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Parto naturale: dal travaglio alla nascita passo passo

I papà possono e devono stare in sala parto, anche con il Covid-19

Published by
Valentina Crea

In un ospedale i papà devono stare in sala parto. I bambini anche in questo periodo vengono al mondo con entrambi i genitori.

I papà possono e devono stare in sala parto, anche con il Covid-19 – Universomamma.it

Alcune delle donne che si apprestato a partorire in questo periodo hanno ancora più preoccupazioni e più ansie a seguito dell’emergenza sanitaria in corso non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo. A seguito delle nuove disposizione per la limitazione dei contagi sono state introdotte in molti ospedali delle nuove regole. Ad esempio i parenti non potranno più aspettare nella sala d’aspetto, la sospensione delle visite durante la degenza ed alcuni ospedali non permettono al padre del nascituro di assistere al parto. Però, nell’ospedale “Del Ponte” di Varese i bambini continuano a nascere con entrambi i genitori presenti in sala parto.

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Papà può stare in sala parto: l’ospedale dove i bambini nascono con entrambi i genitori presenti al parto

Il direttore del dipartimento Donna e bambino e dell’unità di Neonatologia, Massimo Agosti, ha confermato che anche il papà assiste al parto, sia che si faccia in modo naturale o con il cesareo. In questo ospedale all’anno si fanno circa 3000 parti ed in questo periodo sono stati individuati due percorsi:

  • percorsi “puliti” o Covid-free
  • percorsi “sporchi” Covid-positivi,

dove far transitare le donne in gravidanza ed i neonati.

Il dottor Agosti ha affermato: “Rispetto a Bergamo e Brescia abbiamo avuto meno casi, e abbiamo anche avuto il tempo di prepararci, ma anche noi abbiamo avuto casi di Covid tra le gestanti e i neonati, e sostanzialmente non si sono differenze rispetto a prima nella loro gestione“.

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Fatta eccezione per i casi gravi di neomamme positive che vengono trasferite all’ospedale Sacco di Milano, in accordo con le recenti linee guida della Società europea di neonatologia è stato stabilito che a seconda dei sintomi cambia la gestione mamma-neonato:

  • se la donna sospetta o positiva al Covid-19 non ha sintomi importanti deve comunque allattare al seno e può tenere il bambino in stanza con sé
  • se ha sintomi lievi, la madre può dare il proprio latte al piccolo, indossando guanti e mascherina
  • se i sintomi si aggravano, il bimbo viene allontanato dalla madre, che comunque continua a raccogliere il proprio latte, in modo da farlo avere al figlio.

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All’ospedale di Varese, da diversi anni, si pratica anche il cesareo dolce che viene messo in atto anche in questo periodo: “Da noi si continua a fare il cesareo dolce, che consente di accogliere subito il piccolo sul grembo materno e far stare il padre in sala operatoria, ovviamente dopo aver fatto uno screening sul coronavirus“. Come riportato anche sul sito del Ministero della Salute, il papà è ammesso anche nel caso di parto naturale, dove il suo sostegno è particolarmente utile durante le fasi del travaglio.

Nessuna modifica anche per la terapia intensiva neonatale: “In questo contesto si è già abituati a lavorare con mascherine e il massimo delle tutele, perché i prematuri sono esseri delicatissimi“. L’ospedale dispone di 10 posti letto in stanze singole per la terapia intensiva neonatale, dove possono fermarsi i genitori, e altri 20 di terapia sub-intensiva. La differenza consiste nel permettere ad un solo genitore alla volta di essere presente nelle stanze singole di terapia intensiva. Per quanto riguarda gli altri 20 posti, i pazienti sono distribuiti in 4 stanze da 4 e 2 da 2 posti, dove ovviamente i letti sono ben distanziati l’uno dall’altro. In questo modo si continua a favorire il confronto con gli altri neogenitori che è fondamentale in questa fase così delicata.

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Voi unimamme cosa ne pensate di questa decisione dell’ospedale di Varese? Se dovete partorire a breve quali disposizioni avete avuto dal vostro ginecologo per il parto?

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