” Quando il papà e la mamma della bambina sono tornati a casa hanno deciso di rivolgersi all’avvocato Simone Falconi.«La poliziotta che ci ha fermati ci ha detto che potevamo provare a fare ricorso ma che comunque, il verbale lo avrebbero fatto” Al di là di questo ostacolo la pccina è stata visitata e sta bene.
In un aggiornamento dal suoi account Facebook il padre di Milena ha dichiarato: “Ringrazio pubblicamente l’avvocato Simone Falconi, che con grande altruismo si è attivato immediatamente per la pratica di ricorso per la sanzione. Mi scuso per il commento “fascista” non era molto appropriato, un quel momento avevo il sangue in bollore, potevo dire anche di peggio” i genitori della piccola hanno voluto aggiungere: “dal luglio dell’anno scorso la nostra vita è stata stravolta dalla malattia di nostra figlia che ha dimostrato un grandissimo coraggio. Però noi siamo costretti a portarla a fare i controlli a Pisa ogni due settimane, non possiamo farli a Grosseto e poi inviare i risultati là, come ad esempio può fare un altro bambino operato con Milena che vive all’isola d’Elba. Dobbiamo spostarci e ora viviamo con l’incubo che ogni volta possiamo essere fermati e multati».
La famiglia usa quotidianamente le mascherine da quando la bambina è stata operata “per noi l’emergenza non è cominciata ora con Covid 19, ma lo scorso luglio quando a nostra figlia hanno diagnosticato la leucemia mieloide acuta”. Infine, qualche ora fa, è arrivata però la buona notizia, annunciata sempre su Facebook: “Buongiorno! Un abbraccio virtuale a tutti i nostri sostenitori, ancora una volta nel momento del bisogno gli italiani dimostrano di avere un cuore grande come una casa ❤ non vi dico la valanga di messaggi su Messenger ieri dalle 12 fino alle 21, poi alle fine ho spento il telefono ero cotto. Ieri sera dopo che la notizia è uscita sui giornali ci ha chiamato prima Cinzia Ricciardi con le scuse sentite di tutto il corpo di polizia di stato dicendo che sarebbe intervenuta sulla questione e successivamente Walter Delfino che a quanto ho capito è un comandante anche lui, in definitiva LA SANZIONE È STATA ANNULLATA IN DEROGA 🙏 grazie a Dio che ha illuminato le nostre coscienze. Come ho detto hai giornali per la raccolta fondi ero titubante perché è una questione di principio e non di soldi, comunque gli illuminanti che hanno donato sappiano che le loro donazioni verranno versate alle associazioni Agbalt onlus e Admo. Infine ritengo di aver sbagliato a dire che lo stato italiano fa schifo, non lo penso, ero arrabbiato, c’è stato solo un errore di valutazione degli agenti che ci hanno fermato sono uomini e donne, come tutti possono sbagliare, con questo ripongo piena fiducia nella Polizia si Stato”. Uniamme, cosa ne pensate di questa vicenda narrata su Il Tirreno e di come si è risolta?
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